Liste di mobilità: entrata in vigore ritardata per consentire furbate… e nümm a pagum?

Nuovi sviluppi da Campione d’Italia. Dove, si sarà capito, il conto a carico degli svizzerotti a seguito del “grounding” di Casinò e Comune si gonfia sempre più.

Gli uccellini dell’enclave cinguettano infatti che le liste di messa in mobilità saranno ufficiali domani. Sulle liste di mobilità figurano quei dipendenti comunali in esubero, che vengono messi a disposizione di altre amministrazioni pubbliche lombarde. Con un inghippo, però: in caso di ripresa da parte di un nuovo datore di lavoro, lo stipendio non sarebbe più quello di Campione, con tutti i bonus e benefits del caso. Lo stipendio sarebbe quello in uso presso una “normale” amministrazione pubblica lombarda. Il che significa: molto più basso, di fatto una frazione, di quello che si riceve Campione.

Il santo vale la candela?

E allora la domanda nasce spontanea: ma il santo vale la candela? Tanto più che c’è un’ottima alternativa per gli “esuberi” che sono domiciliati in Svizzera. Ovvero, mettersi a carico dell’assicurazione elvetica contro la disoccupazione (AD), senza aver mai pagato i contributi,ottenendo però le piene prestazioni. Questo accade grazie ad accordi internazionali del piffero sottoscritti dai burocrati bernesi. E che i calabraghe federali firmino trattati tafazziani non sorprende nessuno. Basti pensare alla famosa Convenzione sui ristorni dei frontalieri. “Grazie” ad essa – ed agli esponenti del triciclo PLR-PPD-P$ nel governicchio cantonale che rifiutano di bloccare i ristorni – ogni anno versiamo 84 milioni di franchetti al Belpaese. Invece il Lussemburgo, membro fondatore dell’UE, per i frontalieri attivi sul proprio territorio non versa un copeco ai Paesi confinanti.

Il CF conferma

Ora: come scritto più volte su queste colonne, a seguito della particolare composizione degli stipendi campionesi, la rendita di disoccupazione svizzera (80% dello stipendio lordo) più essere uguale, o addirittura superiore, alla paga che il beneficiario percepiva quando lavorava. Questa aberrante circostanza (il ticinese che finisce in disoccupazione deve mettere in conto una sensibile riduzione delle proprie entrate) è stata di recente confermata dal Consiglio federale in risposta ad un’interpellanza di chi scrive. La disoccupazione finanziata dagli svizzerotti è dunque assai più redditizia della mobilità italica.

Il salario

C’è anche un altro aspetto che va considerato: se l’ex dipendente dell’enclave si licenzia dopo essere stato messo in mobilità, il salario che fa stato per il calcolo della rendita AD diventa quello previsto dalla mobilità, nettamente inferiore a quello campionese. C’è dunque da sperare che i funzionari proposti ai calcoli non si faranno infinocchiare, visto che di mezzo ci sono i soldi delle nostre assicurazioni sociali.

Piccante novità

E non è finita, perché adesso arriva l’aspetto più piccante della vicenda. I nostri amici pennuti cinguettano che l’elenco degli ex dipendenti che finiranno sulla lista di mobilità è pronto: infatti verrà pubblicato domani. Però l’inizio ufficiale della messa in mobilità è stato procrastinato al 14 ottobre, ovvero ad una settimana dopo.Pare per decisione del Commissario prefettizio. Perché ritardare artificiosamente di una settimana l’effetto dell’inserimento in mobilità?

Se a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre, si potrebbe pensare che lo scopo sia quello di dare una settimana di tempo agli iscritti sulla lista residenti in Svizzera per potersi licenziare…mettendosi così a carico della disoccupazione elvetica conteggiata ancora in base allo stipendio di Campione. Licenziarsi dopol’entrata in vigore della mobilità significherebbe infatti poter beneficiare solo della rendita calcolata sullo stipendio “di mobilità”. Ovvero, parecchio meno!

Se le cose stessero davvero così, da Campione qualcuno ci dovrebbe non poche spiegazioni. E intanto gli enti pubblici ticinesi continuano ad erogare prestazioni gratis all’enclave “per solidarietà”?

Lorenzo Quadri