Credibilità zero: giustizia ticinese come il Circo Knie. A quando la nomina popolare?
Prosegue il Circo Knie della giustizia ticinese. Prima i 5 Procuratori pubblici asfaltati dal Consiglio della magistratura. Poi il tira e molla tra il Consiglio della Magistratura e la Commissione Giustizia e diritti del Gran Consiglio sulla visione degli atti (negata). Poi c’è stata la telenovela dei messaggini whatsapp del presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Emani (P$) al Procuratore generale Andrea Pagani (PLR) (il famoso: “trattamela bene se no ricomincio a parlare male di voi”). Ovviamente, se il messaggino è diventato di pubblico dominio, è perché qualcuno l’ha mostrato in giro. Questo “qualcuno” può essere solo il destinatario. Il che la dice lunga sui veleni che ammorbano Palazzo di giustizia.
Inutile dire che il “messaggino-gate” è stato messo via senza prete dal sostituto PG Andrea Maria Balerna, pure PLR. Chiaramente in vista delle nomine al Ministero pubblico. Il problema non è tanto il messaggino in sé, per quanto inopportuno, ma piuttosto quel che ci sta dietro. Il compagno presidente del Tribunale penale pensa di dettare legge anche in Procura?
Come se non bastasse…
Gli interrogativi sul circo-giustizia sono tanti. Due fra tutti: alcuni dei PP bocciati sono in carica da svariati anni. Come mai solo ora gli si rimprovera di non saper svolgere il proprio lavoro? E non avrebbe dovuto essere il PG Pagani, eletto due anni fa dal Gran Consiglio perché “del partito giusto”, ad accorgersi per primo delle lacune?
E’ evidente che la credibilità della giustizia ticinese è ridotta ai minimi termini. Come se non bastassero già le sentenze inflessibili solo ai danni degli sfigati automobilisti incappati nelle maglie del bidone Via Sicura; mentre nei confronti dei delinquenti, specie se “non patrizi”… avanti col buonismo-coglionismo!
Le interpretazioni
Come noto il 14 dicembre il Gran Consiglio dovrà procedere alle nomine della durata di 10 anni (!) dei Procuratori pubblici. Quindi la Commissione giustizia e diritti, incaricata di redigere il proprio rapporto al plenum, si trovava davanti al bivio: non riproporre i bocciati dal Consiglio della magistratura? Riproporli? Alla fine sono stati riproposti, ed in più sono stati introdotti 8 nuovi nominativi. Il parlamento si troverà quindi con 20 cadreghe per 27 fondoschiena. A restare fuori sarà chi è meno meritevole o chi è meno raccomandato? La notte dei lunghi coltelli è programmata!
Riproporre i bocciati equivale a sconfessare il Consiglio della magistratura. D’altra parte, il plenum ha comunque la possibilità di lasciarli fuori.
Come leggere la scelta commissionale?
Volontà di conferire al parlamento la più ampia scelta possibile? Bocciatura del Consiglio della magistratura (che certamente non ha gestito bene la situazione, emettendo giudizi tranchant ma, come ha spiegato il presidente della Commissione giustizia e diritti, senza le adeguate motivazioni)? O pretesa della politica di fare strame dei giudizi “tecnici” sui candidati?
A questo punto dall’esterno ognuno può interpretare come meglio crede l’ormai famosa bocciatura dei 5 PP:
- Giudizio severo ma meritato?
- Regolamento di conti tra magistrati?
- Tentativo di liberare cadreghe al MP a vantaggio di nuovi raccomandati?
Adesso, come da copione, (ri)partirà la fiera del bestiame. Se poi il 14 dicembre il risultato finale sarà quello di confermare dei PP bocciati e di lasciarne fuori altri ritenuti idonei, il caos sarà completo.
La morale è sempre la stessa
La nomina dei magistrati da parte della partitocrazia, che sceglie in funzione dell’etichetta politica, non è più sostenibile. Non lo vediamo solo in Ticino. Anche in Consiglio nazionale, la casta si è trovata costretta a rinviare alla sessione primaverile la nomina del procuratore generale della Confederella causa “mancanza di candidati idonei”. Figura marrone!
Come ben si vede, tutto indica che è tempo ed ora di passare all’elezione popolare dei magistrati, come da tempo chiede la Lega. Gli elettori non potranno fare peggio dei soldatini in Gran Consiglio. Chiaramente la durata della carica dovrà essere ridotta. E per essere candidabili occorrerà disporre di un certo numero di requisiti ulteriori; ad esempio tot anni di esperienza nel diritto penale.
Il popolo elegge governo e parlamento, prende decisioni fondamentali per il futuro del Paese. Non si vede perché non dovrebbe essere in grado di nominare anche i rappresentanti del potere giudiziario.
Lorenzo Quadri