E noi? Primo passo: Svizzera FUORI SUBITO da Schengen!

Non si può certo dire che gli ungheresi cincischino. Il governo ha annunciato la costruzione del famoso muro di 174 Km, alto 4 metri, sul confine con la Serbia. Obiettivo: fermare un flusso di clandestini senza precedenti ed assolutamente ingestibile. Il parlamento ha approvato l’operazione la scorsa settimana. E già nei giorni scorsi sono iniziati i lavori di costruzione, in cui sono impegnati anche 900 soldati e diversi carcerati. E’ proprio il caso di dire: detto, fatto.

Castagne dal fuoco

Non che ci fossero altre opzioni per l’Ungheria. Visto che la fallita Unione europea si dimostra completamente incapace di risolvere un qualsiasi problema (li sa solo creare), figuriamoci un’emergenza come quella dei clandestini, la logica conseguenza è che i singoli stati membri si arrangiano da soli. E il vituperato governo di Budapest con il suo recinto rende un servizio a tutta l’UE e allo spazio Schengen. I confini ungheresi sono infatti anche quelli esterni dell’Unione. I funzionarietti di Bruxelles starnazzano contro i muri; ma alla fine il muro toglie anche a loro tante castagne dal fuoco. Strillare le solite patetiche accuse di razzismo contro il muro significa schierarsi dalla parte dell’illegalità, ossia dell’immigrazione clandestina.

Politikamente korretti con le pive nel sacco

La barriera ungherese è una clamorosa sconfitta per gli spalancatori di frontiere. Quelli che, monopolizzando educazione, informazione e kultura, ci hanno inculcato che un muro è una cosa brutta, cattiva e razzista per definizione. E comunque non può esistere nella realtà; è solo una boutade. Costruirne davvero uno? “Sa pò mia!”. L’Ungheria dimostra invece che “sa pò”.  Che smacco! Soprattutto se si pensa che altri potrebbero prendere esempio.  Da qui l’esigenza dei politikamente korretti di lanciare tutta la palta possibile addosso all’Ungheria: patetico tentativo di scoraggiare eventuali emuli.

Quando la riprovazione di ambienti di autocertificata superiorità morale – morale a senso unico, sia chiaro – tutti foraggiati dall’ente pubblico e quindi dal deplorevole cittadino “populista e razzista” (ma “pecunia non olet”) avrà il peso che effettivamente le spetta, ossia nessuno, un po’ di cose cominceranno ad andare meglio.

Francia e Germania…

Ma i muri, e questo è il bello, non li fa mica solo l’Ungheria. Anche quello della Francia (con governo di $inistra!) a Mentone – Ventimiglia è un muro. Fatto di forze di sicurezza e non di cemento, mattoni o metallo. Ma sempre muro è. Un muro interno all’UE ed allo spazio Schengen. La situazione tra Germania ad Austria è meno eclatante – l’Austria non è l’Italia – ma nella sostanza neanche troppo diversa.

Ma guarda un po’: ma allora sulla libera circolazione delle persone si transige eccome. Sono gli stessi stati membri e fondatori dell’UE ad affondare Schengen. Però i funzionarietti di Bruxelles pretendono di imporne il rispetto agli altri. Per la serie: fate quello che dico, non quello che faccio. Ne prendano finalmente atto gli eurofili nostrani, quelli che vogliono rifare il voto del 9 febbraio, quelli che vogliono imporci leggi e giudici stranieri: l’UE è finita. Fa la voce grossa solo con gli svizzerotti. Perché per anni i nostri governi hanno sempre calato le braghe. Sono forse quelli che erigono barriere quando fa comodo a loro che pretendono di far credere a noi, che non siamo stati membri, che la libera circolazione delle persone “non è negoziabile”?

La realtà è molto semplice: la libera circolazione delle persone è non negoziabile proprio allo stesso modo in cui era “non negoziabile” il segreto bancario. Abbiamo visto come è andata a finire.

Lorenzo Quadri