Come volevasi dimostrare, niente restituzione dell’IVA indebitamente prelevata

Come volevasi dimostrare, ancora una volta il contribuente svizzerotto rimane cornuto e mazziato.

Il Tribunale federale ha stabilito che sul canone radioTv (il più caro d’Europa, di recente trasformato in imposta, visto che verrà corrisposto “senza causa”) l’IVA è prelevata ingiustamente. Questo è accaduto lo scorso aprile.

Per il futuro quindi non si pagherà più l’imposta sul valore aggiunto sul canone. E il passato? Già, perché il prelievo dell’IVA, che il TF ha riconosciuto come indebito, avviene dal lontano 1995. E, se il salasso non è legittimo da aprile, è evidente che non lo era nemmeno in precedenza.

Chi ha avuto, ha avuto…

La decisione sul da farsi in merito ai canoni versati dal 1995 in poi spettava però all’Ufficio federale delle comunicazioni, Ufcom. Il quale, ma tu guarda i casi della vita, ha deciso che all’utente non si risarcisce un fico secco. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. E, visto che ad aver “avuto” è la Confederazione, figuriamoci se un suo ufficio si sognava di restituire! Si fa decidere chi si è indebitamente ingrassato alle spalle dei cittadini se vuole dare indietro il maltolto? Geniale!

La storia insegna

E’ il caso di ricordare che l’Ufcom, che benedice un ladrocinio a danno dei cittadini-telespettatori, è poi lo stesso che  fissa, d’accordo con i compagni di merende della SSR, l’ammontare della nuova imposta con cui si foraggerà l’ente radiotelevisivo. La storia insegna che, quando viene introdotta una nuova imposta, quest’ultima è destinata ad aumentare. Figuriamoci allora cosa succede quando a stabilire l’ammontare del prelievo è un ufficio federale che rifiuta di restituire quanto indebitamente sottratto alla gente!

Come le casse malati?

Quanto accaduto con l’IVA sul canone ricorda da vicino – anche se, per fortuna, più in piccolo – la vicenda del rimborso, o piuttosto, del non rimborso, dei premi di cassa malati pagati in eccesso. I Ticinesi, come sappiamo, da 18 anni sborsano premi di cassa malati gonfiati. Ciò è accaduto con la complicità della Confederazione. “E’ accaduto?” In effetti, il tempo al passato è scorretto. Non “è accaduto”: tuttora accade. Il risarcimento ottenuto – 70 milioni su 450 – lo abbiamo scritto un’infinità di volte, è una presa per i fondelli.

Chissà perché c’è come il vago sospetto che anche la nuova imposta radiotelevisiva ex canone avrà lo stesso andazzo dei premi di cassa malati: continuerà ad aumentare.

Votazioni da rifare

Ma quella sui vent’anni di IVA sul canone stuccata agli utenti e che non si vuole restituire, non è l’unica decisione in materia radiotelevisiva presa in questi giorni. Il TF ha infatti deciso che le schede della votazione del 14 giugno, per quanto l’esito sia stato risicatissimo, non verranno ricontate.  Stranamente in questo caso non si trova un miliardario residente negli USA disposto a finanziare un’iniziativa per rifare la votazione. Chiaro: il Sì per il rotto della cuffia costituisce un regalo alla SSR, ovvero all’organo propagandistico degli spalancatori di frontiere e dei sabotatori del 9 febbraio, sicché… due pesi e due misure!

Lorenzo Quadri