Ma come, non doveva essere un non problema? E la CDU a gamba tesa anche sui migranti

Ma tu guarda i casi della vita. Quando in Ticino un comitato guidato dal “guastafeste” Giorgio Ghiringhelli lanciò l’iniziativa popolare per vietare la dissimulazione del viso, i politikamente korretti fautori del disastroso multikulti ne fecero di ogni per sminuire la proposta e soprattutto – come è uso tra gli autocertificati detentori della “morale” – per squalificare i proponenti. Questi ultimi vennero etichettati come dei beceri xenofobi senza niente di meglio da fare che sollevare “non problemi” e con essi far perdere tempo alle istituzioni.

Quando il 65% dei ticinesi approvò il divieto di burqa in votazione popolare, i moralisti a senso unico non mancarono di strillare al populismo, al razzismo e all’islamofobia (a queste cerchie, autoerotizzarsi cerebralmente con le “fobie” procura il massimo godimento).

Quando si trattò di concedere la garanzia federale alla modifica della Costituzione ticinese, alle camere federali la $inistruccia montò in cattedra per difendere la libertà (?) delle donne di venire costrette da padri, fratelli e mariti a girare nascoste sotto un pastrano integrale. Certo che la $inistra che parla di libertà fa leggermente sorridere: potendo, i kompagnuzzi introdurrebbero un nuovo divieto al giorno e, a quelli che non la pensano come loro, toglierebbero subito la libertà di espressione come pure il diritto di voto, visto che si tratta di “beceri”. Anche il Consiglio federale, pur costretto dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo favorevole alla legge antiburqa francese ad approvare anche il divieto ticinese, non mancò di deplorarlo e di sciacquarsi la bocca con le “aperture”: non sia mai che a qualche immigrato, magari a carico dello stato sociale, venga impedito di fare in Svizzera tutti i propri comodi.

Islamofobi?

Adesso invece tutti parlano di vietare il burqa. Il parlamento olandese ha deciso di recente in questo senso. E nei giorni scorsi anche l’Anghela Merkel, prima responsabile del caos asilo in Germania ed in Europa, ha detto, al congresso della CDU, che il velo integrale va proibito.

Ma come, non doveva essere un “non problema”? Ma come, i sostenitori del divieto non erano dei beceri xenofobi islamofobi?

Inoltre: visto quello che sta succedendo in numerose moschee nel nostro paese, dove si predica la jihad grazie a finanziamenti in arrivo da paesi retti dall’islam radicale ed espansionista, “forse” l’islamofobia è una necessità difensiva. No all’islamizzazione della Svizzera!

Tetto massimo per asilanti

Ma oltre alla volontà della Cancelliera tedesca di vietare il burqa ed il niqab – la responsabile del caos asilo doveva pur dire qualcosa per recuperare consensi – dal congresso della CDU di cui sopra è emersa un’altra indicazione interessante. Ossia che l’ala destra bavarese del partito chiedeva l’introduzione di un tetto massimo di 200mila migranti all’anno. Notare che stiamo parlando di un partito democristiano, mica dei “populisti e razzisti” di Alternative für Deutschland.

Le proporzioni

Le proporzioni sono presto fatte. Visto che la Svizzera ha un decimo degli abitanti della Germania, il nostro tetto massimo dovrebbe essere di 20mila domande. Invece navighiamo attorno al doppio, ma guarda un po’… E poi veniamo accusati di “chiudere illegalmente le frontiere” violando i diritti dell’uomo.

E non solo: la kompagna Simonetta Sommaruga va in giro ad impegnarsi a destra e a manca, o meglio a nord e a sud, promettendo che la Svizzera si farà carico di sempre più asilanti nell’ambito dei programmi di ricollocamento dell’UE; i quali programmi però non sono per noi vincolanti. Traduzione: accogliamo sempre più finti rifugiati su base assolutamente volontaria. E perché? Ma “per dare l’esempio”! Sommaruga ha detto proprio così: per dare l’esempio. E per fortuna che, secondo la partitocrazia spalancatrice di frontiere, la politica d’asilo elvetica sarebbe diventata “più restrittiva”. Come no. Sempre “per dare l’esempio” la kompagna Simonetta gli asilanti li ospiterà a casa propria?

Lorenzo Quadri