Nei prossimi giorni il parlatoio federale deciderà sulla restituzione delle riserve
La prossima settimana l’assicurazione malattia sarà ancora di scena sotto le cupole federali: vedremo da che parte si schiereranno i soldatini della partitocrazia!
Nei giorni scorsi il Consiglio degli Stati ha bocciato un’iniziativa cantonale vodese, che chiedeva di dare la possibilità ai Cantoni che lo desiderano di creare delle casse malati pubbliche, eventualmente con finanziamenti statali per abbassare i premi. Si ricorderà che ormai vent’anni fa la Lega aveva lanciato un’iniziativa popolare per la creazione di una cassa malati cantonale con premi accessibili. Ma in Gran Consiglio il triciclo PLR-PPD-P$ impedì ai cittadini di andare a votare!
Se anche il Nazionale si accoderà alla decisione degli Stati, l’ipotesi di costituire delle casse malati cantonali sarà definitivamente spazzata via.
9 miliardi di riserve
Ma i politicanti del Consiglio degli Stati martedì dovranno decidere anche sulla questione delle riserve in eccesso dei cassamalatari. Ricordiamo che ad inizio 2021, le riserve totali degli assicuratori malattia ammontavano a 11 miliardi di franchi; quelle minime, calcolate in modo assai generoso, a 5,3 miliardi; per un esubero quindi di 5,7 miliardi.
Da allora le riserve sono scese a circa 9 miliardi di franchi; ma c’è comunque un ampio margine per le restituzioni! Oltretutto, a cosa si deve il calo testé citato? Risposta: al fatto che le riserve sono state bruciate in borsa, invece di venire ritornate ai cittadini!
Ricordiamo per l’ennesima volta che le riserve si gonfiano perché i premi fatti pagare agli assicurati sono troppo esosi. Che questi soldi vengano restituiti ai legittimi proprietari, è il minimo. Però i cassamalatari non si sognano di farlo. Ed al kompagno Alain Berset (P$) va bene così!
C’è da chiedersi, a questo punto, se simili capitali miliardari non servano poi agli assicuratori per giustificare gli stipendi fuori di zucca di certi presunti supermanager, o le remunerazioni esagerate dei Consiglieri d’amministrazione!
Dal giugno del 2021 gli assicuratori malattia hanno la facoltà di restituire le riserve in eccesso. Ma la “facoltà” non basta. Serve un obbligo. Nel 2021 sono stati restituiti 360 milioni: di fatto una miseria. E qualche sedicente esperto ha addirittura tentato, per motivi di politichetta, di spacciare questa microrestituzione come concausa degli aumenti di premio del 2023! Ma sa po’? E’ chiaro che tra le due cose non c’è alcun nesso!
Tre atti parlamentari
Martedì quindi il Consiglio degli Stati dovrà decidere su tre atti parlamentari che chiedono, in varie forme, che la restituzione delle riserve in eccesso degli assicuratori malattia venga resa obbligatoria; per lo meno al di sopra di un certo “tot”. Si tratta della mozione di chi scrive, dell’iniziativa cantonale di Basilea città e dell’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale PLR vallesano Philippe Nantermod.
La mozione Quadri e l’iniziativa Nantermod sono già state approvate dal Consiglio nazionale.
In più, in questi giorni la Conferenza dei direttori cantonali della sanità ha scritto ai Consiglieri agli Stati chiedendo di approvare i tre oggetti. Il Consiglio degli Stati – come dice il nome – è la Camera dei Cantoni. Sarebbe dunque buona cosa se i rappresentanti dei Cantoni sostenessero la posizione dei governi cantonali!
Ma come sappiamo il parlatoio federale, ed in particolare il gruppo parlamentare dell’ex partitone, è farcito di lobbisti degli assicuratori malattia. Anche il “medico italiano” del PLR, prima di venire eletto nel governicchio federale, era uno di loro (profumatamente pagato). La domanda (retorica) è quindi: ma questi politicanti fanno gli interessi dei cassamalatari che gli versano tanti bei soldoni, oppure quelli degli assicurati sempre più spremuti come limoni con premi esagerati?
Un minimo di trasparenza
E qui si arriva all’ultima decisione: mercoledì, a dipendenza del tempo a diposizione, il Nazionale potrebbe essere chiamato a decidere su un’iniziativa parlamentare di chi scrive. Essa chiede che i deputati che sono contemporaneamente dei cassamalatari siano tenuti a rendere pubblica la remunerazione che ottengono in tale veste. Spesso e volentieri si tratta di cifre superiori alle indennità parlamentari! Urge quindi introdurre un minimo di trasparenza. Ne va della credibilità delle istituzioni. Perché è evidente che i flussi finanziari generano dipendenza, specie se elevati (ed in questo caso lo sono). Dunque influenzano le votazioni parlamentari. E allora, visto che le elezioni federali si avvicinano, è giusto che i cittadini sappiano chi rappresenta chi!
Lorenzo Quadri