Mentre il governicchio si prepara a depredare i cittadini tramite le tasse causali
Era un po’ che non li si sentiva più, ma adesso i signori della ErreDiPi (Rete a difesa delle pensioni, ma solo di quelle degli statali) tornano alla carica. Ed annunciano una nuova manifestazione di piazza (ö la Peppa!) per il prossimo 15 marzo. Che cade di mercoledì: quindi in una giornata lavorativa. Si vede che questi statali ci tengono proprio a far sapere che hanno tempo da perdere. Strano, se il cittadino telefona all’amministrazione cantonale si sente sempre rispondere che sono tutti occupatissimi…
Chi compensa?
A causare il risveglio della ErreDiPi, quello che i diretti interessati chiamano un taglio pensionistico del 2%. Si tratta in realtà della conseguenza della riduzione del tasso di conversione della Cassa pensioni dello Stato (IPCT) dall’attuale 6.17% (assolutamente insostenibile) al 6.05% deciso a partire dal 2024 (!). Il che sarebbe un primo gradino verso il prospettato tasso del 5% (applicato praticamente da tutti; quello di alcune casse pensioni, anche nelle ex regie federali, è addirittura inferiore). Primo passo accompagnato – così abbiamo letto sui media – da una remunerazione aggiuntiva dello 0,5%. Ohibò, quindi c’è già una prima forma di compensazione, e ci piacerebbe proprio sapere chi la paga!
Gonfiata come una rana
E’ forse il caso di ricordare che lo stipendio mediano dei funzionari del Cantone (ossia: metà guadagna di meno, l’altra metà guadagna di più) è di 100mila franchi all’anno in costante crescita, mentre nel privato è di 65mila. L’amministrazione cantonale continua a gonfiarsi come una rana con nuovo personale e nuovi compiti, alcuni dei quali (per dirla con un eufemismo) “molto evitabili”. E con essa la spesa a carico del contribuente.
Intanto il governicchio ha come noto varato 14 misuricchie di rientro per cominciare a far fronte al profondo rosso in cui verseranno le casse pubbliche (dopo il mancato versamento della BNS). Questo profondo rosso è provocato dall’esplosione incontrollata della spesa (e non certo da mancanza di entrate). E in simili circostanze il DFE targato PLR vorrebbe mettere le mani nelle tasche della gente tramite aumento delle tasse causali. Queste ultime magari non saranno imposte in senso letterale, ma sempre di furto ai danni dei cittadini si tratta. Oltretutto le tasse causali sono le più antisociali, poiché prelevate indipendentemente dal reddito. Eppure piacciono tanto, ma tanto-tanto, ai $inistrati ro$$overdi, che infatti ne vogliono introdurre ovunque. Poi però costoro hanno ancora la faccia di tolla di spacciarsi per difensori del potere d’acquisto! Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
Il self service
Comunque: per il 2023 si prospetta un deficit cantonale ben oltre i 200 milioni di franchi; il DFE targato PLR tenta di depredare ulteriormente i cittadini in tempo di crisi e di inflazione; e in più arrivano gli statali privilegiati a pretendere che il contribuente gli compensi la riduzione del tasso di conversione IPCT? Ma costoro davvero prendono le tasche degli altri per un self service!
Per decenni i dipendenti del Cantone hanno beneficiato di privilegi pensionistici inauditi. Si parla di prepensionamenti a 58 anni con un tasso di conversione del 5.8% quando il comune mortale a 65 arriva – se va bene – al 5%. E come la mettiamo con ex statali quale l’innominabile ex funzionario abusatore $ocialista del DSS, che oggi si gode la lauta rendita?
Chi lavora nel privato i sacrifici contro cui strillano “ErreDiPini” e $inistrati li ha già compiuti. Ha fatto anche di più. E adesso dovrebbe pagare affinché gli statali possano andare avanti “come se niente fudesse”? Com’era già il motto del P$? “Senza privilegi”? Certo, come no!
E, con una pretesa del genere, i $ignori della ErreDiPi – spalleggiati dai $inistrati ro$$overdi – hanno ancora il coraggio di scendere in piazza? Ma non si vergognano? E che dire dei docenti politicizzati che nelle scuole pubbliche fanno il lavaggio del cervello agli allievi a sostegno delle proprie saccocce?
Non paghiamo per il Triciclo
Se la Cassa pensioni del Cantone è allo sbando, la colpa è della partitocrazia che si è rifiutata di intervenire quando era tempo di farlo per PAURA di perdere i voti degli statali e delle loro famiglie. E adesso i contribuenti ticinesi, già spremuti come limoni, dovrebbero pagare i danni della sciagurata campagna elettorale permanente dei soldatini del Triciclo? E’ chiaro che non ci stiamo! Come già detto: che nessuno si sogni di utilizzare altri soldi pubblici per la cassa pensioni dello Stato. Il referendum è garantito!
Lorenzo Quadri