Il Ticino, anche a seguito di oltre un decennio di immobilismo fiscale (grazie DFE e PLR), è già uno dei Cantoni dove si pagano più imposte. E non certo perché il cittadino riceve migliori prestazioni!

Come volevasi dimostrare, ecco che a livello cantonale e non solo si pensa ad aggravi fiscali, cioè a mettere le mani nelle tasche della gente in periodo di crisi.
Il Ticino avrebbe bisogno esattamente del contrario, ossia di sgravi fiscali. E ricordiamo che è sempre in ballo, ormai da 12 anni, la questione della fiscalità punitiva che attualmente grava sui singles. E’, questo, uno dei tanti problemi a cui i partiti $torici ripetono come un mantra che “bisogna provvedere, ma non è il momento”. Solo che per loro non è mai il momento. Se i conti sono in rosso,  non ci sono i soldi. Se sono in nero, bisogna mettere “fieno in cascina”. E il contribuente rimane, come da copione, cornuto e mazziato.
Il Ticino in materia di sgravi fiscali è fermo al palo da oltre un decennio. Il risultato è che siamo precipitati sul fondo della classifica della competitività fiscale. Adesso il partito trasversale delle tasse vorrebbe farci cadere ancora più in basso. E non si creda che queste cose non avranno conseguenze disastrose. L’ente pubblico ha bisogno dei buoni contribuenti, che sono pochi ma pagano molte tasse. Se questi vanno altrove, lo Stato va a battere cassa presso il ceto medio: quel ceto che dovrebbe essere la spina dorsale della nostra società ma che, nel corso degli anni, è stato sempre più tartassato ed impoverito con politiche scriteriate. A partire dalla devastante libera circolazione delle persone, che ha derubato il cittadino medio ticinese delle speranze e delle prospettive per il futuro.
Il “tesoretto fiscale” del Ticino sono quei pochi, buoni contribuenti che pagano molte tasse. Un “tesoretto” che si trova già ora in pericolo – lo ha messo nero su bianco la stessa SUPSI – a seguito di oltre un decennio di immobilismo, in cui alle nostre latitudini non è stata fatta nessuna riforma fiscale volta a sgravare i contribuenti, mentre  gli altri Cantoni si muovevano. E adesso, con irresponsabili aggravi fiscali, si vorrebbe mettere ulteriormente in pericolo questa risorsa.
Che nessuno si lasci ingannare dalle storielle secondo cui gli aggravi fiscali sarebbero temporanei e comunque circostanziali allo stato difficile delle finanze cantonali. Il pozzo senza fondo delle casse pubbliche non sarà mai pieno, poiché la spesa cresce fuori da ogni controllo, senza che i partiti storici si sognino di intervenire. Men che meno l’ex partitone titolare da tempo immemore del DFE, e quindi primo responsabile, con la sua ministra delle finanze – che studia (?) ma non decide – del catastrofico immobilismo.
Inoltre, il partito trasversale delle tasse le mani nelle tasche della gente le metterebbe comunque, anche con i conti pubblici in attivo: perché l’obiettivo è quello di gonfiare l’amministrazione pubblica come una rana, trattandosi di un centro di potere e di posti di lavoro con cui accontentare e, soprattutto, fidelizzare elettoralmente, gli amici degli amici (e le loro famiglie).

Confronto impietoso
Il confronto tra Cantoni, come dimostra la tabella che abbiamo già pubblicato settimana scorsa e che riproponiamo oggi, è impietoso. In Ticino non paghiamo “un po’ di più d’imposte”. Paghiamo anche 5 volte di più rispetto ad altri Cantoni. E per quale motivo? Forse che negli altri Cantoni non esiste lo Stato sociale? Forse che Oltregottardo non ci sono scuole o ospedali? Forse che in Svizzera interna gli anziani dormono sotto i ponti? No!
Semplicemente noi paghiamo di più, molto di più, per ottenere le stesse prestazioni. Gli aggravi fiscali, inoltre, non risolvono nulla: visto che la spesa pubblica continua a crescere senza controllo, gli aggravi di quest’anno non basteranno già più per coprire i buchi dell’anno prossimo.
E per cosa è esplosa la spesa pubblica in Ticino? Forse per creare lavoro per i Ticinesi? Forse per rilanciare l’economia? Manco per sogno, e la realtà quotidiana lo dimostra: il numero delle persone in assistenza aumenta in modo preoccupante, mentre siamo invasi da frontalieri e padroncini che portano via il lavoro ai residenti. E anche in questa circostanza il DFE si segnala per il totale immobilismo. Nessuna proposta, nessuna idea, ma solo il trito ritornello del “sa po’ mia”!
E’ chiaro che qualsiasi aggravio fiscale, fosse anche “solo” il ventilato aumento di tasse causali (quali? Perché?) per qualche milione, va respinto al mittente.
Le lacrime e il sangue annunciate dal presidente del CdS Beltraminelli, per il comune cittadino ticinese sono da anni una realtà. Adesso è il turno degli amici degli amici.
Lorenzo Quadri