L’UFSP conferma la maxi-stangata con i premi del 2023. Così non si può andare avanti

La questione della deducibilità integrale dalle imposte dei premi di cassa malati deve tornare sul tavolo (assieme ad altri temi fiscali)

Sicché nel 2023 la maxistangata sui premi di cassa malati ci sarà. Lo ha confermato l’Ufficio federale di sanità pubblica. L’UFSP non azzarda delle cifre. Tuttavia la scorsa settimana le indiscrezioni apparse sui media indicavano rincari fino al 10%. E preconizzavano pure il peggior salasso degli ultimi 20 anni. Evviva!

I conti non tornano

I burocrati dell’UFSP, prima di anche solo immaginare di approvare i premi di cassa malati per il prossimo anno,dovrebbero cominciare con lo spiegare dove sarebbero gli aumenti dei costi sanitari che giustificano una rapina come quella che si profila all’orizzonte. Perché, come si leggeva sul Mattino della scorsa domenica, l’ultimo dato consolidato a proposito dei costi della malattia riguarda il 2021 e segna un aumento del 5.1% rispetto al 2019.

Un aumento dei costi del 5.1% sull’arco di due anni ben difficilmente può spiegare un’impennata dei premi tra il 2022 ed il 2023. Tanto più che in questi primi mesi dell’anno non si vede chissà quale esplosione dell’attività ospedaliera dovuta al recupero degli interventi rinviati a causa della pandemia da stramaledetto virus cinese.

Si paga due volte

Un’impennata dei premi di cassa malati porterebbe di riflesso anche ad un aumento dei sussidi. Quindi il solito sfigato ceto medio verrebbe depredato due volte. Dovrebbe pagare premi piùcari e dovrebbe finanziare con le proprie imposte l’aumento dei sussidi.

Restituire le riserve in esubero

Altro che mettere le mani nelle tasche dei cittadini con aumenti stratosferici di premio. Gli assicuratori devono prima restituire le riserve in eccesso. Le casse malati dispongono infatti di riserve per circa 12 miliardi di franchi, quando il minimo legale, pur calcolato in modo generoso, ammonta a circa 4.3 miliardi.

A tal proposito si ricorda che a livello federale è pendente la mozione di chi scrive, la quale chiede di rendere obbligatoria (non solo facoltativa come ora) la restituzione di queste riserve eccedentarie agli assicurati, tramite sconti sui premi.

Il Consiglio nazionale ha approvato la mozione lo scorso settembre, mentre la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati l’ha respinta in questi giorni (e ti pareva). Il plenum degli Stati se ne occuperà in giugno. E allora vedremo con quale lamiera – anche nell’imminenza della “stangata del ventennio” i signori senatori decideranno che no, gli assicuratori malattia possono tenersi i miliardi in esubero e contemporaneamente continuare a gonfiare i premi!

Intervento dall’alto?

La scorsa settimana su queste colonne Bruno Cereghetti, già capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS, sottolineava come anche il sistema di calcolo delle riserve minime delle casse malatiandrebbe rivisto, poiché al momento è troppo generoso. Ciò danneggia gli assicurati, i quali pagano premi troppo alti per formare riserve superflue.

Sempre Cereghetti rilevava la necessità di un intervento dall’alto da parte della Confederazione per calmierare i premi per tutti. Questa opzione sembra interessante. Del resto, già il Nano svariati anni fa proponeva di usare parte delle riserve in eccesso della Banca nazionale proprio a tale scopo. Visto che i soldi della BNS sono di proprietà dei cittadini, sembra normale che a beneficiarne debbano appunto essere i cittadini. Ma naturalmente per la partitocrazia erano tutte balle populiste.

Muoversi anche in Ticino

E a livello ticinese? Si ricorderà l’iniziativa popolare lanciata dalla Lega per la creazione di una cassa malati cantonale con premi accessibili. I cittadini su quell’iniziativa non poterono neppure votare. La partitocrazia nel parlamenticchio cantonale lo impedì,dichiarando l’iniziativa irricevibile. Correva l’anno 2003.

Nel frattempo le proposte di creare una cassa malati pubblica federale sono state a più riprese respinte alle urne.

La LAMal è una legge federale. Ma questo non vuole dire che a livello cantonale “sa po’ fa nagott”. Ci sono dei margini di intervento. E’ tempo di sfruttarli.

Deducibilità fiscale

Ad esempio: al momento non è sempre possibile dedurre per intero dalle imposte i premi di cassa malati effettivamente pagati. Se il forfait previsto per le spese assicurative viene superato, il contribuente si attacca al tram. Nel senso che si trova a pagare le tasse su dei soldi che non ci sono.

Nel dicembre 2020 il Gran Consiglio ha bocciato a maggioranza un’iniziativa parlamentare di Paolo Pamini (Udc) che sollevava questo tema. A votare contro è stato il solito tandem $Inistra più PLR.

Ebbene, visto che il legislativo non ne vuole sapere – e stante i continui ed ingiustificati aumenti di premi di cassa malati che vanno a colpire i cittadini in un momento in cui per gli arcinoti motivi il costo della vita schizza verso l’alto la questione della deducibilità integrale dei premi di cassa malati dalle imposte deve tornare sul tavolo. La Lega dei Ticinesi sta valutando di lanciare un’iniziativa popolare che contempli anche questo tema. Obbiettivo: dare una mano al ceto medio. Aggiornamenti seguiranno.

Lorenzo Quadri