Spesa e delinquenza esplodono, ma per Baume Schneidèèèr (P$) non c’è alcun problema

Il caos asilo prosegue. Del resto nel Belpaese ogni giorno sbarcano centinaia di giovanotti magrebini con alta propensione alla delinquenza, tutti finti rifugiati, parecchi dei quali fanno poi perdere le proprie tracce. Basta dare un’occhiata ai TG italici di questi giorni per farsi un’idea della situazione.

E gli arrivi avvengono anche via terra.

Alle nostre latitudini, nelle scorse settimane si è assistito al teatrino dei politicanti dell’ex partitone calati a Chiasso (sindaco PLR, capodicastero polizia PLR: ma tu guarda i casi della vita) a scopo di marketing elettorale. Ovvero, per fingere di voler risolvere i problemi generati dai finti rifugiati che devastano il Mendrisiotto. La presa per il lato B è manifesta: il PLR, assieme al resto della partitocrazia, a Berna ha sempre sistematicamente votato contro le proposte per arginare il caos asilo. L’ultima volta durante la “sessione speciale” tenutasi in giugno sul tema in Consiglio nazionale. Proposte che vengono solo da parte di Lega ed Udc.

Approccio sbagliato

Venerdì si è invece tenuto un incontro tra la “ministra di Giustizia” kompagna Baume Schneidèèèr (P$) ed i rappresentanti dei Cantoni. Ne è emerso che questi ultimi metteranno a disposizione 1800 posti letto in più per gli asilanti. Il direttore del DI Norman Gobbi (Lega) ha detto molto chiaramente che il Ticino ha già dato e sta già dando, sicché non accetterà di farsi rifilare altri migranti. E’ la Svizzera centrale a non aver fatto i compiti. 

Rimane un problema di fondo. La SEM e Baume Schneidèèèr insistono con la creazione di nuovi posti per alloggiare i finti rifugiati. Un approccio sbagliato. Non si tratta di aumentare la capacità di accoglienza per poi decidere come spalmare i clandestini sul territorio:  il compito di Berna è di impedire che i finti rifugiati entrino in Svizzera, e di fare in modo che quelli che si trovano da noi vengano rimpatriati in fretta! Invece troppe persone che non hanno alcun diritto all’asilo, una volta raggiunto il nostro Paese, finiscono comunque col rimanerci definitivamente. Va da sé, a carico degli svizzerotti “chiusi e gretti” (cit. P$).

Negazionismo di $inistra

Come ben sappiamo, la kompagna Baume Schneidèèèr per motivi ideologici non ne vuole sapere né di ripristinare i controlli ai confini, e nemmeno di esternalizzare le procedure d’asilo. Per non farsi mancare niente, la consigliera federala “eletta perché simpatica” è addirittura riuscita a negare l’esistenza del caos asilo. Questo sì che è “negazionismo”, per usare un termine che piace ai $inistrati! 

La Confederella nel 2023 spenderà per l’asilo qualcosa come  4 miliardi di franchi (e manca ancora il conto a carico di Cantoni e Comuni!); nei mesi scorsi, decine di cittadini svizzeri sono stati sfrattati dalle loro case per fare spazio ai migranti;  i reati commessi da asilanti si impennano – il Mattino sul suo ultimo numero ha pubblicato una raccolta dei comunicati stampa “a tema” delle varie polizie cantonali, diramati nel giro di pochi giorni -;  del ritorno  all’applicazione dell’accordo di Dublino da parte dell’Italia non si parla nemmeno più; e l’elenco potrebbe proseguire a lungo. Però, secondo la kompagna ministra, non ci sarebbe alcun caos asilo, “l’è tüt a posct”? 

Record migratorio

Intanto nei giorni scorsi la società di consulenza immobiliare Wüst Partner ha annunciato che quest’anno arriveranno stabilmente in Svizzera 150mila persone: un record. Avanti di questo passo e il disastro della Svizzera con 10 milioni di abitanti, ossia con oltre un milione di stranieri in più rispetto ad oggi, diventerà realtà entro il 2030: cioè nel giro di pochi anni!

E’ evidente che dobbiamo riprendere il controllo sull’immigrazione: sia che si tratti di cittadini UE, di migranti economici con lo smartphone, o di profughi ucraini con o senza SUV Maserati.

La politica delle frontiere spalancate imposta dalla partitocrazia col supporto dei media di regime ha fallito su tutta la linea e sta demolendo il Paese: è tempo di mandarla al macero.

Lorenzo Quadri