Fisco: richieste di gruppo dall’Italia, siamo alle solite

Ma allora è vero che gli svizzerotti si fanno prendere per i fondelli proprio da tutti! Nei giorni scorsi l’Ufficio stampa del Ministero dell’Economia e delle finanze del Belpaese ha divulgato un comunicato, scritto in burocratese stretto, in cui si annuncia con giubilo l’ennesima calata di braghe elvetica in materia di segreto bancario. La Confederazione ha infatti siglato con i vicini a Sud un accordo che definisce le modalità operative per le richieste raggruppate e blablabla. Con la massima goduria, l’italico Ministero chiosa: “l’iniziativa è in linea con l’evoluzione del quadro di cooperazione internazionale per la trasparenza fiscale che include lo scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali”.

Siamo ormai alla calata di braghe sistematica, integrale, e soprattutto unilaterale. Non c’è uno straccio di reciprocità! Mentre gli “intreghi” negoziatori bernesi – quelli che vanno a Roma a parlare in inglese e vengono regolarmente infinocchiati – passano di capitolazione in capitolazione, l’Italia non concede nemmeno un millimetro alla Confederella. C’è sempre qualche impedimento, ovvero qualche scusa costruita ad arte, per non concludere. Tanto, si dicono a Roma, gli svizzerotti sono fessi e si fanno andar benne tutto!

Già, dov’è finito ad esempio il famoso accesso al mercato italiano per i servizi finanziari rossocrociati?  A questo proposito la Svizzera non ha portato a casa assolutamente nulla!

L’italica controparte,  un mese fa, in occasione della Beltravacanzetta a Roma, si è spinta a dichiarare che “la questione è sul tavolo”. Uella, che trionfo! La questione, come molte altre, è sul tavolo da anni, ma naturalmente non se ne viene ad una!

Ed intanto gli svizzerotti concedono, smantellano, si tagliano i “gioielli di famiglia”  – e stiamo parlando di migliaia di posti di lavoro e degli indotti della piazza finanziaria! – in cambio di  ZERO! E non solo in campo finanziario, ma anche in tutti gli altri ambiti.

Il Balpaese, lo ripetiamo per l’ennesima volta, nei nostri confronti è inadempiente su tutto. Non solo. Centinaia di migliaia di italiani (frontalieri, padroncini e le loro famiglie) hanno la pagnotta sul tavolo grazie al Ticino. Però al di là della ramina, oltre a non applicare, ma nemmeno per sbaglio, il principio della reciprocità, si permettono pure di fare i gradassi nei nostri confronti. Vedi gli strilli contro la chiusura notturna di tre valichi secondari.

La domandina (facile-facile) è la seguente: fino a quando intendiamo tollerare questo stato di cose?

Lorenzo Quadri