Come c’era del resto da aspettarsi data la politicizzazione del tema, la maggioranza dei partiti, all’insegna del “mai dare ragione alla Lega”, rifiuta la Tredicesima AVS agli anziani economicamente più sfavoriti. Non pensando che, avanti di questo passo,  e la Tredicesima AVS neppure basterebbe per compensare i tagli apportati alla socialità con l’inizio del 2012.

Pensiamo al tormentone dei premi di cassa malati. Oggi più nessuno sembra ricordarsi di quel che si diceva circa nove mesi fa, prima delle elezioni cantonali. Allora si sottolineava come il 2012 sarebbe stato l’anno dello sgravio: nel senso che, a seguito degli 85 milioni di Fr annui legati al finanziamento delle cure in clinica privata finiti a carico dello Stato (prima ce li mettevano gli assicuratori malattia) i premi sarebbero scesi. Invece non solo i premi non sono diminuiti ma i sussidi sono stati tagliati sicché, colmo della beffa, la gente non solo non sta meglio, come era stato promesso, ma sta peggio.

Esempio lampante lo costituiscono – e qui si torna a riallacciarsi al discorso della Tredicesima AVS – i tagli ai sussidi di cassa malati per  i beneficiari di una prestazione complementare (PC). Ossia anziani o invalidi di condizione economica modesta.  Da quest’anno infatti il Cantone non copre più la totalità del premio, ma la copertura arriva solo fino al forfait stabilito dalla Confederazione. Chi paga un premio più caro ci mette la differenza di tasca propria, e questo finché non riesce a migrare ad una cassa malati più conveniente. Non si tratta affatto di bruscolini, ma di cifre che possono superare i  1400 Fr all’anno. Un buco superiore a quella che sarebbe la Tredicesima AVS…

Importante rilevare che, al proposito di questo taglio, il Cantone non l’ha raccontata giusta. Ne ha infatti crassamente sottostimato la portata. E e a questo punto, per la serie “a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre”, nasce il sospetto che ciò sia accaduto di proposito, per vendere come “più digeribile” un taglio che invece digeribile proprio non è.

La dimostrazione di quanto sopra la si sta vivendo a Lugano. Come noto il Municipio ha deciso di intervenire in sostegno dei propri cittadini anziani (o invalidi) penalizzati dal taglio cantonale sui sussidi di cassa malati, compensandolo per sei mesi.  Per stimare i costi dell’operazione, ci si era basati sulle uniche indicazioni disponibili, ossia quelle fornite dal Cantone. In base alle quali, fatte le dovute proporzioni, a Lugano sei mesi di compensazione sarebbero dovuti costare circa 150mila Fr.

Ebbene, la messa in pratica della misura sta dimostrando che si andrà a parare sul doppio di tale cifra. Intendiamoci: la decisione a favore di anziani ed invalidi sarebbe stata presa comunque, anche se si fosse saputo fin dall’inizio quello che si sa ora. Tuttavia l’accaduto dimostra che le cifre vendute dal Consiglio di Stato al Parlamento sono fasulle. E non di poco. Il taglio è molto più incisivo di quello che si è voluto far credere. E qui torna la domanda: tutto ciò è avvenuto in buona fede? Ai posteri…