Conti cantonali in profondo rosso? Non possiamo più mantenere tutti i migranti economici
Per le finanze di questo sfigatissimo Cantone le cose non si mettono bene. Il Preventivo 2021, infatti, annuncia un deficit di oltre 230 milioni di franchetti.
Il buco finanziario da virus cinese (che a marzo ci ha impestati per colpa della libera circolazione delle persone e delle frontiere spalancate volute dalla partitocrazia) se lo ritrovano tutti gli enti pubblici. Che in Ticino l’economia, e quindi il gettito fiscale, risulti più colpita che altrove, non sorprende. Il lockdown esagerato e più lungo che nel resto della Svizzera ha fermato anche attività che avrebbero potuto continuare, dal momento che – per loro natura – si possono svolgere in sicurezza. Il governicchio, evidentemente, in primavera aveva abdicato al proprio ruolo, cadendo in preda al panico e consegnando il paese alla dittatura dei funzionari in fregola di visibilità, dei virologi e della stampa di regime. Invece di chiudere le frontiere, ha chiuso le attività economiche. E’ arrivato al punto di annullare le elezioni comunali già in corso “per motivi psicologici”: quando si dice raschiare il fondo!
Deficit strutturale
A preoccupare è il fatto che il deficit si presenta come strutturale. Quindi non una china da cui risalire nel giro di qualche anno, bensì un andazzo duraturo. Che trova riscontro nel piano finanziario 2022 – 2024: il debito pubblico, senza interventi, è destinato ad impennarsi a ben 3.3 miliardi.
In conferenza stampa il direttore del DFE Christian Vitta ha indicato le principali cause del dissesto: oltre alle minori entrate fiscali causa lockdown, sono aumentate in modo consistente sia le spese della socialità che quelle del personale statale.
Al proposito alcune semplici considerazioni.
Giù le mani dalle nostre tasche!
Di mettere le mani nelle tasche dei cittadini con aggravi fiscali in periodo di crisi nera non se ne parla nemmeno! Per cui i politicanti, ed in particolare il solito tandem P$-PLR, non si sognino di aumentare moltiplicatori cantonali o comunali o di partorire analoghe “cagate pazzesche” (cit. Fantozzi). Il P$ partito delle tasse, oltre che degli stranieri, da parte sua ha già pensato “bene” di depositare un’iniziativa parlamentare che chiede in sostanza di aumentare “per solidarietà”, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente (!) il disavanzo del Cantone e dei Comuni finanziariamente deboli, il moltiplicatore di quei Comuni cosiddetti “forti” che non l’hanno al 100%. Aggiungendo pure che divergenze di moltiplicatore superiori al 10% tra un Comune e l’altro sarebbero uno scandalo. Ennesimo fulgido esempio di centralismo e statalismo bolscevico. Particolare “piccante”: il primo firmatario è il presidente della sezione P$ di Lugano Raoul Ghisletta. Visto che a Lugano il moltiplicatore è del 77%, se l’iniziativa tassaiola $ocialista dovesse venire approvata, i primi ad essere tartassati sarebbero proprio i luganesi, concittadini dell’iniziativista.
Non c’è più trippa per gatti
Uno dei principali problemi, ha dichiarato Vitta, è l’aumento della spesa sociale. “Peccato” che essa sia esplosa per colpa della devastante libera circolazione delle persone e dell’immigrazione incontrollata, volute dalla partitocrazia PLR-PPD-P$ (Verdi-anguria inclusi). Adesso è evidente che non siamo più in grado di mantenere tutti. Non ci possiamo più permettere di spendere decine e decine di milioni ogni anno in prestazioni sociali a stranieri ed a finti rifugiati. Ricordiamo che – prima del covid – circa il 16% delle nuove domande d’assistenza era presentata da stranieri con permesso B. Quelli, cioè, che secondo la partitocrazia avrebbero ottenuto di trasferirsi in Svizzera perché si manterrebbero con i propri mezzi! Come no! E’ evidente che al dimorante che va in assistenza occorre ritirare il permesso. La Lega lo chiede da anni. Ma la casta immigrazionista non ne vuole sapere! Adesso siamo al dunque. Non c’è più trippa per gatti. Non ci vuole il Mago Otelma per prevedere che simili situazioni, a causa della crisi economica da virus cinese, sono
destinate a moltiplicarsi. Sveglia!
Cura dimagrante per lo Stato
Altra dichiarazione di Vitta: sono aumentate le spese per il personale pubblico. Ma che sorpresa! Sono anni che diciamo che l’amministrazione cantonale è gonfiata come una rana a causa delle assunzioni clientelari del triciclo; e poi i funzionari in esubero, per giustificare la propria presenza, si inventano il lavoro devastando i santissimi a cittadini ed imprese. Bene, è ampiamente tempo di tagliare. La “revisione dei compiti dello Stato”, con cui la partitocrazia si sciacqua la bocca da oltre un quarto di secolo, deve diventare finalmente realtà. Ed in particolare, che il governicchio si scordi il credito da MEZZO MILIARDO (oltretutto, sarebbe il secondo nel giro di sette anni) per mantenere i privilegi pensionistici degli statali!
Teniamoci i ristorni
I ristorni dei frontalieri nel 2019 erano schizzati a 95 milioni di Fr. E’ evidente che non ci possiamo più permettere di versare quasi 100 MILIONI ALL’ANNO in continua crescita al Belpaese (che per tutto ringraziamento ci prende a pesci in faccia). Bloccare i ristorni ed utilizzarli per le nostre necessità!
Stop ecobalzelli
Lo stramaledetto virus cinese ha messo in difficoltà economica tanti ticinesi: disoccupazione parziale e quindi stipendio ridotto per i dipendenti, minori entrate per chi è in proprio, licenziamenti, fallimenti, eccetera. Molti, come rileva un sondaggio dell’Associazione inquilini, sono in difficoltà nel pagare l’affitto. Però la partitocrazia vorrebbe ulteriormente rapinarci con ecotasse ed ecobalzelli nel nome dell’isterismo climatico? Ma col fischio! Avanti col referendum!
Lorenzo Quadri