Intanto però i “puff” dell’enclave italica nei confronti di Lugano tornano a lievitare
Il rapporto tra Campione d’Italia ed il Ticino, Lugano in primis, dopo lo sfacelo del Casinò dell’enclave è diventato particolarmente complicato (eufemismo).
Come sappiamo gli ex dipendenti del comune di Campione e della casa da gioco formalmente residenti in Ticino – anche con permesso B farlocco – incassano la disoccupazione elvetica, senza aver mai versato i contributi. Ci sono ex funzionari dell’enclave che, con la rendita finanziata dagli svizzerotti, guadagnano più di quando lavoravano: è la conseguenza della particolare composizione degli stipendi campionesi. Una situazione confermata dal governicchio federale rispondendo ad un’interpellanza di chi scrive. Aspettiamo sempre di sapere a quanto ammonta il conto a carico della nostra assicurazione contro la disoccupazione.
800mila Fr in agosto
Dopo la chiusura del Casinò, il Canton Ticino e la città di Lugano hanno continuato ad erogare servizi all’enclave “per solidarietà”, senza venire remunerati. Roma è in seguito intervenuta per appianare la situazione debitoria. Ma adesso i puff campionesi sono tornati a crescere. Nel solo anno di disgrazia 2021, già a fine agosto i debiti dell’enclave nei confronti della città di Lugano ammontavano a circa 800mila franchetti. Sul tema è pendente un’interrogazione al municipio del consigliere comunale leghista Andrea Censi.
Stipendi di lusso
Eppure il comune di Campione continua a versare stipendi di lusso ai suoi 12 dipendenti: gli uccellini lacustri cinguettano di una media di 8000 Fr mensili netti, con punte fino a 12’500 per la segretaria comunale. A pagarli è il contribuente italiano. Roma versa all’enclave 5 milioni di euro ogni anno. Ma la metà o quasi se ne va in costi del personale. Ed i “puff” con i vicini elvetici lievitano.
Il tesoretto
Tuttavia Campione i mezzi per ripagare i debiti li avrebbe. In casa. Proprio nei giorni scorsi – il documento data 16 settembre – è stata consegnata una serie di “relazioni di stima” sul patrimonio immobiliare disponibile dell’enclave: ville, stabili e terreni che non servono alla pubblica amministrazione e che pertanto possono – anzi, devono – essere venduti. L’ammontare del tesoretto? Oltre 22.5 milioni di franchi.
Nell’elenco si trovano infatti:
Tirando le somme si arriva dunque ad oltre 22.5 milioni di Fr.
Qualcosa non torna
C’è chi ritiene tuttavia che i conti non tornino, e che alcune delle stime commerciali siano troppo elevate. Sicché, per la serie “a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre”, il risultato dell’operazione sarà che per certi oggetti non si troveranno acquirenti. Insomma, c’è chi sostiene che il Comune non voglia in realtà vendere, ma solo fare finta. Viene per contro reputata bassa la stima di Villa Franchini.
Una cosa comunque è certa. I contribuenti ticinesi e luganesi non possono accettare che Campione continui a cumulare “puff”, e contemporaneamente a versare stipendi stellari ai propri dipendenti ed a disporre di tesoretti immobiliari del valore di decine di milioni.
Lorenzo Quadri