La Regione Lombardia ribadisce: “a carico del Comune”. E in caso di assicurati morosi…
Intanto da Berna arriva la denuncia: “Da due anni l’Italia non paga per tempo le prestazioni erogate in Svizzera”
La stangata sui premi di cassa malati per l’anno prossimo è confermata. Tanti cittadini dovranno fare i conti con aumenti di premio anche superiori al 10%. Di conseguenza, occorre essere estremamente attenti a quello che accade sul fronte dell’assicurazione malattia.
Un paio di settimane fa il Mattino ha scritto sulle vicissitudini legate all’accesso degli abitanti di Campione d’Italia alla sanità elvetica. Il tema è di particolare interesse per noi. Se le conseguenze degli accordi “in divenire” fossero ulteriori aumenti di premio a carico dei ticinesi, è chiaro che non ci siamo.
91 milioni
In sostanza, nel novembre 2021 la Regione Lombardia aveva deciso che ai cittadini campionesi non sarebbe più stato consentito rivolgersi ad ospedali e medici del nostro Cantone: avrebbero dovuto fare capo alle strutture del sistema sanitario nazionale (SSN) del Belpaese. In precedenza l’utilizzo della sanità svizzera da parte degli abitanti dell’enclave aveva già provocato problemi finanziari. I costi sono schizzati verso l’alto, e ci sono stati anche degli abusi. Tant’è che, per il periodo 2004-2018, la Regione Lombardia ha dovuto sborsare la bellezza di 91 milioni di euro per l’assistenza sanitaria ottenuta dai campionesi in territorio ticinese. La Regione Lombardia è poi andata a battere cassa per 87 milioni presso il municipio dell’enclave. Il quale però non vuole pagare.
Chi garantisce
Nelle scorse settimane è stato stabilito che, contrariamente alla decisione presa nel novembre 2021, i campionesi potrannocontinuare a fare capo alla sanità svizzera per un periodo di prova di un anno, fino al 30 aprile del 2023. A condizione però che paghino una partecipazione ai costi, ovvero una sorta di mini-premio di cassa malati (si parla di un contributo di circa 100 Fr al mese a testa per gli adulti) e che le maggiori spese finiscano a carico del bilancio comunale.
La domanda da porsi ovviamente è: se i campionesi, rispettivamente il comune, non paga il dovuto alle casse malati,cosa succede?
A tal proposito cominciano ad emergere gli altarini.
Pagamenti arretrati
In uno scritto di inizio aprile, indirizzato al Ministero della Salute italico, alla Regione Lombardia e all’ATS Insubria, la Confederazione precisa: “Ci vogliono garanzie scritte che i costi aggiuntivi per la categoria speciale “Campione” saranno rimborsati dall’Italia a tempo debito”. Poi, la perla: “Da qualche tempo l’Italia non rimborsa in tempo i crediti per le prestazioni sanitarie erogate agli assicurati italiani in Svizzera (in generale e per quanto riguarda i crediti per i casi “Campione”). I debiti dovuti al pagamento ammontano a più di 33 milioni di franchi (totale dei crediti: più di 90 milioni di franchi). (…) L’Italia non rispetta le scadenze dall’inizio del 2020”.
Apperò! Quindi il Belpaese ancora una volta è inadempiente nei confronti degli svizzerotti!
Gli assicurati rischiano
L’ultima presa di posizione della Regione Lombardia, dello scorso 5 maggio (quindi di dieci giorni fa), non è rassicurante. La Regione infatti a più riprese sottolinea che “i maggiori costi graveranno sul bilancio comunale (di Campione). La Direzione Generale Welfare è incaricata di individuare, in accordo con l’Istituzione Comune LAMal, le modalità operative per applicare il contributo”. Non traspare affatto la volontà di farsi carico deipuff che il Comune certamente lascerebbe (già sta tornando ad accumulare debiti nei confronti di Lugano).
Nella sua presa di posizione, la Regione Lombardia sgancia anche una seconda “bomba”: “Le modalità di riscossione e gli importi del contributo (dei singoli assicurati, quindi il mini-premio di cassa malati) non competono né all’ATS (Agenzia di tutela della salute) Insubria né all’ASST (Azienda sociosanitaria territoriale) Lariana”. E quindi cosa succede, e chi paga, se l’assicurato campionese diventa moroso? Mistero.
I cassamalatari non rischiano niente: per qualsiasi ammanco, possono aumentare i premi con la benedizione del kompagnoAlain Berset (P$). Per gli assicurati, invece, la situazione è diversa.
Costi ucraini
Già che si parla di aumenti di premi di cassa malati provocati da cittadini non svizzeri: è evidente che pretendiamo chiarezza sui costi sanitari generati dai profughi ucraini. Un certo numero dei quali starebbe approfittando alla grande delle prestazioni sanitarie “gentilmente offerte” dai politicanti con i soldi del contribuente. Gli uccellini cinguettano di un boom di richieste di visite mediche, dentistiche, oculistiche, senza alcuna necessità. Tanto pagano gli svizzerotti! Improvvisamente tutti i bambini ucraini devono rifarsi gli occhiali a spese nostre?
Inoltre, ai rifugiati ucraini vengono pagate anche le spese veterinarie per gli animali da compagnia: costi cui il cittadino svizzero deve fare fronte di tasca propria.
Forse qualcuno non ha capito che tutte queste prestazioni non sono gratis. Le paga il contribuente. La cui buona disposizione nei confronti dei profughi ucraini sta scemando sempre più. Anche a causa dei privilegi ingiustificatamente concessi e dell’atteggiamento di certi rifugiati che si comportano come se fossero turisti, pretendendo di venire serviti e riveriti.
$inistrati allo sbando
Come se non bastasse, i soliti ro$$overdi e parte del cosiddetto “centro” – ormai franato a $inistra – tentano ora di abusare della grande generosità dimostrata dai cittadini elvetici nei confronti dei profughi ucraini per estenderla anche agli altri asilanti.
Avanti, tutti nella Confederella paese del Bengodi, dove si può mungere senza ritegno la mammella pubblica!
Ecco come gli immigrazionisti ricompensano la generosità della popolazione.
Ma avanti, votateli…
Lorenzo Quadri