L’anno 2012 avrebbe dovuto essere l’anno della riscossa in materia di premi di cassa malati. Da un lato il travaso di oneri dagli assicuratori al Cantone per ca 85 milioni, dall’altro il passaggio, nel calcolo dei sussidi, dal sistema fiscale basato sull’imponibile a quello sociale fondato sul reddito disponibile semplificato, avrebbero dovuto segnare un alleggerimento della spesa gravante sul singolo. Così non è stato. In troppi casi è anzi successo proprio il contrario.
In generale i premi non sono diminuiti, come avrebbero dovuto; sono invece diminuiti i sussidi. Il nuovo sistema di calcolo, persa ben presto la patina politicamente corretta, ha cominciato a mostrare i propri limiti. Ed ha portato, alla maggioranza, un chiaro peggioramento della situazione.
Particolarmente negativa l’eliminazione della franchigia sulla sostanza immobiliare, che si è tradotta nell’ennesima fustigazione a danno dei proprietari dell’appartamento o della casetta in cui vivono. Una scelta politicamente e praticamente improvvida: una retromarcia è necessaria (al proposito la Lega dei Ticinesi ha già presentato una mozione).
Ma non è tutto. Il nuovo sistema di calcolo dei sussidi, che avrebbe dovuto essere più mirato del precedente, si risolve all’atto pratico proprio nel vituperato sistema ad annaffiatoio. Anzi a rugiada, dal momento che si distribuisce poco con grande costo.
Infatti, se nel “regime” precedente il sussidio minimo versato era di 200 Fr all’anno per gli adulti e di 100 Fr annui per i bambini, queste soglie, dettate dal buon senso, sono state abrogate. Sicché il nuovo minimo è di 12 Fr all’anno per persona: vale a dire un franco al mese (!). Il risultato è dunque la distribuzione di una pletora di sussidi bagattella, anche di un Fr al mese. E, se il beneficiario di un simile “generoso” aiuto nemmeno si accorge di aver ricevuto cotanta manna, l’ente pubblico che lo deve corrispondere se ne accorge eccome. Perché, dal punto di vista del lavoro amministrativo, distribuire un sussidio di un franco e distribuirne uno di 400 è la stessa cosa. Sicché, con il “nuovo regime” vengono corrisposti degli aiuti i cui costi di gestione sono nettamente superiori alla cifra versata. Per questo, sarebbe interessante sapere quanti di questi sussidi bagattella, diciamo sotto i 20 Fr al mese, vengono elargiti, e quanto si è speso (e si spenderà) per versarli. Soprattutto, sarebbe interessante sapere dal Consiglio di Stato se reputa che questo sia un modo efficiente di gestire i soldi pubblici.
Ma le meraviglie regalateci da questi primi mesi di 2012 in campo di cassa malati non sono finite. E’ infatti noto che da quest’anno il CdS ha deciso di tagliare sui sussidi agli anziani ed agli invalidi a beneficio della Complementare: non viene più coperta la totalità del premio, ma si giunge solo fino al forfait calcolato dalla Confederazione. Chi è affiliato ad una cassa malati più cara, ci mette di tasca propria la differenza tra il premio coperto e quello effettivo. La novità è stata introdotta senza dare il tempo alle persone colpite dal taglio di trovarsi un altro assicuratore.
Ora arriva il bello. La cifra che il Cantone avrebbe in questo modo risparmiato sulle spalle di anziani ed invalidi, secondo il governo, sarebbe stata di circa 1.1 milioni di Fr all’anno. Peccato che invece, a conti fatti, sulla scorta dell’esperienza della Città di Lugano che è intervenuta per colmare il buco, si stia delineando una somma che ammonta ad almeno il triplo di quella dichiarata dal CdS al Parlamento. Errore grossolano o malafede?
Lorenzo Quadri
Municipale di Lugano