Nella denegata ipotesi in cui fosse esistito ancora qualche seppur minimo dubbio, ecco che ci pensa la stessa UE a fare chiarezza. Mentre gli Stati membri affrontano il caos migranti e uno dopo l’altro chiudono le frontiere, il presidente della Commissione UE Jean Claude Juncker lancia l’allarme. “Alcuni paesi hanno allegramente (sic!) reintrodotto i controlli alle frontiere, e domani ci verrà chiesto di rendere conto dei costi economici che questo comporta”. E ancora: “Schengen è in pericolo, l’UE è minacciata alla base, occorre salvare Schengen”.
Davanti a simili sciagurate esternazioni, non si può che restare basiti. L’eurobalivo Juncker finge di non vedere, e come lui molti altri, che l’invasione di migranti economici, l’80% dei quali sono giovani uomini soli che non vengono affatto da paesi in guerra, è un pericolo per la sicurezza dei cittadini e delle cittadine europee. L’Europa sì che è minacciata, ma da questi arrivi di massa illegali. Ed invece di preoccuparsi della sicurezza dei cittadini europei, di cosa si preoccupa Juncker? Di mantenere le frontiere spalancate! Le frontiere spalancate sono dunque più importanti della sicurezza di chi vive negli stati membri.
Fa poi ridere i polli che il presidente della Commissione UE abbia il coraggio di evocare i costi economici provocati dalla reintroduzione dei controlli sul confine. Uella Juncker, e come la mettiamo con i costi provocati dall’immigrazione scriteriata con arrivi di quantità insostenibili di migranti economici? Costi che sono a carico del contribuente, visto che i milioni di finti rifugiati non li mantiene l’eurobalivo Juncker con i suoi soldi.
Ecco, questa è l’Unione europea alla quale, secondo il consigliere di Stato P$ Manuele Bertoli, la Svizzera dovrebbe aderire.
Contingenti austriaci
Lo scorso anno nel nostro paese sono entrati 40mila asilanti. L’Austria per il 2016 ha annunciato che ne accetterà “solo” 37’500 e fino al 2019 al massimo 127’500.
Quindi l’Austria, che è uno stato membro UE, accoglierà meno migranti economici della Svizzera. E non solo: perfino le tanto slinguazzate (dalla nostra sinistruccia) socialdemocrazie scandinave hanno chiuso i confini e stanno espellendo a go-go. Niente da dire, kompagni?
Non ci vuole il mago Otelma per prevedere che, una volta che l’Austria avrà raggiunto il tetto massimo, i migranti in esubero si riverseranno sulla vicina Svizzera, se quest’ultima non avrà nel frattempo avuto il buonsenso di chiudere le frontiere. Ma di certo non ci si possono fare grandi illusioni. Basti pensare che la kompagna Simonetta Sommaruga, responsabile del dossier, dopo le molestie di massa in Germania (ma anche da noi) ha detto che “non c’è posto in Svizzera per chi non rispetta le donne”.
La presa in giro della “Simo”
O Simonetta, prima hai permesso che questi giovani uomini soli che “non rispettano le donne” arrivassero in tutta comodità, e chi sosteneva il ripristino dei controlli al confine era un becero populista e razzista. In Parlamento hai pure descritto la sospensione dei fallimentari accordi di Schengen come uno scenario apocalittico, che provocherebbe colonne quotidiane fino a Milano. Forse è il caso di andarci cauti con i voli pindarici. A parte che se padroncini e frontalieri fanno un po’ di coda in dogana non ci stracciamo le vesti, quella della ministra di Giustizia è retorica da tre e una cicca. La Svizzera ha aderito a Schengen solo nel 2005. Non ci risulta che prima del 2005 ci fossero “code quotidiane fino a Milano”. Prendiamo comunque atto con piacere che Sommaruga è consapevole del fatto che il Ticino ogni giorno subisce una un’invasione da sud, ed attendiamo che si comporti di conseguenza, nevvero?
Ma guarda un po’: dopo che la buona “Simo” ha permesso l’arrivo dei migranti economici “che non rispettano le donne” adesso vorrebbe farci credere che di botto comincerà ad espellere come farebbe una “becera populista e razzista”? La presa in giro è evidente.
Lorenzo Quadri