Raccontiamola giusta, PF! Non esiste un diritto universale a stabilirsi in Svizzera

Ecco che adesso si monta politicamente la panna sul caso Mark, il ragazzo ucraino rimpatriato nei giorni scorsi assieme alla sua famiglia. E’ dunque opportuno rimettere la chiesa al centro del villaggio.

  • Di sicuro il giovane ed i suoi familiari non l’hanno scoperto dall’oggi al domani che dovevano lasciare la Svizzera. Al rimpatrio si è giunti dopo anni di procedure giudiziarie.
  • Finora si conosce solo la versione del 19enne. Che, evidentemente, è di parte.
  • Penosi come di consueto i kompagni del Mp$. I $inistrati tentano di mettersi in mostra strumentalizzando la vicenda. Obbiettivo: spalare palta sul Dipartimento delle Istituzioni, sulla Lega e su Gobbi. Peccato che le decisioni di rimpatrio non le prenda il Dipartimento delle Istituzioni, che le deve solo eseguire. A decidere è la Segreteria di stato della Migrazione (SEM) a Berna. La quale, ma guarda un po’, oggi sottostà alla PLR Karin Keller Sutter (KKS), mentre nel passato recente era feudo della kompagna (!) Simonetta Sommaruga. Altro che Lega!
  • Che il giovane ucraino non sia d’accordo con la decisione di rimpatrio lo si può comprendere. Ma mettersi a denigrare via chat, appena sceso dall’aereo, il paese in cui si desiderava restare e le sue regole, non fa guadagnare punti.
  • Ancora più punti li fa perdere la mobilitazione del sedicente collettivo di pseudomolinari “r-esistiamo”, quello che già strillava per i finti rifugiati eritrei nel bunker di Camorino (se non sono contenti del bunker, ritornare al natìo paesello). Anche il collettivo, sul caso Mark, si è messo a blaterare accuse partitiche del tutto campate in aria. Gli obiettivi di questo gruppuscolo sono dichiarati: cancellare le frontiere! Devono entrare tutti!
  • Non esiste alcun diritto universale ad immigrare in Svizzera (e magari a restarci a spese del contribuente). L’immigrazione è regolata da leggi precise, che siano quelle sugli stranieri o quelle sull’asilo. O magari c’è qualche migrante che immagina di venire da noi senza rispettare le nostre regole? Ma allora è vero che gli unici tenuti ad osservare le leggi sono gli svizzerotti!
  • Ai ricatti morali, agli insulti ed agli strilli degli immigrazionisti con la morale a senso unico non bisogna ovviamente cedere, ma nemmeno un millimetro. Non siamo il paese del “chi vüsa püsée la vaca l’è sua” e non intendiamo diventarlo. Del resto, a strillare spesso e volentieri sono dei non svizzeri.
  • Il leitmotiv populista (e poi i populisti sarebbero gli altri?) per far restare tutti i migranti è sempre il solito: “rimangono qui dei delinquenti stranieri, invece questo ragazzo viene mandato via”. Punto primo: il fatto di non essere un delinquente non conferisce ancora il diritto a rimanere in Svizzera. Punto secondo: per correggere la stortura di cui sopra bisogna far sì che i criminali stranieri vengano espulsi sul serio. Oggi non è così. E chi sabota le espulsioni? Risposta: il triciclo, ed in prima linea i $inistrati!
  • Non sta né in cielo né in terra che il direttore della CSIA abbia deciso di sospendere le lezioni “per solidarietà nei confronti dello studente rimpatriato”. E che dal ro$$o DECS non giunga un cip. Scommettiamo che, se la stessa decisione fosse stata presa nel nome di una causa “sovranista”, il direttore sarebbe già stato licenziato?

Lorenzo Quadri