La partitocrazia bernese ha respinto la mozione leghista per l’esternalizzazione

Come c’era da attendersi, il 2 maggio è passato ma il Belpaese non ha riattivato i rinvii-Dublino, che sono sospesi dallo scorso dicembre. E – poco ma sicuro – non li riattiverà per un bel pezzo. La Confederella, Ticino in primis, subisce passivamente, senza fare un cip. A parti invertite, poco ma sicuro che le cose andrebbero in modo diverso. E’ da mesi che la Lega a Berna chiede il ripristino dei controlli sistematici alle frontiere con l’Italia finché i vicini a sud non torneranno a rispettare i propri impegni internazionali! Sveglia!

Il maxicredito

Il caos asilo imperversa. Ma il governicchio federale non fa una fava per arginarlo. In particolare, non fa nulla la kompagna Elisabeth Baume Schneidèèèr (P$). La preoccupazione bernese non è evitare l’arrivo di finti rifugiati che non scappano da nessuna guerra. Nemmeno per sogno! Prima si fanno entrare tutti creando così una situazione insostenibile; poi si tenta di estorcere al contribuente centinaia di milioni – si parla infatti di un maxicredito di 133 milioni – per realizzare nuove strutture per asilanti, strillando all’ “emergenza”. Già: emergenza autoindotta a suon di frontiere spalancate!

Esempi da seguire

E’ quindi ovvio che 1) di spendere soldi per la realizzazione di nuove strutture per asilanti non se ne parla nemmeno, perché la spesa per l’asilo va drasticamente ridotta e non certo aumentata e 2) occorre cambiare approccio, ma in modo radicale.

La Lega da anni sostiene che i centri per sedicenti profughi devono essere esternalizzati in paesi extraeuropei. E’ il modello di Danimarca e Gran Bretagna, che tali strutture intendono realizzarle in Africa, ed hanno già preso accordi con i governi locali. 

Lo sappiamo: per ora nemmeno Londra e Copenhagen sono riuscite a concretizzare i propri progetti. Però ci stanno lavorando: prima o poi arriveranno al risultato. Invece a Berna la casta – imbesuita dall’immigrazionismo e terrorizzata all’idea di prestare il fianco ad ipocrite accuse di “razzismo” (uhhh, che pagüüüraaa!) – si rifiuta per partito preso, adducendo pretesti del piffero.

Ciò vale per il governicchio federale, ma anche per i soldatini della partitocrazia incadregati nel parlatoio. Giovedì pomeriggio, infatti, il Consiglio nazionale ha respinto – per 49 voti contro 137, la mozione di chi scrive, la quale chiedeva  di seguire l’esempio danese e britannico esternalizzando le procedure d’asilo. La casta compatta, esponenti ticinesi compresi, ha detto Njet. Prendere nota!

Non molliamo

E’ chiaro che la Lega continuerà ad insistere. L’attuale sistema d’asilo non funziona più. Chi raggiunge la Svizzera illegalmente, troppo spesso resta qui in via definitiva, a carico del contribuente. L’arrivo in massa di migranti economici (tutti giovani uomini) fa esplodere la criminalità. La sicurezza di luoghi e mezzi di trasporto pubblici va a ramengo. Ad esempio: giovedì pomeriggio, su un treno diretto da Sargans a Bad Ragaz nel Canton San Gallo, un finto rifugiato eritreo di 25 anni minacciava i passeggeri con un coltello. Ma stiamo scherzando? E noi dovremmo tollerare simili situazioni in casa nostra, perché la partitocrazia immigrazionista non vuole blindare le frontiere? Non ci siamo proprio! Föö di ball tutti i finti rifugiati con lo smartphone! E non ne deve entrare più nessuno! 

E’ poi chiaro che la lista dei paesi sicuri va rivista e – ovviamente – estesa. Nel buonismo-coglionismo attuale, l’industria ro$$a dell’asilo ci sta tettando dentro alla grande!

Lorenzo Quadri