Ma guarda un po’. In quel di Torino nei giorni scorsi sono state arrestate tre persone con l’accusa di gestire una cellula dell’Isis, attiva in Italia ed in Siria, che reclutava jihadisti. Perquisizioni ci sono pure state in Toscana, Piemonte e Lombardia. Quindi fuori dalla porta di casa nostra. Si tratta forse di una notizia sorprendente? No di certo!

 

Jihadisti dalla Svizzera

Nel recente passato, appena fuori confine, sono stati individuati dall’intelligence italiana almeno 4 centri islamici pericolosi tra Como e Milano.

Tra i jihadisti andati in Siria dalla Svizzera ce ne sono di sicuro anche di quelli in provenienza dal Ticino. Non li chiamiamo “jihadisti svizzeri” perché questi non esistono. Al limite ci potranno essere dei jihadisti svizzeri di carta non integrati, conseguenza delle naturalizzazioni facili.

Ad eventuali titolari di passaporto rosso partiti per entrare nell’Isis, è evidente che il passaporto va immediatamente ritirato. Questi signori non devono più poter metter piede nel nostro paese.

 

Grazie, multikulti!

Grazie alla multikulturalità completamente fallita, alla rinuncia – in nome del politikamente korretto – a difendere ed imporre regole ed i valori occidentali agli immigrati, ci troviamo in casa le cellule dell’Isis. Grazie alla  politica suicida delle frontiere spalancate,  i componenti di queste cellule possono entrare, uscire e stabilirsi in Ticino senza difficoltà: i permessi di dimora vengono rilasciati alla cieca perché non è più possibile, in regime di devastante libera circolazione delle persone, chiedere sistematicamente informazioni su cittadini che vogliono stabilirsi in Ticino in arrivo da un paese UE.

Ma, se concedere il permesso è automatico, ritirarlo quando si scoprono precedenti penali del titolare – in genere attraverso i media (!) – lo è molto meno. Grazie anche al garantismo dell’autorità giudiziaria.

 

Il P$$ vuole 200mila asilanti

All’insediamento di cellule Isis abbiamo spianato la strada e spalancato le porte. Niente di strano quindi se poi accade proprio ciò di cui sono state poste le premesse.

Ma come, non erano tutte balle della Lega populista e razzista?

Ovviamente oltre all’immigrazione “regolare” si pone poi il problema di quella “eccezionale” come pure clandestina. Vedi gli asilanti. La ministra di giustizia Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga ha già approvato l’arrivo di 3000 profughi siriani “extra”. C’è chi –vedi Caritas – ne vorrebbe cinque volte di più. Il primato  spetta però ad un personaggio della “levatura” del presidente del P$$ Christian Levrat che vorrebbe addirittura decuplicare gli asilanti in Svizzera. Oggi ne arrivano 20mila all’anno in totale; il buon Levrat ne vorrebbe 200mila. Ad alloggiarli e mantenerli provvederanno ovviamente i tanti kompagni della $inistra al caviale, come la consigliera nazionale P$ che ha un patrimonio di 12 milioni ma non paga le tasse perché “ottimizza” o l’altra consigliera nazionale P$ membro di comitato dell’iniziativa Weber che si compra l’attico di vacanza da 900mila Fr tramite la società di famiglia (che, come tutti sanno, è una peculiarità del proletariato).

 

Popolo buggerato

Naturalmente tra gli asilanti ci sono anche aderenti all’Isis cui si permette di insediarsi in Svizzera sotto il cappello dell’asilo. Non basta: per limitare il più possibile la selezione tra veri perseguitati ed approfittatori, il legulei del Tribunale federale amministrativo hanno cominciato ad aggirare la legge e la volontà popolare con l’obiettivo di non rimandare a casa loro dei finti rifugiati. La nuova legge sull’asilo prevede che un renitente alla leva militare non può avere lo statuto di rifugiato. Ma il TAF, con una recente sentenza, ha annullato il rimpatrio di un richiedente l’asilo eritreo che ha rifiutato di fare il militare. Motivo? Il finto rifugiato al suo paese verrebbe sanzionato in maniera sproporzionata. E’ il colmo. Il legislatore e il popolo – le modifiche alla LAsi, contro cui i kompagni avevano lanciato il referendum, sono state approvate in votazione popolare nel giugno 2013 – hanno deciso che ai renitenti alla leva ed ai disertori non si concede l’asilo. Ma i legulei del TAF se ne impipano!

 

Via Schengen

Le Camere federali, pensando in particolare alla minaccia del terrorismo islamico, nella sessione primaverile appena conclusa hanno dibattuto la legge sull’intelligence.

Multikulturalità completamente fallita, frontiere spalancate, mancanza di controlli, politici che vogliono tirarci in casa di tutto e di più, tribunali che si fanno beffe delle norme restrittive sull’asilo, costituiscono altrettanti regali ai jihadisti. La prima misura di prendere: sospendere subito, e a tempo indeterminato, l’applicazione degli accordi di Schengen, che devastano la nostra sicurezza ed in più ci costano 100 milioni di Fr all’anno: ben 14 (!) volte di più di quanto promesso dai sette scienziati del Consiglio federale!

Lorenzo Quadri