Gli abitanti dell’enclave potranno continuare a curarsi in Ticino. Ma in caso di “puff”…

La Regione Lombardia si è già dovuta fare carico di 90 milioni di costi sanitari, che il Comune rifiuta di rifonderle (non avrebbe nemmeno i soldi necessari). Siamo sicuri che voglia andare avanti?

Come sappiamo ormai da qualche settimana, nell’anno di disgrazia 2023 ci aspetta una maxistangata sui premi di cassa malati.

Si tratta dell’ennesimo aumento ingiustificato. Siamo però pronti a scommettere che il Dipartimento del kompagno Berset “more solito” lo approverà. Poi però i $ocialisti pensano di farsi campagna elettorale strillando contro i salassi di cassa malati, quando ad avallarli è il LORO Consigliere federale. Che tolla!

Le stangate si sommano

L’aumento è ingiustificato almeno per due motivi: 1) La crescita dei costi sanitari non lo spiega e 2) Gli assicuratori dispongono di riserve miliardarie in eccesso. Le quali vanno restituite ai cittadini. Le riserve vengono infatti costituite tramite premi troppo elevati.

La stangata sui premi di cassa malati si sommerà all’aumento del costo della vita provocato dalla pandemia da stramaledetto virus cinese e dalla guerra in Ucraina, nonché dall’effetto boomerang delle sanzioni alla Russia. Il governicchio federale infatti, bramoso di slinguazzare i propri padroni di Bruxelles fino a consunzione delle papille, ha ripreso automaticamente i vari pacchetti sanzionatori UE senza avere la più pallida idea delle conseguenze che ciò avrebbe comportato per il nostro Paese. E questo lo ha detto la Delegazione delle commissioni della gestione del parlamenticchio federale, non il Mattino populista e razzista.

Il risultato di quanto sopra è chiaro: ticinesi sempre più poveri.

Rifugiati ucraini

Il salasso che ci si prospetta verrà poi ulteriormente aggravato dai costi sanitari generati dai rifugiati ucraini, che per forza di cose non sono ancora conteggiati.

Già nelle scorse settimane si ipotizzava che entro fine anno in Svizzera sarebbero arrivati 350mila profughi: l’equivalente di un Canton Ticino in più. E’ chiaro anche al Gigi di Viganello che un simile afflusso epocale di persone avrà conseguenze pesanti pure sui costi sanitari e quindi sui premi di cassa malati pagati da noi. Specie considerando che, contrariamente a quanto si è voluto far credere alla popolazione, la permanenza dei rifugiati non sarà di breve durata.

Il caso di Campione

Nei giorni scorsi è arrivato il terzo capitolo, che riguarda gli “amici” di Campione d’Italia. Nel novembre 2021 la Regione Lombardia aveva deciso che ai cittadini campionesi non sarebbe più stato consentito rivolgersi, come fatto finora, ad ospedali e medici svizzeri: avrebbero dovuto fare capo alle strutture del SSN (sistema sanitario nazionale) del Belpaese.

L’utilizzo dei servizi medici ticinesi da parte dei campionesi nel corso degli anni è stato costellato anche da abusi, che hanno contribuito a far schizzare i costi verso l’alto. Risultato: la Regione Lombardia ha dovuto sborsare la bellezza di 91 milioni di euro per l’assistenza sanitaria ottenuta dai campionesi in territorio ticinese per il periodo 2004-2018. La Regione è poi andata a battere cassa presso l’autorità comunale dell’Enclave per 87 milioni. Ma quest’ultima rifiuta di pagare (nemmeno avrebbe i soldi necessari).

Puzza di bruciato

L’accesso degli abitanti di Campione alla sanità rossoccrociata avrebbe dunque dovuto cessare. Ma nei giorni scorsi è arrivato il contrordine compagni. Nella sua seduta del 26 aprile la Giunta della Regione Lombardia ha infatti deliberato che i campionesi, per un periodo di prova di un anno – quindi fino al 30 aprile 2023 – potranno continuare a servirsi delle strutture sanitarie del Canton Ticino. A due condizioni:
1) “I maggiori costi dell’assistenza sanitaria ai cittadini di Campione d’Italia eccedenti la disponibilità del servizio sanitario nazionale graveranno sul bilancio comunale”; e

2) Il campionese che vorrà fare capo alle cure elvetiche dovrà partecipare ai costi, in una misura ancora da stabilire.

Le modalità pratiche andranno concordate tra la Direzione generale Welfare italiana e l’Istituzione comune LAMal.

Chi sarà il creditore?

Per non saper né leggere né scrivere, davanti a questo cambio di rotta italico un paio di domandine ci nascono spontanee.

Sul punto 1): il Comune di Campione d’Italia risulta in dissesto economico dal 2018, anno di fallimento del Casinò. Come noto ha scoperti anche nei confronti del Canton Ticino e della città di Lugano (che hanno continuato ad erogare prestazioni a titolo gratuito “per solidarietà”… finanziata  con i soldi dei contribuenti ticinesi).

Come scritto sopra, l’Enclave non vuole pagare gli 87 milioni di euro chiesti dalla Regione Lombardia che ha dovuto coprire i costi sanitari extra generati dai campionesi che si sono fatti curare in Svizzera. Quali garanzie ci sono che il Comune nei prossimi 12 mesi pagherà effettivamente “i maggiori costi dell’assistenza sanitaria (svizzera) ai cittadini di Campione d’Italia eccedenti la disponibilità del servizio sanitario nazionale”? Se, come è facile immaginare, il Comune non salderà le fatture ma cumulerà scoperti, chi sarà il suo creditore secondo i nuovi accordi? La (già ampiamente scottata) Regione Lombardia come ora? Oppure le casse malati svizzere?

Se i creditori dovessero essere i cassamalatari, è scontato che questi ultimi recupererebbero gli scoperti aumentando il premio ai ticinesi!

Stesso discorso per la partecipazione individuale ai costi (punto 2) che verrà richiesta ai pazienti campionesi. Se non pagheranno, chi si troverà l’ammanco sul groppone? La Regione Lombardia  o le casse malati, con le conseguenze di cui sopra?

Avviso ai naviganti

Che nessuno si sogni di farsi infinocchiare per l’ennesima volta!

Prima di stipulare un qualsivoglia accordo, i cassamalatari devono avere la certezza che, nell’ipotesi non certo fantasiosa di inadempienza di Campione o dei campionesi, a coprire l’ammanco ci sarà un altro ente italiano; leggi la Regione.

Già la Svizzera paga la rendita di disoccupazione ai senza lavoro dell’enclave che mai hanno contribuito a finanziarla. Già Campione deve soldi a Cantone e città di Lugano (a proposito, a quanto ammonta il debito attuale?).

Che possa toccare ancora a noi farci carico di probabili costi sanitari impagati dall’Enclave, non ci sta affatto bene! Specie quando, sul fronte dei premi di cassa malati, ci aspetta “la peggiore stangata degli ultimi vent’anni” non ancora comprensiva delle spese sanitarie generate dai rifugiati ucraini.

Lorenzo Quadri