Sui rimborsi dei premi di cassa malati pagati in eccesso, i ticinesi rimangono cornuti e mazziati al di là di ogni immaginazione.
La storia è lunga – lunga 20 anni – e la conoscono ormai tutti. Dal 1996 (anno d’entrata in vigore della LAMal) ad oggi gli abitanti di alcuni Cantoni, tra cui il nostro (e ti pareva) pagano premi di cassa malati sopra la media. Questo perché i ticinesotti sono spendaccioni e spreconi di prestazioni sanitarie? Sono malati immaginari che vanno dal medico per ogni starnuto? Questo è il messaggio che per lungo tempo si è tentato di far passare. Poi si è scoperto che le cose non stavano propriamente così. La realtà è che ai ticinesi, così come agli abitanti degli altri Cantoni paganti, si facevano – e tuttora si fanno – pagare premi troppo alti. E questo per andare a compensare chi, invece, paga troppo poco.
Il Ticino si era accorto
Il Ticino, con l’ex capo dell’Ufficio assicurazione malattia Bruno Cereghetti, si era accorto che i conti non tornavano. Che il problema non erano i ticinesi spreconi di prestazioni mediche. Erano i calcoli con cui si arriva alla fissazione dei premi ad essere taroccati. A Berna prima hanno negato l’evidenza. Poi hanno ammesso che forse il problema c’era, ma mancavano le basi legali per intervenire (uella). Alla fine la base legale per la restituzione è stata creata nel 2014 dopo lunghi psicodrammi parlamentari. Ma si tratta di una nuova presa per i fondelli, visto che 1) viene restituita una parte minima di quanto prelevato in eccesso e 2) i premi dei ticinesi rimangono comunque gonfiati.
Presa per i fondelli
Ma visto che tutto questo ancora non bastava, i cassamalatari – con il beneplacito dell’amministrazione federale – hanno pensato bene di raggiungere i vertici della presa per i fondelli. Come? Facendo pagare i risarcimenti a chi ne deve beneficiare. Nel 2015 la prima tranche di restituzioni ai ticinesi è stata di 82.60 Fr (troppa grazia, Sant’Antonio!). Ebbene alcune casse malati – una ventina; l’elenco si può consultare sul sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica – per finanziare la parte a loro carico dei risarcimenti (il resto lo paga la Confederella, quindi ancora gli assicurati) hanno pensato bene di riscuotere un supplemento di premio. E l’hanno riscosso non solo dagli assicurati che hanno pagato troppo poco negli anni scorsi, bensì anche da quelli che hanno pagato troppo. Ticinesi compresi. Per i ticinesi affiliati a queste venti casse, dunque, il risarcimento per il 2015 si è ridotto a 49.90 franchetti.
Libertà di decidere?
Per pensare a sotterfugi di questo genere bisogna già impegnarsi. Lo capisce anche quello che mena il gesso che non può essere che chi ha già pagato troppo, e riceve indietro solo una piccola frazione dei premi pagati in eccesso, venga ulteriormente penalizzato tramite i supplementi di premio per autofinanziarsi i risarcimenti. E’ l’ennesimo schiaffo a chi è stato derubato per 20 anni. Eppure la realtà supera la fantasia. Ed infatti il Consiglio federale, rispondendo ad un’interpellanza del sottoscritto, dichiara – tranquillo come un tre lire – che non c’è alcuna distorsione da correggere. Nessuna lacuna nella legge. “L’è tüt a posct”. I cassamalatari hanno ampia libertà nel decidere come finanziare i risarcimenti. Quindi possono farli pagare anche a chi ne dovrebbe beneficiare. Questo per sostenere chi, in passato, ha pagato di meno (sic!). E’ il colmo!
Non finisce qui
Con una risposta del genere il P$ Alain Berset, titolare del dossier (s)cassa malati, dimostra di prendere a pesci in faccia i ticinesi, come pure gli abitanti degli altri Cantoni paganti. Kompagno Berset, è così che si tutelano gli interessi di chi è stato “indebitamente alleggerito” per 20 anni grazie all’inadempienza del tuo dipartimento?
E’ evidente che non finisce qui. Già nella prossima sessione delle Camere federali verrà presentato un atto parlamentare affinché l’indegno giochetto non abbia più a verificarsi. I ticinesi che si sono visti addebitare i costi per del risarcimento dalla loro cassa malati, la cambino appena possibile.
Lorenzo Quadri