Agenzie interinali: giusto protestare, ma non tutti sono legittimati a farlo

Le elezioni comunali sono vicine, a casa sono arrivate le schede per la votazione ed “improvvisamente” si scopre, ma tu guarda i casi della vita, che il mercato del lavoro di questo sempre meno ridente Cantone ha qualche problemino.
Settimana scorsa si è saputo che in Ticino le persone in assistenza sono quasi 9000. Certamente tra questi ci sono dei furbi, spesso e volentieri “non patrizi”, che trovano il modo di sfuggire alle maglie dei controlli. Del resto, se il 28 febbraio i partiti $torici non avessero affossato l’iniziativa d’attuazione – quella che chiedeva l’espulsione certa e sistematica degli stranieri che delinquono e/o che abusano dello Stato sociale – magari qualcuno si farebbe qualche scrupolo in più. Invece, grazie alla brillante mobilitazione dell’élite politikamente korretta e spalancatrice di frontiere (altro che “società civile”) contro l’ “iniziativa disumana” (uella!) adesso si sa che gli svizzerotti fessi non solo non espellono gli stranieri che delinquono, ma neppure quelli che abusano dello Stato sociale.

Mercato saturo
Tra le quasi 9000 persone in assistenza in Ticino, dunque, ci sono i furbi. Non per questo la cifra, cresciuta del 44% in cinque anni, è meno preoccupante. Soprattutto se si considera che un terzo di questi 9000 sono giovani sotto i 26 anni: significa che nel mondo del lavoro non si riesce più ad entrare. Perché è saturo. Chi l’ha saturato? Ovviamente, personale in arrivo dal Belpaese grazie alla devastante libera circolazione delle persone.

Manifestazione contro Adecco
Ad inizio settimana, invece, a Bellinzona c’è stata una manifestazione contro Adecco, organizzata dalla “sinistra della sinistra”. Ma erano presenti anche vari esponenti P$, magari candidati alle elezioni comunali.
Giusto protestare contro il degrado e la precarizzazione del mercato del lavoro ticinese. Non lo si scopre oggi che le agenzie di lavoro temporaneo assumono frontalieri a go-go: del resto non di rado i dirigenti di queste agenzie arrivano dal Belpaese.

Questo personale temporaneo, assunto a condizioni che solo i frontalieri si possono permettere, viene poi utilizzato da talune aziende non già per sopperire a delle “punte” produttive, ma al posto delle assunzioni regolari. Inutile dire che anche i responsabili di queste “talune aziende” spesso e volentieri non sono “a chilometro zero”.
Ecco cosa succede ad “aprirsi” quando si sa che dall’altra parte dell’apertura c’è la vicina Penisola con i suoi ben noti metodi!

Una conquista?
E non ci si venga a ripetere il solito mantra della “flessibilità come conquista”: la flessibilità può essere una conquista nella misura in cui costituisce una libera scelta. Ad esempio di chi ha bisogno di qualche ora in più arrotondare. O per lo studente che, nel periodo estivo, vuole racimolare un po’ di soldi. Ma la maggioranza dei lavoratori interinali non ha certo questo profilo. E’ gente che, semplicemente, non ha altra scelta. E’ quindi logico che, come giustamente richiesto anche dai gran consiglieri Boris Bignasca e Giorgio Fonio, il Consiglio di Stato vigili su questa come su altre derive del mercato del lavoro. Derive che però, è bene ricordarlo, sono un regalo degli accordi bilaterali.
Ecco che sorgono allora un paio di questioncelle di coerenza, che hanno pure un valore.

Due questioncelle
La prima: gli URC stessi invitano gli iscritti a rivolgersi alle agenzie di lavoro temporaneo.
La seconda: a $inistra, alcune piccole formazioni sono contrarie alla libera circolazione delle persone. Ma questo non è il caso del P$. Non solo i $ocialisti hanno sempre voluto la libera circolazione, ma hanno fatto campagna dura contro il 9 febbraio. Sia prima della votazione, starnazzando accuse di razzismo e fascismo. Sia dopo la votazione: infatti da due anni tentano di farci il lavaggio del cervello con la fetecchiata del voto da rifare.
Che quelli che hanno voluto la libera circolazione delle persone, ad un paio di settimane dalle elezioni comunali tentino di rifarsi una verginità protestando contro il precariato, che della libera circolazione è la diretta e prevedibile conseguenza, è una presa per i fondelli. E questo è bene saperlo.
Lorenzo Quadri