Fine delle misure accompagnatorie alla libera circolazione e disastri ambientali

 

La gauche-caviar “nostrana” (nostrana si fa per dire, visto l’alto tasso di naturalizzati pluripassaporto) insiste nella svendita della Svizzera all’UE. E poi ha ancora la faccia di tolla di riempirsi la bocca con i “valori elvetici” nella sua isterica jihad contro l’iniziativa No Billag (la gauche-caviar teme infatti che la SSR, che da mezzo secolo fa propaganda di $inistra finanziata da tutti i cittadini, esca perdente dalle urne).

Il presidente del P$$ kompagno Christian Levrat, quello che vuole l’islam religione ufficiale in Svizzera, dunque insiste: bisogna firmare subito lo sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE, quello che ci trasformerebbe a tutti gli effetti in un baliaggio di Bruxelles. Il prossimo passo sarà mandare a casa Consiglio federale e Parlamento ed insediare a Berna un “gerente” nominato direttamente dagli eurofunzionarietti; analogamente a quanto accade ai Comuni commissariati.

Misure accompagnatorie addio

La posizione del presidente del P$$ non sorprende: il suo partito, che è sempre e sistematicamente schierato contro la Svizzera e contro gli svizzeri, vuole l’adesione all’UE. Ma il  buon Levrat, con la sua insistenza a favore dell’ accordo quadro istituzionale – quello che “Grappino” Juncker ha il coraggio di definire “accordo d’amicizia” –, va incontro ad una clamorosa figura marrone.

Infatti il presidente del P$$ sembra non essere in chiaro sul fatto che la prima conseguenza del bramato accordo quadro sarebbe la fine delle misure d’accompagnamento alla devastante libera circolazione delle persone; quelle che servirebbero a contrastare il dumping salariale. Tali misure verrebbero spazzate via in quanto ostacolo al libero accesso ai mercati. In effetti, le aziende (in particolari edili, ma non solo) dei paesi a noi vicini vogliono arrivare in Svizzera da conquistatrici, facendo  fuori gli operatori locali a suon di prezzi dumping.

Ecco la coerenza rossa

Ora, queste misure accompagnatorie sono più che altro dei cerotti sulla gamba di legno. Non sono certo la panacea. Ma non c’è alcun motivo per cui ci dovremmo privare di questo piccolo aiutino.

Ma soprattutto: i kompagni, le misure accompagnatorie le hanno sempre sostenute a spada tratta. Le hanno addirittura poste come condizione (farlocca) per il loro sì agli accordi bilaterali. E adesso il “buon” Levrat, infoiato di europeismo, le vuole gettare a mare? Sarebbe questa la “coerenza” con cui la $inistruccia ama riempiersi la bocca? Oppure il presidente del P$$ blatera di sottoscrivere l’accordo quadro con Bruxelles senza nemmeno conoscerne i contenuti? E allora la domanda diventa: sarebbe questa la “conoscenza dei dossier” dei kompagnuzzi? E cosa ne pensano all’interno del P$$?

Verdi come le angurie

Figura non molto migliore, sempre per restare a $inistra, la fanno i Verdi ticinesi. I quali hanno respinto scandalizzati l’invito del presidente dell’Udc ticinese Piero Marchesi ad aderire alla raccolta delle firme per l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone (firmate tutti!). Questo perché, secondo i Verdi, non si può pretendere l’accesso ai mercati senza accordare ai partner il diritto all’invasione della Svizzera tramite immigrazione scriteriata. Accipicchia, ma questi Verdi sì che sono dei grandi statisti! Peccato che ci siano invece un sacco di accordi commerciali, vedi ad esempio quello con la Cina, che non contemplano affatto la libera circolazione. Quest’ultima infatti è semplicemente una paturnia internazionalista che ha fatto solo disastri e che verrà giustamente spazzata via dalla storia.

Ma, nel njet dei Verdi, a lasciare di palta è come gli ecologisti nostrani, imbevuti di ideologia spalancatrice di frontiere, chiudano gli occhi davanti all’evidenza.

Le frontiere spalancate hanno infatti conseguenze deleterie anche sull’ambiente: vedi i 65’500 frontalieri che entrano quotidianamente in Ticino uno per macchina, inquinando a tutto spiano ed intasando le strade. Idem dicasi per le svariate migliaia di padroncini. E i rifiuti solidi urbani che essi producono (rüt) mica se li riportano a casa.

Altrettanto deleterio per l’ambiente è l’accordo bilaterale sui trasporti terrestri, concluso dal kompagno Moritz Leuenberger, che ha trasformato la Svizzera in un corridoio di transito a basso costo per TIR UE. Il palese conflitto tra protezione dell’ambiente ed immigrazione scriteriata l’aveva visto benissimo l’iniziativa Ecopop. Ma i Verdi al proposito non hanno nulla da dire. Per loro le frontiere spalancate sono molto più importanti della tutela dell’ambiente. Perché costoro sono come le angurie: verdi fuori ma rossi dentro. D’altra parte, se gli ecologisti sono contenti di fare i soldatini (per non dire gli “utili idioti”) del P$, buon per loro. I frutti li raccoglieranno alle prossime elezioni.

Lorenzo Quadri