A Chiasso i finti rifugiati fanno lo sciopero della fame? Rimandarli a casa loro!
E’ da un po’ che il Mattino lo scrive ma naturalmente la stampa di regime… citus mutus.
Il caos asilo è tornato. Ormai siamo ai livelli disastrosi del 2015. Adesso perfino la Confederella è costretta ad ammetterlo.
Su Comuni e Cantoni si stanno ora abbattendo le conseguenze dello sfacelo del 2015: sono infatti trascorsi sette anni e dunque i finanziamenti federali giungono a scadenza. Di conseguenza, gli asilanti ricadono sul groppone degli enti di prossimità. E si tratta di persone che, malgrado il lungo tempo trascorso qui, non hanno acquisito alcuna autonomia. Oltre ad essere a carico dello Stato sociale, non hanno imparato la lingua e necessitano di “balie” anche per svolgere le incombenze quotidiane, specie se amministrative. Dunque generano lavoro extra per i servizi sociali comunali e cantonali. Ma questi sono stati creati per sostenere i ticinesi in difficoltà. Non per seguire passo a passo i finti rifugiati!
Quanto scommettiamo che i $inistrati immigrazionisti presto pretenderanno potenziamenti dei servizi sociali per stare dietro al “nuovo compito” (come se non bastasse versare le rendite), e nümm a pagum?
Assalto alla diligenza
Adesso dunque arriva la nuova ondata di “caos asilo” che si somma all’afflusso di rifugiati ucraini. Nel caso di questi ultimi, oltre a dover fare spazio per le persone, bisognerà creare ulteriori posti auto per i SUV. Non ci sono parcheggi per tutti e presto non si saprà più dove piazzare le Porsche, le Maserati e le Mercedes targate UA.
I migranti economici portati da questo nuovo “assalto alla diligenza” costituiranno un problema a lungo termine. Proprio come quelli del 2015. Sommati ai profughi ucraini – che i $inistrati ro$$overdi stanno brigando per tenere qui in via definitiva – genereranno una vera e propria bomba demografica. Le conseguenze economiche e sociali saranno devastanti.
La barca è piena
E’ evidente che in tempo di crisi sia economica che energetica, con tanti svizzeri che non sanno più da che parte voltarsi per arrivare alla fine del mese e con il rischio di rimanere “al freddo e al buio in inverno”, di margine per ospitare e mantenere migranti non ce n’è più!
Ne abbiamo piene le scuffie di dover condividere forzatamente quel poco che resta del nostro “benessere” e delle nostre risorse, che paghiamo caro prezzo, con chi arriva in casa nostra per mettersi a carico e non ha contribuito in alcun modo alla creazione di questo “benessere”.
E siamo anche stufi di sentire che i cittadini elvetici devono arrangiarsi a far fronte all’esplosione del costo della vita ed all’ennesima ingiustificata tranvata nei premi di cassa malati perché “gh’è mia da danée”, però i soldi per mantenere migranti si trovano sempre!
Morale della favola: l’attuale crisi impone la chiusura delle frontiere. La barca è piena!
E cosa sta facendo invece il governicchio federale? Apre nuovi centri d’accoglienza. Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole! Avviso ai naviganti: che nessuno si sogni di creare in Ticino nuovi alloggi per asilanti!
Intanto a Chiasso..
Del resto nel nostro Cantone su questo fronte già ne succedono di tutti i colori. E’ notizia di ieri che nel centro per richiedenti l’asilo di Chiasso una cinquantina di giovani profughi afghani ha da qualche giorno iniziato uno sciopero della fame. Pare per protestare contro la “difficile convivenza” (?) all’interno della struttura.
Ma stiamo “busciando”? Se questi finti rifugiati non sono contenti di come vengono alloggiati a Chiasso, non hanno che da tornare al loro paese. Go home! Gli scioperanti della fame, che credono di poter ricattare gli svizzerotti per ottenere quello che vogliono, vanno accompagnati per direttissima al confine!
Ovviamente, visto che nelle cronache di ieri si parlava pure di ricoveri al Pronto soccorso a seguito del digiuno a scopo di ricatto, vogliamo sapere a quanto ammontano i costi sanitari di questa pagliacciata, che poi andranno a gonfiare i premi di cassa malati a nostro carico.
E a tal proposito aspettiamo sempre che il kompagno Alain Berset (P$) ci comunichi quanto incidono i rifugiati (sia che si tratti di profughi ucraini che di migranti economici) sulla stangata nei premi dell’assicurazione malattia con cui dovremo fare i conti l’anno prossimo!
Lorenzo Quadri