Spese milionarie ed ingente lavoro amministrativo per tornare… alla situazione precedente?

E’ inutile girare attorno alla torta. L’anno prossimo, 2013, la cassa malati graverà parecchio di più sul groppone dei cittadini. Come noto è stato annunciato un aumento medio dei premi compreso tra l’ 1.1 e il 2.4%. Trattandosi di medie, c’è chi si troverà a fare i conti con rincari ben superiori a questo. Come è stato detto più volte, l’aumento in questione è ingiustificato. Il nostro Cantone avrebbe avuto diritto ad una diminuzione o quanto meno di un aumento zero.
E quello che non fanno gli assicuratori malattia, lo fa il Cantone. Infatti quale misura di risparmio per abbellire (?) il preventivo 2013 il Consiglio di Stato propone tagli anche ai sussidi per la riduzione del premio di cassa malati, in ragione del 3.5%.
Non è il primo anno che il cittadino ticinese deve fare fronte ad aumenti di premio ingiustificati. E’ invece il primo anno che deve fare i conti con tagli lineari ai sussidi per motivi di risparmio.
Come noto dal 2012 è in vigore il nuovo sistemo di calcolo dei sussidi di cassa malati basato non più sul criterio del reddito imponibile ma su quello del reddito disponibile semplificato. Il cambiamento, che “suona bene” in teoria, comporta una radiografia della situazione finanziaria del cittadino per poter calcolare nel modo più preciso possibile il sussidio di cui necessiterebbe. Fin qui tutto bene. Ma poi la teoria si scontra con l’applicazione pratica, in quanto: a) non è possibile eseguire una radiografia così precisa come la si vorrebbe e soprattutto b) non ci sono i soldi per coprire tutta la lacuna di reddito; addirittura con il Preventivo 2013 si vogliono ridurre i fondi ulteriormente. E allora c’è da chiedersi quale possa essere il bilancio dell’operazione. E soprattutto c’è da chiedersi a cosa sia servito mettere in piedi un imponente apparato amministrativo e informatico con l’intenzione di calcolare i sussidi con precisione centesimale se già si sa che non li si potrà pagare!

Il ritorno dei morosi
Analoga situazione di verifica con i morosi di cassa malati. Con il 1° gennaio 2012 è entrata in vigore la modifica della LAMal che ha portato all’abolizione della sospensione automatica dalla copertura assicurativa per gli assicurati in mora con il pagamento dei premi o delle partecipazioni: i cosiddetti morosi, appunto. In cambio di questa rinuncia i Cantoni si sono visti imporre l’obbligo di rimborsare alle assicurazioni malattia l’85% dei crediti sfociati in attestati di carenza beni. Un’operazione dal costo stimato di una dozzina di milioni. I Cantoni hanno la facoltà di reintrodurre la sospensione per quegli assicurati che sarebbero finanziariamente nella condizione di pagare i premi ma non lo fanno. Questa facoltà è stata utilizzata dal Ticino quale mezzo di pressione per “invogliare” la gente a pagare regolarmente il dovuto. Tuttavia l’accertamento della reale capacità finanziaria degli assicurati che sono rimasti indietro coi pagamenti di cassa malati da inizio 2012 è un compito amministrativo complesso, che è stato scaricato sui Comuni, i quali lo svolgono dietro compenso da parte del Cantone.
A Lugano ad esempio per svolgere questo nuovo compito è stata necessaria l’assunzione di un’unità e mezzo in più. C’è però da chiedersi a cosa serva veramente tutto l’esercizio – oltre a generare burocrazia, s’intende. Immaginando che al moroso che dovrebbe pagare ma non lo fa venga sospesa la copertura, poi cosa succede? Appena questa persona si ammala con un certa gravità, deve venire curata comunque nelle strutture pubbliche. Non può certo essere lasciata in mezzo alla strada. Morale: dopo aver speso molti soldi e svolto abbondante lavoro amministrativo, si rischia di trovarsi in una situazione simile a quella precedente alla modifica legislativa LAMal. E allora come dicevano i latini: cui prodest? A chi giova?
Lorenzo Quadri