Frontiere spalancate über Alles! Intanto vanno per la maggiore le quarantene “fai da te”
Come da copione il Coronavirus è arrivato e si sta diffondendo in tutta la Svizzera. Mentre si cancellano manifestazioni ed eventi per paura del contagio, Oltregottardo non mancano i datori di lavoro che hanno deciso di mettere in quarantena i dipendenti in arrivo dal Ticino: non tanto per il numero di casi conclamati, ma piuttosto per la vicinanza con la Lombardia. Dove, malgrado le misure draconiane prese della Regione, il contagio continua ed il numero dei morti pure. Fatto sta che la vicina Penisola è il terzo paese al mondo per decessi dopo Cina ed Iran.
Alcune considerazioni
A proposito di Italia, è il caso di osservare quanto segue:
- Un numero sempre maggiore di paesi ha previsto ufficialmente divieti d’ingresso e quarantene per persone in arrivo dal Belpaese: Gran Bretagna, Romania, Bulgaria, e vari altri. Israele, che non è dietro l’angolo, blocca i voli aerei in arrivo dall’Italia. Perfino altre Regioni della Penisola bloccano le persone che giungono dalla Lombardia.
- Alle quarantene ufficiali si aggiungono quelle decretate dai datori di lavoro nei confronti dei loro dipendenti (ad esempio, in Francia ai collaboratori viene detto: se vai in Italia, dopo il rientro non presentarti sul posto di lavoro per due settimane).
- Tutti i contagi in Svizzera dipendono da contatti avuti con l’Italia.
- In Ticino entrano tutti i giorni 70mila frontalieri ufficiali (più quelli in nero, più svariate migliaia di padroncini, più…) in arrivo proprio dalle zone più a rischio.
Scelte incomprensibili
E’ quindi incomprensibile che la Svizzera non preveda delle misure alla frontiera. Del resto, perfino il presidente dell’ordine dei medici del Canton Ticino Dr. Franco Denti si è espresso in questo senso.
Chiaramente queste misure non costituirebbero la panacea. Assieme agli altri provvedimenti adottati, servono a ridurre il rischio di contagio. Dei 70mila frontalieri, 45mila lavorano nel terziario: dunque la loro presenza non è indispensabile. Quelli necessari al funzionamento del settore sanitario possono essere fatti entrare dopo i necessari controlli (che si spera vengano già effettuati). La direzione della clinica universitaria Balgrist (Università di Zurigo) ha decretato giovedì che tutti i dipendenti che si sono recati in Italia di recente dovevano contattare il giorno dopo “per motivi precauzionali” i responsabili delle risorse umane.
Soluzioni possibili
Non bisogna dimenticare che tanti ticinesi e residenti che lavorano nel settore sanitario sono impiegati a tempo parziale; per coprire un’eventuale emergenza temporanea ed assicurare la turnistica, si potrebbe chiedere loro di aumentare la percentuale lavorativa. Per evitare il rischio che vengano contagiati all’estero, un certo numero dei frontalieri necessari al funzionamento del sistema sanitario ticinese potrebbe essere temporaneamente alloggiato in Ticino. Inoltre, non si può escludere che prossimamente, a seguito di ulteriori misure che potrebbero essere prese in Lombardia, un numero significativo di frontalieri non potrà comunque lasciare il proprio domicilio. Quindi, prendere dei provvedimenti ai confini era senz’altro possibile. La situazione della Svizzera (del Ticino) non è paragonabile a quella delle altre nazioni confinanti con l’Italia, dato che nessuna ha 70mila frontalieri che entrano tutti i giorni dalla Lombardia. Ma evidentemente a Berna non se ne rendono conto. Le frontiere spalancate vengono prima di ogni considerazione, comprese quelle di salute pubblica. E, alla peggio, si chiude il Gottardo!
Neanche un cip
Chissà se il kompagno Alain Berset e compagnia cantante hanno una vaga idea di come si sono sentiti i Ticinesi lo scorso fine settimana, quando a pochi chilometri dai nostri confini veniva decretata la chiusura di scuole, uffici pubblici ed attività commerciali, la cancellazione rispettivamente la fine anticipata di eventi (anche della massima importanza economico-turistica, vedi il Carnevale di Venezia), la messa in quarantena di interi Comuni, sapendo che il giorno dopo sarebbero arrivati in Ticino, senza alcun controllo, 70mila frontalieri?
No di certo.
Nemmeno la partitocrazia ha fatto un cip. Anzi, taluni $inistrati e non solo hanno perfino avuto il coraggio di mettersi a starnazzare e a vomitare odio contro chi ha chiesto misure sul confine a difesa della popolazione ticinese. Che pena!
Lorenzo Quadri