Aumenta l’astensionismo, ed a beneficiarne sono i sabotatori della volontà popolare
« Non votate ? Dopo non vi lamentate ». Lo slogan non è del Mattino. Appariva, tanti e tanti anni fa, su un manifesto elettorale del PLR (erano i tempi in cui nell’ex partitone esisteva ancora la “L”; prima, dunque, dell’attuale frana a $inistra).
Il problema dell’astensionismo non è certo nuovo. Nella nostra democrazia diretta, votare è un diritto-dovere. La seconda parte (dovere) viene tuttavia sempre più snobbata. Al punto che il Canton Sciaffusa si è inventato anche la multa (simbolica) per chi non va a votare. Inizialmente di 3 franchi, l’ammenda è stata raddoppiata a 6 franchi nel 2014.
Sul tema dell’astensionismo, l’Osservatorio della vita politica dell’Università di Losanna – organismo inutile quant’altri mai – ha presentato nei giorni scorsi un apposito studio, svolto sulle elezioni cantonali del 2019. Dall’indagine emerge che la quota degli aventi diritto di voto che non si sono recati alle urne per eleggere i propri rappresentanti è ulteriormente cresciuta, raggiungendo il tasso record del 40,7%. Un aumento del 3% rispetto al 2015. Si può supporre che nel 2023 la percentuale salirà ancora.
Chi ci guadagna?
Questi studi non sono certo da prendere per oro colato. Ma nemmeno vanno ignorati. A maggior ragione perché, stando all’indagine, la Lega sarebbe stata penalizzata dall’astensionismo più di altre forze politiche. Qual è il ritratto di chi non va a votare? Si tratterebbe “soprattutto di cittadine e cittadini giovani, dai 18 ai 30 anni, con un apprendistato o in formazione, che esercitano un lavoro dipendente (impiegato/a, operaio/a), persone poco o per nulla soddisfatte della propria situazione economica”.
Ora, che se la gente non va a votare la Lega ci rimette, lo sapevamo anche senza bisogno dell’Osservatorio sulla vita politica. Deve far riflettere l’identikit (tracciato sopra) di chi diserta le urne. Se infatti elettori leghisti smettono di andare a votare, a guadagnarci è la partitocrazia; e specialmente la $inistra tassaiola, proibizionista, multikulti, spalancatrice di frontiere ed euroturbo. I primi a perderci da una simile situazione sono proprio gli “astensionisti tipo”. Infatti, indebolire la Lega significa lasciare campo libero a quelli che vogliono l’invasione da sud ed addirittura l’adesione all’UE. Se i giovani (e non solo i giovani) non trovano un lavoro, perché i frontalieri hanno fatto man bassa, la colpa non è certo della Lega, che si è sempre battuta contro la libera circolazione. La colpa è di chi ha spalancato le frontiere. $inistra in primis. Il sindacato miliardario UNIA, quello che schiaccia gli ordini al P$, difende i lavoratori ticinesi o i frontalieri?
Inoltre, questi cittadini “insoddisfatti della propria situazione economica”, sono sicuri di voler indirettamente rafforzare, con l’astensionismo, i tassaioli ro$$overdi? Ovvero proprio quelli che saccheggiano i già magri redditi dei lavoratori con sempre nuove tasse e balzelli, magari in nome dell’isterismo climatico “à la page”?
Il gioco sporco
La partitocrazia ha una pesante responsabilità nella diminuzione dei votanti. Il triciclo è infatti specializzatonel cancellare l’esito delle votazioni popolari sgradite alla casta. Vedi quanto accaduto col “maledetto voto” del 9 febbraio 2014. La $inistra in particolare, dall’alto della sua boria, nutre un profondo disprezzo nei confronti della volontà dei cittadini (“chiusi e gretti”, disse un deputato P$). E tenta sistematicamente di far rientrare dalla finestra, con la tattica del salame (una fetta alla volta) ciò che le urne hanno fatto uscire dalla porta. Vedi, a livello federale, gli ecobalzelli. Vedi, in Ticino, la scuola ro$$a del kompagno Bertoli.
E’ comprensibile che al cittadino che vede il proprio voto ripetutamente sabotato dalla partitocrazia scappi la voglia di recarsi alle urne. E’ comprensibile, ma è la cosa più sbagliata da fare! Perché l’astensionismo alla fine premia proprio i sabotatori. I quali ovviamente si sentiranno incoraggiati a continuare. Vogliamo fare il loro gioco? O vogliamo invece sostenere chi difende i diritti popolari?
Voto di protesta
E’ poi ovvio che, se la Lega è particolarmente colpita dall’astensionismo, la colpa non può essere solo degli altri. Anche la Lega deve recuperare la capacità di farsi portavoce del voto di protesta. Il doppio ruolo di governo e opposizione, che rispecchia le due anime del Movimento, non è un’aberrazione: a ripetere questo mantra è chi il doppio ruolo vorrebbe tanto svolgerlo anche lui, ma non ce la fa. E’ invece una ricchezza e fa parte del DNA leghista.
Lorenzo Quadri