L’associazione consumatori vuole tartassare gli artigiani, ma sul furto legalizzato…

 Ma guarda un po’, si torna a parlare del canone radioTV più caro d’Europa, che viene clamorosamente abusato per fare propaganda di regime (pro-UE, pro-accordo quadro, pro-immigrazione, pro-finti rifugiati, pro-passatori, e naturalmente sempre contro gli odiati populisti: del resto gli esempi di giornalai rossi della Pravda di Comano che vomitano odio via social contro il Salvini di turno sono una triste, ed ovviamente impunita, realtà).

Iniziative parlamentari

A Berna sono pendenti delle iniziative parlamentari che vogliono abolire il pagamento del canone per le aziende. Infatti, con la “nuova” legge sulla radioTV (LRTV), passata in votazione popolare per il rotto della cuffia nel giugno 2015 ed entrata in vigore ad inizio del corrente anno, le aziende devono pagare il canone in base alla cifra d’affari (!),  anche se non dispongono di apparecchi radiotelevisivi. Del resto, di solito in ditta ci si va per lavorare e non per guardare la TV.

Grazie alle “nuove” disposizioni, l’artigiano ed il piccolo imprenditore  pagano il canone sia a casa che in ditta. Una plateale doppia imposizione.  Ed il canone per le aziende va da 365 a quasi 36mila franchi.

Come se non bastasse anche i consorzi di imprese, le quali già pagano il canone, pagano a loro volta il canone in base alla cifra d’affari. Quindi in questi casi siamo alla tripla imposizione.

Non hanno fatto un cip

Quanto alle persone fisiche, è noto che con la nuova legge vige l’obbligo di pagare il canone anche se non si ha alcun apparecchio “atto alla ricezione”, anche se si è ciechi o sordi. Il canone è diventato una tassa pro-SSR. Ma senza la necessaria base costituzionale. Perché, come sappiamo, quando si tratta di fare favori agli amichetti, i politicanti federali del triciclo PLR-PPD-P$$ non guardano troppo per il sottile.

Altrettanto interessante è ricordare che i rappresentanti dell’economia, quando nel 2015 si trattava di votare la nuova LRTV, mica si sono opposti, figuriamoci. Perché? Elementare, Watson: perché spesso e volentieri a dirigere o a presiedere queste associazioni ci sono dei politicanti, i quali se la fanno sotto al pensiero di mettersi contro la SSR. Temono che poi questa si vendicherà oscurandoli – cosa che infatti l’emittente di regime fa regolarmente con i “nemici” – e allora… addio inviti in studio ed interviste a go-go, addio campagna elettorale pagata con i soldi del contribuente!

Colonia P$$

Con l’arrivo delle fatture Serafe qualcuno è improvvisamente sceso dal pero ed adesso arrivano le iniziative parlamentari che chiedono di esentare le aziende ed i consorzi di aziende dal canone. Queste iniziative magari potrebbero anche venire approvate in Parlamento. E contro queste proposte ecco che sbrocca l’associazione consumatori. Tale associazione ha una caratteristica: è colonizzata da soldatini e soldatine del P$, e fa campagna elettorale per il partito, altro che “difendere i consumatori”. Anche le redazioni della SSR sono colonizzate da kompagni (86% di giornalisti di $inistra o di centro-$inistra). Dunque, il legame tra emittente di regime ed associazione consumatori è a filo doppio.

Risparmiare!

L’associazione consumatori, dunque, inveisce contro la proposta di esentare le aziende dal canone, esenzione che andrebbe a vantaggio degli artigiani e delle piccole imprese: sono loro a sentire maggiormente il peso del canone. E lo fa inventandosi la fregnaccia che i soldi che verrebbero a mancare a seguito dell’eventuale esenzione ce li dovrebbero mettere le economie domestiche. Per le quali, blaterano i $inistrati, il canone aumenterebbe di 50 Fr.

Cari kompagni konsumatori, ma chi credete di menare per il naso? Se viene abolito il canone delle aziende, semplicemente la TV di Stato dovrà RISPARMIARE.Ed i margini per farlo ci sono, essendo quest’ultima gonfiata come una rana,con una spesa del tutto spropositata rispetto all’offerta come puer al bacino dell’utenza. Altro che aumentare il canone alle economie domestiche!

Sul tesoretto Serafe…

Fa poi specie che i kompagni konsumatori e le kompagne konsumatrici non abbiano un cip da dire sul tesoretto di 600 milioniche la Serafe si sta costituendo con il sistema della fatturazione scaglionata. Grazie a questo giochetto, nell’anno di disgrazia 2019 tante economie domestiche che pagheranno un canone maggiorato. Le più sfigate lo pagheranno addirittura doppio. E’ chiaro che questi 600 milioni, destinati a finire sottobanco nelle capienti casse della SSR, vanno restituiti ai cittadini fino all’ultimo centesimo, così come da mozione presentata a Berna da chi scrive.

Ma come mai le associazioni di consumatori al proposito tacciono? Forse perché i beneficiari di questo furto legalizzatoai danni dei consumatorisono gli amichetti ro$$i della TV di Stato?

Iniziativa popolare

Aspettiamo inoltre che venga lanciata l’iniziativa popolare per il canone a 200 Fr all’anno. Avrebbe delle ottime chance di riuscita: pagare più di tale cifre per foraggiare la SSR è follia.

Ed infatti gli uccellini cinguettano che su questo fronte qualcosa si starebbe finalmente muovendo…

Lorenzo Quadri