Anche quest’anno nuovo aumento ingiustificato dei premi. Ma nel frattempo i politicanti…
Ma la nuova “pillola” sull’assicurazione malattia è niente se paragonata agli scellerati ecobalzelli che i politicanti del triciclo sognano di introdurre in nome dell’isterismo climatico
Sicché anche quest’anno ci cuccheremo l’ennesima stangata sui premi di cassa malati. Sottoforma di aumento del 2.5% dei premi in Ticino, mentre la media nazionale è dello 0,2%. E questo malgrado i costi sanitari pro-capite siano diminuiti di un franco all’anno nel 2018. Se qualcuno sperava che quest’ultimo dato avrebbe significato un’inversione di tendenza, gli è andata male.
Da notare che l’aumento del 2.5% è una media. Questo vuol dire che qualcuno si cuccherà delle pillole (tanto per restare in tema) ben più elevate.
Premi e costi
L’accaduto è l’ennesima dimostrazione che i premi di cassa malati non seguono l’andamento dei costi. Nel corso degli anni i premi sono infatti cresciuti molto più dei costi che sono destinati a coprire. Oltretutto gli assicuratori malattia dispongono attualmente di miliardi di riserve in esubero. Queste riserve andrebbero restituite ai cittadini, essendo state formate con premi “gonfiati”. Ma “naturalmente” questo non accade, perché la disposizione che prevede la restituzione (art. 26 OVAmal) è una semplice norma potestativa. Ovvero, le casse malati hanno la facoltà di ritornare le riserve in esubero, ma non l’obbligo.
A questa “anomalia” (eufemismo) potrebbe mettere fine il Consiglio federale, tramite semplice modifica dell’OVAMal, che è un’ordinanza. Il governo può dunque correggerla in piena autonomia. Senza necessità di coinvolgere il parlamento federale dove troppi deputati, specialmente PLR, sono contemporaneamente degli strapagati lobbisti delle casse malati. Questi deputati-lobbisti – che però qualcuno elegge: chi è causa del suo (LA)mal… – non si limitano a schiacciare i bottoncini di voto nelle sessioni plenarie. Siedono anche nelle commissioni della sicurezza sociale e della sanità di entrambe le Camere. Ovvero in quelle commissioni parlamentari incaricate di discutere le proposte di politica sanitaria. Con quali risultati, lo si può facilmente immaginare.
Semplici enunciazioni
Nel merito degli ultimi aumenti di premio, il nuovo direttore del DSS Raffaele De Rosa ha dichiarato che sono inaccettabili, ed ha annunciato iniziative cantonali “a tema”. Peccato che si tratti di semplici enunciazioni declamatorie. Perché i ticinesi, il salasso 2020 se lo cuccheranno eccome. Le iniziative cantonali contano come il due di briscola: o cambiano le leggi federali, o queste iniziative servono solo al marketing politico-mediatico di chi le promuove.
La Lega sostiene come noto la creazione di una cassa malati pubblica. Non sarebbe la panacea per tutti i mali, ma costituirebbe un primo passo. Una cosa è certa: il sistema sanitario è ormai andato fuori controllo, con troppe categorie professionali attaccate alla greppia, ognuna delle quali vuole ottenere il proprio tornaconto. Senza un intervento radicale, ogni anno assisteremo al consueto circo degli aumenti e delle indignazioni “pro forma”.
Chi fa più danni?
Tuttavia una cosa va detta. Il premio medio in Ticino è di 350 Fr al mese. Un aumento del 2.5% equivale dunque a 8,75 Fr al mese. Ovvero 105 franchi all’anno. Per contro, gli scellerati ecobalzelli (sulla benzina, sull’olio combustibile, eccetera) approvati nei giorni dal Consiglio degli Stati costeranno alle economie domestiche migliaia di Fr all’anno. Oltre 10 volte di più!
Morale: i politicanti del triciclo che cavalcano l’isterismo climatico per farsi campagna elettorale fanno molti più danni dei cassamalatari. Ricordarsene il 20 ottobre!
Lorenzo Quadri