L’accademico asfalta le fregole spalancatrici di frontiere di troppi politicanti

In questo sfigatissimo Cantone la stampa di regime (quella che il 13 di febbraio sogna di MUNGERE altri sussidi ai cittadini: per cui, tutti a votare NO alla legge sui media!) tace omertosa sulla nuova ondata di caos asilo. Il tombale silenzio si estende anche alle conseguenze della precedente ondata, quella del 2015, che presto inguaieranno Cantoni e comuni.

Guai in arrivo

Essendo infatti trascorsi 7 anni dal “ferale” 2015, in base alla legge federale Berna smetterà di farsi carico dei finti rifugiati arrivati in Svizzera a quel tempo. Mantenerli ed accudirli toccherà ai Cantoni. I quali scaricheranno la patata bollente sui comuni di domicilio.

I finti rifugiati giunti nel 2015 sono in Svizzera da 7 anni. Ma in questo lungo periodo non hanno acquisito alcuna autonomia. Non lavorano, non hanno imparato la lingua, e neppure sanno districarsi nelle incombenze quotidiane. Risultato: i servizi sociali non dovranno “solo” mantenerli (con i soldi dei contribuenti). Dovranno pure far loro da balia; con enorme dispendio di tempo e di risorse. Ma i servizi sociali comunali sono stati creati per aiutare i cittadini in difficoltà. Non per occuparsi dei migranti economici!

Crescita prevista

Gli sbarchi nella vicina Penisola continuano ad aumentare. Nei primi giorni dell’anno, il segretario di Stato uscente alla migrazione Mario Gattiker ha dichiarato che per il 2022 la Confederazione si aspetta una chiara crescita delle domande d’asilo. E’ allora evidente che la Svizzera deve attivarsi per evitare di venire presa d’assalto dai finti rifugiati. Consiglio federale, giù dal pero!

Al proposito va ribadito forte e chiaro che non esiste alcun diritto umano all’immigrazione. Piaccia o non piaccia alla partitocrazia, agli intellettualini ro$$i da tre e una cicca ed ai giornalai di regime. Non c’è alcuna convenzione sui rifugiati o dichiarazione dei diritti dell’uomo che obblighi una nazione ad accogliere migranti economici. Tutti i paesi, Svizzera ovviamente compresa, hanno facoltà di chiudere le frontiere a questi ultimi. Il diritto d’asilo offre protezione temporanea ai perseguitati politici. Non ai finti rifugiati con lo smartphone che raggiungono l’Europa con l’obiettivo di mettersi a carico dei contribuenti.

L’intervista al prof

Sul tema dell’asilo, il numero dello scorso novembre del periodico “Zeitgeschehen im Fokus” pubblica una lunga ed interessante intervista al Prof. Dr. Alfred de Zayas, esperto di diritto internazionale e già mandatario dell’ONU. Su questo documento avremo modo di tornare.

Il Prof. de Zayas, alla faccia dei nostrani politichetti mainstream, appoggia quei paesi dell’Europa dell’Est che proteggono i propri confini, ad esempio costruendo dei muri.

I migranti non sono dei profughi, ribadisce l’accademico, e non è accettabile che la Convenzione sui rifugiati venga “costantemente stiracchiata ed abusata” con motivazioni politiche per costringere degli Stati ad esaminare singolarmente decine, se non centinaia di migliaia di domande d’asilo, e nel frattempo ad ospitare ed a mantenere i richiedenti a proprie spese sul proprio territorio, quando l’esperienza dimostra che la massima parte di queste domande è farlocca.

Rivedere le regole

Gli antichi insegnano che “abusus non tollit usum”: ovvero,l’abuso di una norma non ne esclude l’applicazione. Ma quando – come nel caso dell’asilo – l’abuso non è più l’eccezione ma la regola, allora bisogna rivedere le disposizioni in vigore. Questo con l’obiettivo di ripristinare il senso del diritto d’asilo. Che è protezione. Non immigrazione. Men che meno immigrazione di persone che non sono politicamente perseguitate.

Il compito dell’ONU, sempre secondo de Zayas, deve pertanto essere quello di limitare l’immigrazione. Invece i politicanti che sgovernano il bidONU fanno proprio il contrario. Ecco: la Svizzera potrebbe portare questo tema sul tavolo delle Nazioni Unite. Ma il presidente di turno della Confederella, il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) Ignazio Cassis (PLR), vuole acculare la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU non certo con simili obiettivi, ma solo per asservire sempre più il nostro Paese ad organismi internazionali del piffero, privi di qualsiasi straccio di legittimazione democratica, che però pretendono di comandare in casa nostra.

Applicare la proposta leghista

Vista la situazione, appare chiaro che la Svizzera, come da mozione della Lega a Berna, deve seguire la via ipotizzata dalla Danimarca (stato membro UE). Ovvero: nel mentre che le loro richieste d’asilo vengono esaminate, i migranti non devono venire alloggiati e mantenuti nel nostro Paese. I centri destinati a tale scopo vanno realizzati in Africa, a costi nettamente inferiori ed in prossimità dei paesi di provenienza. Dove la stragrande maggioranza dei richiedenti dovrà peraltro tornare. Sveglia!

Lorenzo Quadri