Certi aumenti dei costi sanitari sono provocati artificialmente da politiche balorde
L’esplosione dei premi di cassa malati è una triste realtà. Come noto per l’anno prossimo i ticinesi dovranno fare i conti con l’ennesima tranvata: vale a dire con un aumento medio dei premi fino al 10%. Il che, tra l’altro, con ogni probabilità provocherà un’altra ondata di cambiamenti di assicurazione malattia. Questo implica dei costi, che poi si ripercuotono sui premi. A pagare lo scotto maggiore degli incessanti aumenti è il ceto medio, che non beneficia di alcun contributo statale.
La situazione è particolarmente grama in Ticino, dove gli stipendi sono i più magri della Svizzera, e continuamente spinti al ribasso dall’invasione di frontalieri voluta dalla partitocrazia.
Va da sé che aspettiamo sempre di sapere qual è l’incidenza sui premi di cassa malati:
- dell’immigrazione incontrollata
- dei finti rifugiati maghrebini con lo smartphone
- dei rifugiati ucraini.
I finti rifugiati non solo generano costi sanitari a seguito delle risse di cui si rendono protagonisti, ma anche perché non si fanno problemi ad abusare delle prestazioni. Vedi il caso del migrante economico che è andato dal medico perché non riusciva a fare sesso quattro volte al giorno, ma solo due. Purtroppo non si tratta di una gag da film comico di bassa tacca, ma della realtà.
Qualcosa non torna
Il continuo salasso viene giustificato con l’invecchiamento della popolazione e con il progredire della medicina. Questo però non spiega tutto. Ed infatti – il calcolo è a livello nazionale – negli ultimi 25 anni i costi sanitari sono aumentati dell’81%, mentre i premi del 146%. E’ quindi evidente che da qualche parte i conti non tornano.
Sul fronte dell’esplosione dei premi di cassa malati, sotto le cupole federali si muove ben poco.
Il P$ continua a sbraitare a scopo elettorale, ma il suo ministro degli Interni kompagno Berset in materia di politica sanitaria non ha cavato un ragno dal buco. Da notare che Berset partirà a fine anno. C’è dunque la possibilità che il successore vorrà cambiare impostazione ai progetti in cantiere. Ovvia conseguenza: altri anni persi.
La Lega a Berna chiede che la restituzione delle riserve in eccesso degli assicuratori malattia diventi obbligatoria, e, soprattutto, che venga rapidamente istituito un contributo federale per abbassare i premi a tutti.
Cassamalatari uregiatti
Come sappiamo il settore sanitario è altamente lobbizzato, e molti lobbisti sono contemporaneamente deputati federali. Ciò contribuisce all’immobilismo. Tra i politicanti (o ex politicanti) – cassamalatari, spiccano gli uregiatti. Come l’ex senatore Konrad Graber, presidente di Curafutura, una delle associazioni mantello degli assicuratori malattia. Costui in tale veste incassa 140mila franchi per due giorni di lavoro settimanali (questo, almeno, era lo stipendio del suo predecessore). Oltretutto, da pensionato: ha 65 anni.
Di recente il buon Graber è stato intervistato sulla NZZ, dove si è prodotto in un paio di perle. Ad esempio questa: il suo partito, il PPD, continua a vantarsi della propria iniziativa popolare “Per un freno ai costi del sistema sanitario”. Essa prevede che la Confederazione e i Cantoni prendano misure – se necessario anche sanzioni – qualora l’aumento dei costi medi annuali per persona assicurata nella copertura di base sia superiore del 20% rispetto all’evoluzione dei salari nominali. Ebbene, secondo Graber, questa iniziativa del suo partito è una ciofeca inapplicabile.
Il cassamalataro uregiatto reputa inoltre che l’aumento dei premi di abbia una funzione importante (sic): se i cittadini non venissero colpiti direttamente e dolorosamente nel borsello, i politicanti non si attiverebbero. L’affermazione, per quanto cinica, non è del tutto infondata. Ci sono però due “problemini”:
- I politicanti, in particolare i ro$$overdi, berciano a scopo elettorale; ma all’atto pratico sul fronte dei premi succede comunque ben poco.
- Ad andarci di mezzo per gli aumenti, non sono tutti i cittadini allo stesso modo. Il più penalizzato è sempre il solito ceto medio. I ricchi possono pagare comunque; i poveri vengono sussidiati.
Politiche insensate
Non siamo ovviamente così ingenui da credere che tutta la colpa per l’aumento dei premi sia imputabile alle casse malati. Nel settore sanitario gli attori sono tanti; gli interessi in gioco idem.
Una cosa però è manifesta: spesso le casse malati non aiutano a contenere i costi. Anzi. Ad esempio, nel settore delle case anziani, esse puntano, in modo del tutto illogico, all’abolizione delle remunerazioni forfettarie, che costano meno, per passare a quelle analitiche, col risultato di pagare di più. Con questa balorda politica, gli assicuratori stanno ad esempio spingendo le case anziani a non gestire più internamente i farmaci, ma ad andare ad acquistarli in farmacia, con conseguente esplosione dei costi. Costi che si ripercuotono poi sui premi.
Altro esempio: in Ticino, nel settore delle cure a domicilio private, la spesa s’impenna in misura del tutto ingiustificata. Però né le casse malati e nemmeno il Cantone intervengono per tirare il freno. “Forse” è ora di darsi una mossa!
Lorenzo Quadri