Ennesimo cedimento davanti ai balivi
Burkhalter vuole introdurre il diritto UE

La barzelletta della “ripresa dinamica, ma non automatica” è solo l’ennesima presa per il naso dei cittadini svizzeri

Le conferme che a Berna è in corso la svendita del paese sono ormai quotidiane.
L’ultima in ordine di tempo è la strategia (?) del ministro degli Esteri Burkhalter della, tenetevi forte, “ripresa dinamica ma non automatica del diritto UE” annunciata la scorsa settimana. Già quando il Consiglio federale o qualcuno dei suoi membri parla di “strategia” c’è di che preoccuparsi, ma seriamente. La prima associazione che viene in mente è infatti quella con la sciagurata “Weissgeldstrategie”  della ministra del 5% Widmer Schlumpf, che ha portato allo sfascio della piazza finanziaria.
Le intenzioni che stanno dietro alla nebulosa definizione di “ripresa dinamica ma non automatica” sono evidenti. Ossia: facciamo la ripresa automatica ma le diamo un altro nome confidando nel fatto che gli svizzerotti non se ne accorgano.
La ripresa del diritto UE, la si chiami dinamica o automatica, significa rottamare le nostre leggi e la nostra democrazia diretta per obbedire agli eurobalivi. Di fatto una Lex usa globale.
Qualcuno a Bruxelles pare fare molta fatica a comprendere un concetto molto semplice, ossia che le leggi che vigono in Svizzera vengono decise dal parlamento svizzero o dai cittadini svizzeri in caso di iniziative o referendum. Non vengono calate da potentati stranieri. Questo e non altro è il concetto che bisogna ribadire a chi pretende riprese automatiche.
Uscirsene con la pensata della ripresa dinamica significa, al contrario, partorire l’ennesimo e cervellotico distinguo formale, non sostanziale, e destinato a finire in niente. Vedi, appunto, il precedente della Weissgeldstrategie.
Non c’è nessun motivo per cui noi dovremmo essere più zelanti di quanto siamo ora, che è già troppo, nel recepire le leggi UE, visto che la prospettiva di questa recezione è quella di far comandare l’UE in casa nostra. Con la classica salami-taktik il timone delle decisioni viene sempre più spostato a Bruxelles, ed il problema non è che viene spossessato il Consiglio federale, ma che viene spossessato il popolo.
E’ quindi evidente che la “ripresa dinamica ma non automatica” è un’autentica presa in giro, oltre che un autentico disastro. L’ennesima dimostrazione di “fermezza solo nel cedimento”. Forse qualcuno non si è ancora accorto che abbiamo a che fare con “partner” che si prendono tutto il braccio se solo gli si dà un dito; figuriamoci allora se ad ogni cip di Bruxelles si risponde proponendo di cedere non il dito, ma direttamente tre quarti di braccio. Una vera pacchia trattare con gli svizzerotti, devono dire gli eurobalivi tra sé e sé. E il copione si ripete con desolante puntualità.
Ironia della sorte, sempre che si possa parlare di ironia in simili circostanze, è che in contemporanea con l’annuncio, da parte di Burkhalter, della barzelletta della “ripresa dinamica ma non automatica” del diritto UE, la kompagna Simonetta Sommaruga non poteva (non poteva proprio?) evitare di metterci del suo. Anche qui si parla di automatismi, e meglio di espulsioni automatiche dei delinquenti stranieri che commettono reati gravi. Automatismi che però, in questo caso – per la serie: ma chi l’avrebbe mai detto… – NON ci saranno. Malgrado ci sia un’iniziativa popolare votata dalla gente. Perché? Ma perché l’UE non vuole, tanto più che le toccherebbe riprendersi concittadini sgraditi (eufemismo) che era riuscita a sbolognare alla Svizzera che spalanca le frontiere per paura di sentirsi accusare di populismo e razzismo.
La strategia (?) del Consiglio federale  nei rapporti con l’UE è quindi quella sudditanza. Ogni giorno ne arriva una nuova, sgradita conferma.
Lorenzo Quadri