I cittadini ticinesi, con i premi di cassa malati 2012, sono stati fregati ancora una volta. Dire che si tratta di una sola fregatura è in realtà riduttivo, dal momento che siamo davanti a tre raggiri simultanei. Tre fregature in una, come negli sconti multipack.

Prima fregatura: la piĂą ovvia, ossia i premi da pagare troppo alti.

Seconda fregatura: il cittadino, con le proprie imposte, paga gli 85 milioni di Fr extra legati al nuovo finanziamento del sistema ospedaliero, spesa che si aggiunge ai premi.

Fregatura numero tre: a causa dei premi troppo alti, aumenta la fattura dei sussidi per il pagamento dei premi di cassa malati. Fattura pagata ancora una volta dal contribuente con le sue imposte.

E’ ovvio dunque che il Consiglio di Stato non può permettersi di pretendere di mungere soldi ai Comuni, e ancora meno ai cittadini, in particolare per quel che riguarda la voce del sussidiamento dei premi di cassa malati, quando il governo in questione, per usare un eufemismo, non si è propriamente tirato giù la pelle di dosso per ottenere una congrua diminuzione dei premi a carico dei ticinesi – e, di conseguenza, dei sussidi a carico dell’ente pubblico necessari a renderli sopportabili.

La triplice fregatura dei premi  2012 dimostra, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, che il sistema attuale è bacato e non funziona. Esempio lampante: non c’è neppure la possibilitĂ  di impugnare in via giudiziaria i premi da rapina, poichĂ© questi sono stati approvati da un’autoritĂ  (l’ufficio federale della SanitĂ ) facendo uso del suo apprezzamento; apprezzamento al quale un tribunale non può sostituire il proprio.

Per non parlare poi di quella cassa malati che ai suoi affiliati ha propinato addirittura un aumento del 16%…

E’ evidente che la concorrenza tra le casse malati non funziona e non ha fatto diminuire i premi. Essa consente tuttavia alle casse in questione di usare i soldi dei nostri premi per (ad esempio):

       giocare (e perdere) in borsa;

       lanciarsi in costose campagne marketing;

       pagare stipendi e bonus stellari ai propri dirigenti.

 

Almeno tre grossi vantaggi

La cassa malati unica e pubblica, per l’assicurazione di base, non sarebbe la panacea (il problema dei costi della salute rimarrebbe) ma avrebbe essa almeno tre grossi vantaggi.

Il primo, più evidente, è la trasparenza nei conti, che adesso manca.

Il secondo, è che la cassa pubblica potrebbe essere finanziata con fondi pubblici, ad esempio della Banca nazionale, che attualmente brucia miliardi degli svizzeri come noccioline nel vano tentativo di puntellare l’euro allo sfascio (perché metà degli Stati membri UE è in bancarotta). Ma allora, un po’ di questi soldi impieghiamoli per finanziare parte dei costi dell’assicurazione di base di cassa malati, che a livello nazionale costa ca 23 miliardi all’anno. Così facendo, i premi a carico del cittadino potrebbero essere abbassati sensibilmente, anche dimezzati: ciò che costituirebbe, de facto, uno sgravio fiscale.

Il terzo vantaggio è che, con un assicuratore unico e pubblico, i premi di cassa malati, almeno per chi ha un’attività pubblica dipendente, potrebbero venire detratti direttamente dallo stipendio, un po’ come avviene con l’AVS. In questo modo non ci sarebbe più il problema dei sospesi e dei morosi che si tenta di risolvere con leggi cervellotiche e macchinose “liste nere” (che fanno tanto Tremonti).

Lorenzo Quadri