Grandioso. Non può essere definito diversamente il voto a favore della Brexit. Il momento è storico. E’ l’inizio della fine della fallimentare UE. E’ la rivalsa della sovranità popolare e della democrazia contro l’aborto antidemocratico di Bruxelles. Un paese come la Svizzera, dove la sovranità popolare ha un ruolo fondamentale, alla Brexit dovrebbe come minimo intestare una via.
La propaganda di regime ha fallito
La Brexit ha trionfato malgrado sia stata ostacolata e denigrata in tutti i modi. Perfino l’ormai scaduto presidente USA Barack Obama (il peggiore della storia recente) aveva pensato bene di ficcare il naso negli affari britannici; e si è beccato un bello schiaffone.
Il voto inglese segna anche il fallimento della propaganda di regime. I suoi manipolatori le hanno provate tutte per far passare il “remain”. Nulla è rimasto intentato. Dal terrorismo economico al ricatto morale degli intellettualini (quelli dell’equazione patriottismo=fascismo) alla svergognata strumentalizzazione dell’assassinio della deputata laburista (si sa che gli spalancatori di frontiere, autocertificati detentori della morale, non si fanno scrupolo nel camminare sui cadaveri). Offendendo l’intelligenza dei cittadini, si è arrivati al punto di mettere in campo perfino la minaccia del taglio dei finanziamenti europei a talune note serie televisive. Uhhh, che pagüüüraaa!
Tutto è stato tentato; nulla è servito.
Momento storico
Il momento, dunque, è storico. La Gran Bretagna esce dall’UE, altri seguiranno. E il Regno Unito non è “n’importe qui”. E’ uno Stato fondatore dell’UE. Che però ancora godeva di importanti autonomie. Gli inglesi non sono (erano) certi quelli messi peggio nell’Europa disunita. La partenza di Londra è il via libera che molti altri aspettavano. La svolta Brexit è epocale anche per la Svizzera. L’era in cui i camerieri dell’UE in Consiglio federale venivano a raccontare – supportatati dalla partitocrazia, dalla stampa di regime, dall’élite spalancatrice di frontiere – che l’integrazione (=sudditanza) della Svizzera nei confronti dell’UE è ineluttabile, è una necessità, e via cianciando, è chiusa per sempre. Se uno Stato membro e fondatore può uscire dall’Unione europea, anche noi che non siamo membri possiamo, anzi dobbiamo, riprenderci la nostra sovranità nazionale. Quella sovranità che i citati camerieri dell’UE hanno svenduto a suon di frottole, di minacce e di denigrazioni sistematiche (chi è contrario all’UE è un fascista e un razzista).
Tempi duri… per gli zerbini dell’UE
La Gran Bretagna se ne va; anche noi dobbiamo prendere il largo. Sono patetiche le dichiarazioni del ministro dell’economia PLR “Leider” Ammann e dei politologi al soldo degli internazionalisti. Costoro annunciano con tono da funerale (vabbè, per “Leider” Ammann è lo standard): “Per la Svizzera arriveranno tempi duri”. Maldestro tentativo di intimidire chi, dopo il voto inglese, adesso pretende che anche i nostri flebili e sottomessi negoziatori con l’UE portino finalmente a casa quanto deciso dal popolo il 9 febbraio. $ignori, chi pensate di prendere per il coccige? Certo che arrivano tempi duri: ma per voi; per quelli dell’ “integrazione (=sudditanza) europea ineluttabile”. Adesso siete irrimediabilmente sbugiardati. Anzi, il termine corretto sarebbe un meno casto “sputtanati”.
Da notare che il quasi ex premier inglese Cameron dopo l’approvazione del Brexit ha annunciato le dimissioni. I “nostri” camerieri dell’UE, invece, vengono asfaltati dalle urne ma restano attaccati alle cadreghe come cozze allo scoglio.
Quelli che rosicano
Chissà come rosica (dietro le dichiarazioni di facciata) il ministro degli Esteri PLR Didier “dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèèr, quello che vuole la ripresa dinamica (=automatica) del diritto UE ed i giudici stranieri. Gli uccellini bernesi cinguettano che Burkhaltèèèèr aspettasse solo il No alla Brexit (che lui riteneva scontato; e invece…) per tirar fuori dal cassetto la porcata dell’accordo quadro istituzionale, che avrebbe costituito la tomba della sovranità svizzera. Adesso la suddetta porcata dovrà finire nel cestino della carta straccia a fare compagnia alla domanda d’adesione all’UE. Se poi il Consiglio federale avesse un minimo di decenza, dopo il voto di giovedì dovrebbe ritirare la decisione, anticostituzionale, di estendere la libera circolazione delle persone alla Croazia.
Per la Svizzera
Perché la Brexit è positiva per la Svizzera? Perché, oltre far calare “di due dita” una manica di eurofunzionarietti non eletti da nessuno ma affetti da delirio di onnipotenza, mette Bruxelles davanti all’evidenza che sbattere le porte in faccia all’UE “sa po’”. Quindi, se vuole avere una qualche chance di sopravvivenza, l’UE dovrà scendere a compromessi anche con altri paesi che chiedono più autonomia. In particolare in tema di controllo dell’immigrazione. Altro che starnazzare al principio fondante della libera circolazione delle persone senza limiti. O Bruxelles scende a più miti consigli, o il principio fondante diventerà affondante per l’UE.
Questo vale anche per la Svizzera e per il voto del 9 febbraio. Un voto che dovrà essere portato a casa nella sua integrità e non certo con l’inutile clausola del Consiglio federale. Ci sarà la preferenza indigena e chi saranno i contingenti all’immigrazione. Altrimenti, via i Bilaterali, via Schengen e frontiere blindate. La via è tracciata. Come diceva qualcuno: Yes we can!
Lorenzo Quadri