Visto che arrivano frotte di pregiudicati magrebini, bisogna togliere le libere uscite
Intanto la Deputazione ticinese scrive a Berna a scopo elettorale; peccato che i suoi membri del Triciclo PLR-PPD-P$ più Verdi-anguria abbiamo sistematicamente votato CONTRO le proposte che volevano imprimere un giro di vite alla fallimentare politica d’asilo elvetica
Come il Mattino scrive ormai da settimane, la situazione che i finti rifugiati generano nel Mendrisiotto è diventata insostenibile. Questo perché non giungono qui dei perseguitati politici, bensì la peggiore foffa magrebina. E gli arrivi sono esplosi.
Sempre più “ospiti” dei Centri di Chiasso e Balerna hanno precedenti penali. Alcuni anche per reati della massima gravità, quali tentato omicidio o terrorismo. Di recente, finti rifugiati alloggiati a Chiasso che si spacciavano per minorenni senza esserlo – ma erano tuttavia certificati come tali dalle autorità svizzere – hanno commesso due rapine a Como in un’unica serata.
Nei giorni scorsi a Basilea un migrante è stato arrestato per aver violentato due volte una donna nei bagni della stazione ferroviaria, e per averne molestate varie altre. Ebbene, lo stupratore aveva presentato domanda d’asilo a Chiasso nei mesi precedenti. Ma bene!
Le domandine
Sul Mattino della scorsa settimana abbiamo formulato alcune domandine facili-facili alla SEM (Segreteria di Stato della migrazione) ed alla sua responsabile politica kompagna Baume Schneidèèèr, P$ (quella eletta “perché simpatica”) a proposito dei troppi asilanti che delinquono e ciononostante rimangono in Svizzera, dove rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica. Attendiamo le risposte!
I reati che i finti rifugiati commettono sul nostro territorio, fuori dai Centri federali, spesso e volentieri non vengono neppuresanzionati. La SEM non li ritiene “sufficientemente gravi”. Ah, ecco!
Via le libere uscite
La situazione, come indica la cronaca nei giorni scorsi, sta degenerando. Sia all’interno del Centro di Chiasso che fuori. Polizia, ambulanza, ma anche i pompieri, devono intervenire tutti i giorni, più volte al giorno. Va da sé che il conto lo paga il contribuente.
Visto che, per colpa delle frontiere spalancate volute dalla partitocrazia, i Centri asilanti sono diventati dei ricettacoli di delinquenti, ci pare chiaro che queste strutture non possono più rimanere aperte come lo sono ora. Sarebbe come spalancare le porte delle prigioni.
Al momento, secondo l’apposita ordinanza della Confederella, gli ospiti dei Centri asilanti federali sono infatti liberi di andare in giro dove vogliono dalle 9 di mattina alle 17 di sera, dal lunedì al venerdì. Non sappiamo se questi orari vengano effettivamente rispettati. Durante il fine settimana, poi, è libera uscita da venerdì mattina alle 9 fino a domenica sera alle 19.
Nel 2016 la Lega a Berna, con mozione di chi scrive, chiese di ridurre questi orari, in particolare durante i weekend. Va da sé che governicchio e partitocrazia hanno risposto picche. La situazione creatasi nel Mendrisiotto impone ora di tornare alla carica. Viste le attitudini delinquenziali degli ospiti dei Centri, le libere uscite vanno abolite e gli asilanti tenuti a rimanere all’interno delle strutture.
La protesta dei cittadini
Nei giorni scorsi da Chiasso si sono levate le voci di protesta della cittadinanza. Esercenti e commercianti hanno espresso sui mediala propria esasperazione davanti all’escalation dei reati commessi dai finti rifugiati. Il comandante della polizia comunale non ha nascosto la “paura che prima o poi succeda qualcosa di grave”.
Oltre all’aspetto qualitativo c’è pure quello quantitativo. Secondo le assicurazioni fornite dalla Confederella, tra il Centro di Chiasso e quello di Balerna-Pasture, il massimo di asilanti presenti nella zona avrebbe dovuto essere di 350; ma attualmente sono quasi il doppio. E nei prossimi mesi c’è da attendersi un ulteriore peggioramento: non per nulla è notizia di venerdì che sulle coste del Belpaese dal primo gennaio sono sbarcati 74mila migranti, mentre nello stesso periodo dello scorso anno erano 31mila.
Inutile dire che il governo italiano non parla nemmeno più di tornare ad applicare gli accordi di Dublino sospesi lo scorso dicembre.
La Lega da sempre chiede un giro di vite sulla fallimentare politica d’asilo elvetica, improntata all’immigrazionismo ed al buonismo-coglionismo.
Lacrime di coccodrillo
Venerdì scorso la Deputazione ticinese a Berna ha scritto una letterina alla kompagna Baume Schneidèèèr, denunciando la situazione nel Mendrisiotto e chiedendo un intervento di Berna. Sul fatto che la Confederella debba finalmente scendere dal pero, non ci piove. Peccato però che gli esponenti della partitocrazia all’interno della Deputazione abbiano sistematicamente affossatole varie mozioni presentate alle Camere federali dal Gruppo Udc(di cui fa parte la Lega) mirate a rendere più restrittiva la politica d’asilo elvetica. In Consiglio nazionale queste proposte sono state votate solo dai deputati di Udc e Lega. Però adesso, come se “niente fudesse”, gli esponenti del Triciclo scrivono a Baume Schneidèèèr. Chiaro: le elezioni federali si avvicinano, quindi farsi belli con il Mendrisiotto torna utile.
Un po’ troppo facile spedire missive che lasciano il tempo e che trovano a scopo di campagna elettorale, però quando si tratta di votare provvedimenti concreti… contrordine compagni, abbiamo scherzato! Come diceva Totò: “Accà nisciuno è fesso!”.
Inoltre, diversamente da quanto scrive la Deputazione, a Chiasso le cose di certo non si sistemano con “ulteriori risorse finanziarie per gestire la situazione”. Altro che gettare nel water ancora più soldi del contribuente, altro che “gestire”: qui bisogna fare repulisti! I finti rifugiati magrebini ad alto tasso delinquenziale non vanno “gestiti”; vanno ESPULSI. E bisogna fare in modo che non ne arrivino di nuovi. Il che significa: blindare i confini!
Lorenzo Quadri