Il Konsiglio federale, ma anche i partiti $torici, di questi tempi, visto che la situazione sul fronte della migrazione si fa sempre più esplosiva (in particolare per quel che riguarda i frontalieri) hanno cominciato a riempirsi la bocca con l’applicazione della clausola di salvaguardia prevista dagli Accordi bilaterali.
Al proposito bisogna dire le cose come stanno: le clausole di salvaguardia sono “cosa buona e giusta” nel senso che costituiscono un segnale importante sia all’indirizzo del governo federale che a quello degli eurobalivi di Bruxelles. Tuttavia, oggi come oggi, la loro utilità pratica oscilla tra il nullo e l’irrisorio: infatti, vi pare forse plausibile che i sette di Berna potessero prendere seriamente delle misure in grado di dare fastidio ai padroni europei? Ma non sia mai!
Quindi, è importante che nessuno si faccia infinocchiare: le clausole di salvaguardia hanno, di fatto, una pura funzione declamatoria e non sono in nessun caso un’alternativa ai contingenti, che vanno assolutamente reintrodotti, né ad altre misure volte a far sì che la Svizzera torni ad avere il controllo sull’immigrazione. Controllo che, come noto, è andato a farsi benedire a seguito degli Accordi bilaterali: cosa assolutamente vergognosa ed inaccettabile.
Ma perché le clausole di salvaguardia sono, all’atto pratico, prive di effetto (se così non fosse il Consiglio federale non si sognerebbe di anche solo pensare ad una loro applicazione)?
Prima di tutto, non si applicano ai frontalieri, ma solo ai permessi L (durata 4-12 mesi) e ai permessi B (durata da 12 mesi a 5 anni). Quindi il principale problema del Ticino non viene nemmeno toccato.
Ma non è tutto: la clausola di salvaguardia prevede infatti che, se il numero dei nuovi permessi di soggiorno nelle categorie L o B è superiore al 10% rispetto alla media dei tre anni precedenti, la Svizzera, per i due anni successivi, può porre un tetto massimo ai nuovi permessi nella categoria in cui tale requisito è adempiuto. Il tetto massimo corrisponde al numero medio dei permessi rilasciati nei tre anni precedenti, più il 5%.
La clausola viene applicata separatamente ai permessi L o B.
Ora, l’esplosione dei permessi B con l’UE a 17 (“vecchia UE”) è avvenuta nel 2007, con la caduta dei contingenti alla sciagurata libera circolazione delle persone. Prima, infatti, i permessi B erano contingentati a 15’300 all’anno. Nell’anno 2007 sono esplosi a 94mila, per poi assestarsi attorno ai 50 – 55mila.
Quindi, invocare la clausola di salvaguardia sarebbe stato possibile e sensato nel 2008, o al più tardi nel 2009. Non nel 2012, visto che la media dei tre anni precedenti, tutti appartenenti all’era “post-contingenti”, è più o meno stabile. Quindi per la migrazione dai vecchi Stati UE la clausola di salvaguardia non può essere invocata.
Diverso il discorso per gli 8 nuovi Stati membri della (dis)unione europea Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica ceca e Ungheria (per Romania e Bulgaria è ancora in vigore il contingentamento).
I permessi B rilasciati a cittadini dei citati 8 Stati sono passati da 1800 nel 2009 a 5000 nel 2011.
In questo caso sarebbe dunque possibile invocare la clausola si salvaguardia sui permessi B. Non però sui permessi L, dove l’evoluzione dal 2009 al 2011 non la giustifica. Visto che però, come detto, la clausola deve essere invocata separatamente per ogni categoria (e qui sta l’ulteriore fregatura!) anche applicandola ai permessi B rilasciati a cittadini dei citati 8 Stati, il risultato sarebbe che i permessi B verrebbero sostituiti da quelli L. Ci sarebbe, in altre parole, un travaso dall’una all’altra categoria. In ogni caso, non sarebbero qualche migliaio di permessi B in meno a risolvere i problemi d’immigrazione della Svizzera. Men che meno quelli del Ticino, che sono in massima parte provocati da frontalieri e padroncini.
E’ quindi importante non lasciarsi infinocchiare. Le clausole di salvaguardia possono (e devono) essere invocate, ben coscienti però che si tratta di pure azioni dimostrative: l’effetto pratico è pressoché nullo. Urge continuare a puntare con decisione sui contingenti!