La Confederella istiga gli stranieri di terza generazione a naturalizzarsi controvoglia
I burocrati immigrazionisti incadregati nell’amministrazione federale – gonfiata come una rana e sempre più simile a quella di Roma – hanno davvero perso il “patàn”. Evidentemente costorosono ridotti ad inventarsi il lavoro. Difficile trovare un’altra spiegazione alla campagna mediatica che l’Ufficio federale della migrazione (Ufm) sta conducendo per istigare gli stranieri di cosiddetta “terza generazione” a servirsi del diritto alla naturalizzazione agevolata di cui dispongono dal 2018; anche se non sentono affatto questa necessità.
Fatta fuori dal vaso
Per prima cosa, va ricordato che la definizione “straniero di terza generazione” è truffaldina. Uno straniero di terza generazione non è uno straniero nato qui, i cui nonni e genitori hanno sempre vissuto in Svizzera, come qualcuno potrebbe essere indotto a credere. I requisiti per rientrare in questa categoria sono assai piùgenerosi. Si possono agevolmente trovare in pochi secondi in rete, sul sito della Confederella.
Seconda cosa. I burocrati federali ancora una volta l’hanno fatta fuori dal vaso. Non sta di certo a loro uscirsene sui media di regime con lo slogan: “Stranieri di terza generazione, c’è bisogno di voi”, come accaduto negli scorsi giorni (e non è nemmeno la prima volta).
Ma stiamo “busciando”? Quale bisogno ci sarebbe di naturalizzare in massa gli stranieri di cosiddetta terza generazione? Se costoro non sono interessati ad acquisire il passaporto rosso, avranno i loro motivi. Non c’è alcuna ragione di stalkerarli affinché cambino idea. I burocrati dell’Ufm ricevono forse un bonus per ogni cittadinanza elvetica regalata? Si sono riconvertiti in piazzisti di passaporti, sulla falsariga degli imbonitori telefonici di contratti di cassa malati?
Neo-svizzeri non convinti?
Già le naturalizzazioni facili di stranieri non di terza generazione imperversano. Troppo spesso questi neo-svizzeri non sono sufficientemente integrati. Il passaporto rosso lo vogliono per motivi utilitaristici, non certo perché sono interessati a partecipare alla vita politica. Poi i $inistrati vanno a prenderli – addirittura con invii mirati di volantini a casa di chi è stato naturalizzato da poco – nel tentativo di doparsi artificialmente l’elettorato. Chiaro: le proposte contro la Svizzera tipiche dei ro$$overdi sono molto più facili da far passare presso chi del nostro paese se ne impipa.
Se i giovani stranieri di cosiddetta “terza generazione” non chiedono in massa di diventare cittadini elvetici, vuol dire che non sono convinti di compiere tale passo. Pertanto, è scandaloso che dei burocrati federali si mettano in testa di creare dei neo-svizzeri “non convinti” e “non interessati”, cianciando che la Confederellafunzionerebbe meglio (?) “se anche queste persone partecipassero al discorso pubblico ed avessero voce in capitolo sul piano decisionale”.
E in che modo la Svizzera funzionerebbe meglio, di grazia? Per Svizzera meglio funzionante, i burocrati dell’Ufm intendono forseuna Svizzera sempre più a misura di straniero e sempre meno a misura di cittadino elvetico? Un po’ come la balorda pretesa di taluni soldatini P$, secondo i quali la SSR dovrebbe essere “più orientata ad un pubblico con passato migratorio”?
Spettacolo umiliante
E’ umiliante e deleterio lo spettacolo offerto da un Paese che,tramite dei funzionari, va a tirare la marsina a cittadini stranieri per convincerli a naturalizzarsi controvoglia.
E’ umiliante perché dà l’immagine di uno Stato alla canna del gas. E se questa è l’opinione dei burocrati dell’Ufm, allora che vadano a lavorare nel privato. Ah già, il lauto stipendio pubblico garantito a vita fa sempre comodo.
E’ deleterio perché forse qualcuno non si è accorto che siamo confrontati con un afflusso epocale di rifugiati ucraini, i quali vanno aiutati per il tempo necessario, ma non devono essere in alcun modo incoraggiati a rimanere stabilmente in Svizzera. Che messaggio trasmette invece uno Stato che – di fatto – blatera di essere alla disperata ricerca (?) di nuovi cittadini?
Doppi passaporti
Altro che istigare gli stranieri di terza generazione a naturalizzarsi controvoglia.
E’ invece tempo ed ora di stabilire che per fare politica, almeno a livello federale, occorre essere titolari di un solo passaporto. Il cittadino naturalizzato che non si sente nemmeno abbastanza svizzero per rinunciare alla nazionalità d’origine non è al suo posto all’interno delle istituzioni. Australia docet.
Lorenzo Quadri