Dopo mesi e mesi di bla-bla, oggi conosceremo l’esito della votazione sul risanamento del tunnel autostradale del Gottardo. Sapremo, quindi, se il Ticino è destinato a rimanere tagliato fuori dal resto della Svizzera per almeno tre anni. Sapremo se saremo costretti, dopo i tre anni d’isolamento e la conseguente ecatombe occupazionale (sì, ci saranno ancora più ticinesi disoccupati, e questa volta non per colpa del frontalierato e dei padroncini) a tenerci quale collegamento autostradale con il nord delle Alpi una trappola mortale di 17 km sottoforma di tunnel bidirezionale. Oggi mai e poi mai una galleria verrebbe costruita in questo modo, per evidenti ragioni di sicurezza. In nome della “sicurezza” l’automobilista viene criminalizzato e il cittadino messo viepiù sotto tutela. Ma gli scorsi mesi ci hanno insegnato che, quando c’è di mezzo l’ideologia ro$$o-verde, anche sulla sicurezza si può transigere.
Sapremo se Biasca ed Airolo verranno devastati dalle stazioni di trasbordo, dei veri ecomostri dal costo di centinaia di milioni di franchi, teoricamente destinati allo smantellamento a lavori ultimati (campa cavallo). Sapremo se i soldi del contribuente svizzerotto verranno investiti creando un valore aggiunto (secondo traforo) oppure se saranno dissipati senza alcun miglioramento infrastrutturale: senza una galleria ulteriore, ai prossimi lavori di risanamento ci troveremmo ancora nella situazione in cui siamo ora.
Sapremo anche se il resto della Svizzera approverà un investimento in Ticino o se invece, dopo aver mandato il nostro Cantone allo sbaraglio imponendoci la devastante libera circolazione delle persone ed i fallimentari accordi di Schengen, vorrà trasformarci definitivamente nella Catalogna della Svizzera decretando la nostra esclusione triennale.
Soldi da spendere
E’ evidente, ed era chiaro fin da subito, che i sostenitori dei tre anni di isolamento – quelli che vogliono le frontiere spalancate con l’Italia, ma il muro al Gottardo – avevano soldi da spendere in propaganda martellante. I fondi erano inversamente proporzionali agli argomenti. Perché, nel tentativo di gettare fumo negli occhi dei votanti, i contrari al secondo tunnel si sono inventati le storielle più inverosimili.
Non solo merci
In questi mesi di campagna si sono dunque sentite molte cose. Di un tema però si è parlato poco. Quello dei legami familiari di chi ha parenti Oltregottardo. Come ci ha raccontato un lettore: “io ho entrambi i figli in Svizzera tedesca in zone discoste. Sono anziano, non posso affrontare un viaggio in treno, con svariati cambi. Se non mi è possibile andare in macchina in Svizzera tedesca, dovrò rinunciare ad andarci. Quanti sono nella mia situazione? Non bisogna pensare solo alle merci, ma anche alle persone”.
Per chi non l’avesse ancora fatto, c’è ancora tempo fino a mezzogiorno per votare SI’ al tunnel di risanamento.
Lorenzo Quadri