La partitocrazia di centro-$inistra fa esplodere le bollette elettriche, e non solo…
Non solo cassa malati. Anche la bolletta elettrica si impenna. A livello nazionale si annuncia per il 2024 un rincaro del 18%. Per un’economia domestica di 4 persone, ciò comporta una spesa aggiuntiva di 222 franchi rispetto al 2023. E già per l’anno in corso si è registrato un aumento medio del 27%, ovvero di 261 franchi.
Sicché l’economia domestica “media” nel 2024 spenderà quasi 500 franchi in più rispetto al 2022. Non sono noccioline.
A ciò si aggiunge il notorio aumento dei premi di cassa malati, dove ormai si va avanti, almeno in questo sfigatissimo Cantone, a rincari medi annuali del 10% a botta.
In più ci sono i tassi ipotecari che crescono, l’inflazione generale (che certuni usano come scusa per “tettarci dentro”), a Lugano i contributi LALIA, eccetera.
Morale della favola: il potere d’acquisto dei cittadini si riduce all’osso! E in Ticino i salari sono i più bassi della Svizzera, con la forchetta con il resto del Paese in continuo allargamento.
La prima gallina che canta…
Ma il colmo è che a strepitare contro questa situazione – ovviamente a solo scopo di campagna elettorale – è la partitocrazia di centro-$inistra PLR-PPD-P$ più Verdi-anguria. Ovvero, chi è responsabile dello sfacelo. E’ proprio vero che “la prima gallina che canta ha fatto l’uovo”!
E’ stata infatti la partitocrazia a spalancare le frontiere, provocando l’invasione da sud con conseguente aumento della disoccupazione e della povertà tra i residenti, e pressione al ribasso sui salari. Ed è ora di finirla con il mantra dei “lavori che i ticinesi non vogliono più fare”: solo il 20% dei permessi G è attivo in un settore dove c’è carenza di manodopera.
Anche la piazza finanziaria ticinese, un tempo fiorente, è stata pesantemente ridimensionata a seguito della calata di braghe del Triciclo sul segreto bancario. Sono dunque venuti a mancare tanti impieghi ben pagati ed occupati per lo più da residenti. Ecco dunque un altro fattore di impoverimento provocato da chi – colmo dei colmi – da un lato strilla alla diminuzione potere d’acquisto, e dall’altro vorrebbe però ulteriormente falcidiarlo con tasse e balzelli in nome del “clima”.
E nümm a pagum
Per quanto attiene alla “pillola” sulla bolletta elettrica. La guerra in Ucraina con i suoi annessi e connessi – a cominciare dalle sanzioni-boomerang contro la Russia, il cui prezzo lo pagano i cittadini degli Stati sanzionatori – gioca senz’altro un ruolo. Ma è chiaro che al rincaro contribuisce anche la svolta verde ideologica, voluta dalla partitocrazia. La sola Legge divoratrice di elettricità (LOCli) costerà ben 387 miliardi di franchi. E tutti questi soldi ce li dovrà mettere il cittadino.
Lo spegnimento della centrale nucleare di Mühleberg nel 2019, sempre per motivi ideologici, ha aggravato la penuria di elettricità indigena, aumentando la dipendenza dalle importazioni. Ma è chiaro che se i Paesi a noi vicini non hanno corrente per sé, mica la vendono a noi; o, se lo fanno, chiedono prezzi esorbitanti. L’energia solare ed eolica è poca e cara.
L’elettrificazione spinta di mobilità e riscaldamento fa impennare il consumo elettrico. Anche l’immigrazione incontrollata fa crescere la richiesta di energia elettrica. La penuria di corrente abbinata all’esplosione della domanda genera un cocktail esplosivo. E poi ci chiediamo come mai le bollette schizzano verso l’alto.
La sostituzione delle energie fossili con l’elettricità necessita inoltre di investimenti infrastrutturali per decine di miliardi nella rete elettrica: e anche questi finiscono a carico del contribuente.
Verdi contro il solare
Ricapitolando: l’uscita dal nucleare riduce la produzione di corrente in Svizzera. L’elettrificazione spinta di mobilità e riscaldamento aumenta il consumo. Idem dicasi per l’immigrazione incontrollata. Il risultato è che l’energia elettrica diventa un bene raro e dunque costoso. A volere tutto questo è la partitocrazia. $inistrati ro$$overdi in primis. Non vogliamo quindi sentire questa parte politica lamentarsi per il rincaro della bolletta dell’elettricità, dato che sono le sue politiche a provocarlo. Il tutto dopo aver impoverito la popolazione ticinese con la libera circolazione delle persone. E sempre la stessa parte politica sogna di gravare i proprietari di una casetta con oneri dai costi insostenibili: vedi risanamenti energetici, pannelli solari, termopompe e compagnia cantante.
A proposito di energia solare: in Vallese la popolazione ha bocciato il decreto per procedure agevolate per la costruzione di parchi solari alpini. Il referendum l’hanno lanciato gli ambientalisti, ovvero proprio quelli che si riempiono la bocca con l’energia verde! Argomento dei contrari: per piazzare pannelli bisogna usare i tetti esistenti. Ciò significa che presto i proprietari di una casetta verranno OBBLIGATI ad installare cellule fotovoltaiche, naturalmente a proprie spese. Garanzia costituzionale della proprietà? Connais-pas!
Sveglia, che questi ecotalebani vogliono introdurre in casa nostra un regime stile Corea del Nord, strillando come ossessi che “La Terra è in ebollizione”!
Lorenzo Quadri