Il progetto atteso da decenni rischia: la kompagna Simonetta gioca contro il Ticino?

L’arrivo al Dipartimento dei trasporti, dell’ambiente e delle telecomunicazioni della kompagna Simonetta Sommaruga, segnalatasi come ministra del „devono entrare tutti“ nel suo precedente incarico al Dipartimento di Giustizia, si sta dimostrando una sciagura. Soprattutto per il Ticino. Come ampiamente previsto. Non solo persecuzione degli automobilisti. Non solo isterismo climatico. Ma adesso anche il famoso collegamento A2-A13, una telenovela lunga decenni che grazie anche al certosino lavoro del Dipartimento del territorio e del suo direttore Claudio Zali sembrava vicina ad andare in porto, rischia invece di finire in palta. E questo grazie al Dipartimento Sommaruga.

Il bubbone

Il bubbone è scoppiato nelle scorse settimane. Quando improvvisamente si è scoperto che l’USTRA, ufficio federale delle strade, con sezione ticinese a guida uregiatta, ha indetto un concorso che prevede ben 30mila ore di lavoro di ingegneria (!) per adeguare il progetto generale (PG) del collegamento A2-A13 allestito dal Cantone.

Con 30mila ore di ingegnere si progetta il ponte di Brooklyn o giù di lì. Di conseguenza è evidente che l’USTRA vuole apportare al progetto generale delle modifiche sostanziali. Non si tratta di cambiare le intestazioni sui fogli.

Per questo PG sono stati impiegati anni di lavoro; trovare delle soluzioni che mettessero d’accordo tutti – USTRA compreso! –  è stato un esercizio mica da ridere.

Ma l’USTRA  se ne è uscito di punto in bianco  – senza peraltro nemmeno avvisare né il Cantone, né il Dipartimento – con il concorso di ingegneria per le famose 30mila ore lavorative.

Le conseguenze

Il progetto generale è stato finanziato dal Cantone con 10 milioni; il Gran Consiglio ha votato l’apposito credito. Adesso, grazie alla bislacca iniziativa di USTRA, cosa succederà?

Se il progetto sul tavolo che, come ha dichiarato Zali, “a mente nostra è praticamente pronto per essere realizzato”, verrà stravolto, le ovvie conseguenze saranno due.

  • Soldi del contribuente buttati dalla finestra “grazie” al Dipartimento Simonetta
  • Il consenso raccolto a fatica non sarà più dato.

Se a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre, si potrebbe anche immaginare che l’obiettivo del Dipartimento Simonetta sia proprio quello di far saltare un progetto di infrastruttura stradale, che riguarda dunque le odiate automobili; quelle cose che la kompagna Consigliera federale sognerebbe di cancellare dal suolo elvetico.

“Ha già avuto”?

Senza dimenticare che sotto le cupole federali c’è chi sostiene la tesi che con AlpTransit, peraltro destinato a rimanere monco almeno fino al 2050, il Ticino abbia beneficiato di sufficienti investimenti federali nelle infrastrutture. Il nostro Cantone, insomma, avrebbe già avuto. Come se AlpTransit fosse un’opera di portata regionale, un regalo ai ticinesi (?) – semmai alle ditte straniere che hanno beneficiato degli appalti,… – e non un grande progetto nazionale ed internazionale.

Visto però che il collegamento A2-A13 costerebbe alla Confederella un miliardo e mezzo, non proprio noccioline, non sarebbe poi così fuori dal mondo immaginare che qualcuno nei piani alti del Dipartimento Simonetta stia tramando per utilizzare questi soldi in modo diverso. Magari per foraggiare l’ennesima eco-boiata “à la page”. Ma certo non per il Ticino e non – orrore! – per un’autostrada.

Il Consiglio federale sarà comunque chiamato a prendere una posizione rispondendo ad un’interpellanza di chi scrive sull’inquietante mistero delle 30mila ore di lavoro ingegneristico per “rimaneggiare” il progetto di collegamento A2-A13.

Lorenzo Quadri