Il governicchio federale introduce misure “antivirus” ai confini, ma ancora una volta…
E’ sempre più manifesto che, per i camerieri bernesi dell’UE, la Svizzera finisce al Gottardo
In clamoroso ritardo, dopo averne mangiate cinquanta fette, anche il “ministro dei flop” kompagno Alain Berset (P$) e colleghi hanno dovuto ammettere che forse potrebbe trattarsi di polenta.
E dunque hanno deciso che, per contrastare la diffusione dello stramaledetto virus cinese, verranno eseguiti dei controlli sanitari su chi entra in Svizzera dall’estero. Chi non è vaccinato o guarito dal covid da domani dovrà presentare un test negativo in entrata e poi eseguire un secondo tampone a proprie spese qualche giorno dopo.
Alla buon’ora! E’ da febbraio del 2020 (!) che la Lega ripete che ci vogliono MISURE SUL CONFINE. Che è vergognoso far entrare tutti senza controlli e poi, una volta che il virus si è diffusoper colpa delle frontiere spalancate, imporre restrizioni ai residenti facendo terrorismo di Stato sui letti in cure intense pieni!
Fuori la nazionalità
Malgrado la partitocrazia e la stampa di regime abbiano tentato in ogni modo di imboscare le cifre, la realtà è venuta a galla. Il 90% e rotti degli ospedalizzati per covid non sono vaccinati. Di questi, la metà sono vacanzieri rientrati contagiati dall’estero. Una parte consistente di questi vacanzieri si è infettata in paesi balcanici. Poiché ad andare in ferie nei Balcani non sono gli svizzeri, bensì persone originarie di quelle regioni, ne consegue che a riempire i letti delle cure intense – e quindi a far scattare misure vessatorie che colpiscono tutti (vedi covid pass) – sono i no vax balcanici andati in vacanza al natìo paesello, dove non hanno osservato le misure di sicurezza sanitaria. Un sentito ringraziamento!
Stando così le cose, il governicchio federale, come da atto parlamentare leghista, farà ora il piacere di indicare non solo il numero, ma anche la nazionalità degli ospedalizzati causa virus cinese. Perché di farci prendere per il lato B in nome dell’omertà politikamente korretta e multikulti ne abbiamo piene le scuffie!
Il tardivo risveglio
Le misure sul confine sono doverose. Per lunghi mesi, ed in particolare durante i rientri massicci dalle vacanze, la Svizzera è stata la nazione in cui, in assoluto, era più facile entrare. Lo ha scritto la stampa d’Oltralpe; non il Mattino populista e razzista. Adesso che i buoi sono fuori dalla stalla, ed il virus cinese dentro il paese, ecco che finalmente il governicchio federale scende dal pero! Di malavoglia e solo perché costretto, beninteso: per icamerieri bernesi di Bruxelles, ed in primis per la ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) il motto è: Frontiere spalancate über Alles!
La voragine
Ed infatti, come di consueto, il CF si dimentica, ma guarda un po’, della parte più grossa del transito in entrata ed in uscita: ovvero quello dei frontalieri e dei padroncini!
Già durante la prima e la seconda ondata pandemica, quando di vaccini non ce n’erano, tutti potevano entrare in Ticino dalla Vicina Penisola. Liberamente e per qualsiasi motivo. Mica solo per lavorare, anche per farsi una partitella a calcio. Perché nessuno controllava un tubo! Gli stessi cittadini italiani che al loro Paeseavevano il divieto di spostarsi da un comune all’altro per non diffondere il virus, potevano però arrivare in Ticino “come se niente fudesse”!
Adesso la farsa si ripete. Su frontalieri e padroncini, controlli ZERO! Idem per il turismo della spesa!
E’ evidente che il governicchio federale vuole agevolare i datori di lavoro che, approfittando della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, assumono frontalieri a tutto spiano a scapito dei residenti. Ma bravi!
Terra di nessuno
E’ pur vero che in Lombardia sono più vaccinati di noi (per il Ticino non è certo un motivo di vanto). Chi è vaccinato se si ammala ha ottime probabilità di non finire in ospedale (e non è cosa da poco). Ma pure chi è vaccinato può contagiarsi e contagiare, anche se meno di chi non lo è. L’inverno si avvicina. E la stagione fredda è alleata dei virus. Esonerare frontalieri e padroncini da ogni controllo sanitario in entrata è una cappellata di proporzioni epiche. Si tratta infatti di una scelta dettata dalla politichetta. Una scelta scandalosa, perché ben evidenzia come i balivi bernesi considerano il Ticino: non terra elvetica ma terra di nessuno. Un tutt’uno con la Lombardia; altro che Svizzera. E all’interno di questo tutt’uno, chiunque deve (?) potersi muovere liberamente. I confini non contano più un piffero!
Il kompagno Berset e la sua corte dei miracoli, esentando i frontalieri dai controlli sanitari, hanno dimostrato ancora una volta che per loro la Svizzera finisce al Gottardo.
Se poi pensiamo che il Consigliere federale “ticinese”, o meglio italiano con doppiopassaporto, ovvero l’esponente del PLR KrankenCassis, era quello che, nella primavera 2020, quando la Lombardia era il più grande focolaio virale dell’Occidente, da ministro degli Esteri telefonava al suo collega (e connazionale) Giggino Di Maio chiedendo di lasciar passare in Ticino tutti i frontalieri…
Grazie ex partitone per regalare al Paese questi grandi statisti!
Lorenzo Quadri