La nuova struttura avrebbe dovuto aprire i battenti nel 2015; adesso si slitta al 2021

 

Finalmente, dopo anni d’attesa, hanno preso il via in quel di Pregassona i lavori preparatori per la “nuova casa anziani e centro polifunzionale” (gli scavi veri e propri inizieranno in gennaio). La struttura, del costo complessivo di 47.6 milioni (incluso il sussidio cantonale di 10 milioni) comprenderà la casa anziani propriamente detta, con 114 posti letto ed un reparto “Alzheimer” di 31 posti; un centro diurno per persone affette da demenza senile; la nuova sede del Servizio accompagnamento sociale ed un nido d’infanzia. L’inaugurazione è prevista per l’autunno del 2021.

E’ senz’altro una bella notizia che, finalmente, il cantiere  del “centro polifunzionale” atteso da anni possa prendere il via.

Se si pensa che il municipio approvò il progetto definitivo ed il preventivo dei costi nell’estate del 2011 – mentre il progetto vincente venne scelto dalla giuria ad inizio 2009 –  e che il messaggio municipale (settembre 2011) indicava come data per la consegna dell’opera il 2015 (!), ci si rende conto che sono stati persi parecchi treni.

Come mai?

Ovviamente per questo ci sono delle responsabilità. In parte della città, in parte esterne. In particolare:

  • La decisione della maggioranza del municipio (quello della legislatura 2008-2013) di far costruire l’edificio con la modalità dell’impresa generale. Scelta fortemente voluta dall’allora capodicastero edilizia pubblica Giovanna Masoni e dai suoi funzionari dirigenti. Si tratta della stessa formula adottata per il LAC. Peraltro con risultati tutt’altro che brillanti, visto che sul cantiere del polo culturale ne sono successe di tutti i colori, come puntualmente riportato su queste colonne. Se tuttavia per il LAC si poteva comprendere una scelta di questo tipo trattandosi del primo polo culturale costruito in Ticino e quindi mancando esperienze analoghe sul territorio, lo stesso non si può dire per il centro polifunzionale di Pregassona. Di case anziani in questo Cantone ne sono state costruite tante, e nessuna in impresa generale. Una formula avversata tanto dalla Società impresari costruttori che dal Cantone, che ha portato ad inutili discussioni e diatribe con Bellinzona.
  • Durante il cantiere del LAC le risorse sia finanziarie che umane erano tutte concentrate su quest’opera. Il resto è rimasto indietro. Oltretutto nel 2013 scoppiò l’allarme finanze, con conseguenti misure di risparmio. Evidentemente, secondo qualcuno, la cultura d’élite è prioritaria rispetto alle necessità della popolazione, ed in particolare della popolazione anziana, che aumenta sempre di più.
  • A mettere la ciliegina sulla torta, il ricorso sull’assegnazione della commessa. Ormai l’ente pubblico non può più costruire nemmeno un pollaio senza che ci sia una qualche complicazione giudiziaria. Figurarsi un’opera di 47 milioni. Nel concreto, il ricorso è stato presentato contro la decisione del municipio di attribuire la realizzazione della nuova casa anziani al consorzio Garzoni – RdE. Ma il Tribunale cantonale amministrativo l’ha infine respinto.

Si spera che…

Adesso che finalmente i lavori sono partiti, si spera che il cantiere possa proseguire spedito e soprattutto senza le “vicissitudini” che hanno caratterizzato quello del LAC.

Certo che, davanti ad un progetto scelto ad inizio 2009 che se va bene diventerà realtà  quasi 13 anni dopo, è comprensibile che il cittadino una qualche domandina sulle tempistiche dell’ente pubblico se la ponga. A maggior ragione quando si tratta di un’opera che:

  • risponde ad esigenze molto concrete e primarie della popolazione e quindi non costituisce un “di più” per la gloria;
  • creerà circa 120 nuovi posti di lavoro e permetterà di riqualificare il comparto dove sorgerà con spazi pubblici esterni di qualità, che saranno a disposizione del quartiere.

Lorenzo Quadri