Il presidente della Commissione UE si scordi lo sconcio accordo quadro istituzionale

Al presidente “diversamente astemio” della commissione europea, Jean-Claude “grappino” Juncker, la faccia di tolla non fa mai difetto. Costui in un’intervista alla SRF arriva ad accusare la Svizzera per il peggioramento (?) dei rapporti bilaterali con la fallita UE. Peggioramento imputabile, a suo dire, al fatto che la Confederella ancora non ha concluso lo sconcio accordo quadro istituzionale.

Più volte abbiamo ripetuto che, prima di mettere un microfono davanti a questo bieco personaggio, bisognerebbe fargli soffiare nel palloncino.

Levarselo dalla testa

Tanto per cominciare, caro Juncker: l’accordo quadro istituzionale tu ed i tuoi scagnozzi ve lo levate dalla testa. Metteteci una bella croce sopra perché non l’avrete mai! Capiamo che per Juncker, bramoso di comandare in casa nostra, è una realtà dura da accettare, ma può sempre tirarsi su il morale con un bel doppio whisky.

Non ancora contento della boiata profferita, Juncker prosegue dichiarandosi comunque “amico della Svizzera”. Certo, come no. Peccato che il suo concetto di amicizia sia, per usare un paragone molto in voga di questi tempi, di stampo “weinsteiniano”. Come il famigerato produttore-zozzone Harvey Weinstein, anche Juncker dimostra la sua “amicizia” nei confronti della Confederella tentando di metterle le mani addosso. Non ottenendo quello che vuole, perché la partner rifiuta, passa ai ricatti e alle minacce.

Amici?

Con quale faccia di tolla Juncker si dichiara amico della Svizzera e poi, il giorno dopo aver ottenuto dai camerieri dell’UE in Consiglio la promessa di un regalo di 1.3 miliardi di franchi, decide assieme ai suoi eruofunzionarietti di discriminare la Svizzera limitando ad un anno la durata dell’equivalenza della borsa?

“Grappino” Juncker, è così che tratti gli “amici”, oltretutto quelli che ti promettono soldi?

La discriminazione nei confronti del nostro paese è così plateale che perfino i camerieri di Bruxelles a Palazzo federale si sono sentiti in dovere di prodursi in una flebile protesta (senza peraltro avere nemmeno gli attributi di dire agli eurofalliti che il contributo di 1.3 miliardi se lo possono definitivamente scordare).

Da notare che 11 Stati membri UE hanno protestato contro questa decisione. Tra questi non figura però l’Italia. A dimostrazione che i vicini a sud non sono affatto nostri amici, ma vogliono solo sfruttarci e prenderci per i fondelli. Per cui sarebbe finalmente ora che, sia a Berna che a Palazzo delle Orsoline, “qualcuno” aprisse gli occhi e si decidesse a comportarsi di conseguenza. Ad esempio cominciando col bloccare i ristorni dei frontalieri.

Chi ha promesso?

La parte di più inquietante delle dichiarazioni dell’eurograppino è però la seguente: “più volte mi è stato promesso dagli svizzeri (si intende ministri svizzeri) la conclusione dell’accordo quadro internazionale, che però non è stata mai raggiunta”. Ohibò. Ci piacerebbe proprio sapere chi si è avventurato in simili scellerate promesse! Forse il PLR Didier “dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèèr che per fortuna ha levato le tende? O c’è anche qualcun altro ancora in carica, magari una delle consigliere federali sbaciucciate da Juncker durante le sue visite? E’ evidente che chiunque si sia avventurato dichiarazioni di questo tipo va lasciato a casa in quanto traditore della Svizzera!

Quanto alle promesse: dovessimo conteggiare noi tutte le volte che il Belpaese ci ha promesso il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri…

Lorenzo Quadri