Lugano e brozzoni “autogestiti”: l’ultima fregnaccia della partitocrazia allo sbando
L’ultima « cagata pazzesca » (cit. Fantozzi) che di questi tempi va di moda raccontare a Lugano è che lo sgombero dell’ex Macello sarebbe una mossa elettorale. Ossignùr.
Che a sostenere una simile boiata ci siano i $inistrati, da sempre avvocati d’ufficio dei brozzoni autogestiti, non sorprende. Più preoccupante è che la blaterino pure esponenti dell’ex partitone. Se il PLR, quello che si sciacqua la bocca a giorni alterni con “lo stato di diritto”, è d’accordo che l’ente pubblico conceda gratuitamente spazi pregiati a chi si produce in atti di delinquenza che con l’autogestione non hanno nulla a che vedere, lo dica. Così almeno i cittadini luganesi saranno in chiaro.
Chi lanciava sassi?
Ai signori che, non avendo altri argomenti, cianciano di mosse elettorali, si ricorda che sono i molinari ad essere andati in stazione l’8 marzo con le catene (i sassi erano sul posto) a “manifestare” contro l’esito di una votazione popolare, quindi contro la democrazia diretta. Nella manifestazione, oltre alle violenze, è successo di tutto e di più. Ad esempio, donzelle “autogestite” che hanno pensato bene di onorare la festa della donna urinando sulle scarpe dei poliziotti.
Stop ricatti
Se qualcuno pensa che il municipio di Lugano sia disposto a farsi ricattare all’infinito da questi brozzoni e dalla loro minaccia di “scendere in strada” ha fatto male i conti. Nelle città d’Oltralpe l’autogestione è una realtà? A parte che sul livello di questa realtà si può comunque disquisire (la Reithalle di Berna, tanto per citarne una, non è proprio una perla) nelle altre città l’autogestione ha dei responsabili e delle regole. A Lugano non ci sono né gli uni né le altre.
La delinquenza resta delinquenza anche se la si vuole chiamare con un altro nome. E l’ente pubblico con la delinquenza non “dialoga”. Altrimenti, con che coraggio viene multato il cittadino che lascia scadere il posteggio, che non utilizza il sacco rosso per il rüt o che non raccoglie il bisognino del cane?
Brevi repliche
Tre obiezioni-ciofeca vanno contraddette subito.
- “La città avrà bisogno dell’ex macello per i suoi progetti solo tra due o tre anni, quindi si poteva aspettare”. A parte che ci mancherebbe che l’ente pubblico tollerasse altri due o tre anni di manifestazioni illegali, violente e vandaliche: per credere che tra due o tre anni i brozzoni se ne andrebbero per conto proprio ed in buon ordine bisogna essere caduti dal seggiolone da piccoli. Attendere non risolve nulla, sposta solo in là nel tempo il problema ed i suoi corollari (ricatti, minacce, eccetera). Per cui, prima si comincia con l’operazione repulisti, prima si finisce.
- “Non bisogna fare di ogni erba un fascio”. L’argomento avrebbe un senso se, il giorno (o i giorni) dopo gli scandalosi fatti in stazione, lo CSOA avesse emesso un comunicato del seguente tenore: “deploriamo l’accaduto, ci distanziamo, i responsabili non ci rappresentano e verranno immediatamente allontanati, vogliamo dialogare”. Invece la presa di posizione è stata: “ci vediamo in piazza con sassi e bastoni”. Quindi, non ci sono erbe differenti, ma solo un fascio (fascistelli rossi).
- “L’autogestione è un problema di Lugano”. Questa l’ha detta alla RSI dall’ex consigliere di Stato $ocialista kompagno Pietro Martinelli, ovvero il grande affossatore della Tredicesima AVS ai nostri anziani (chiaro: lui certo non ne ha bisogno). L’autogestione non è un problema di Lugano, Lugano non ha alcun dovere nei confronti dei brozzoni. Men che meno è obbligata a trovargli una sede. Se gli autogestiti vogliono degli spazi, se li andranno a cercare sul mercato immobiliare e pagheranno un affitto, come tutti gli altri cittadini. Oppure, ci penserà qualche esponente della gauche-caviar a finanziarli. E il Ticino va da Chiasso ad Airolo. Il Cantone è cofirmatario della famosa convenzione del 2002, scaduta dal giugno 2003 e violata un’infinità di volte dagli autogestititi: quindi adesso fa il piacere di uscire dal buco.
L’autogestione può avanzare delle richieste solo se rispetta le leggi, gli accordi presi ed anche il vicinato. I molinari non rispettano nessuno dei tre. Sicché: föö di ball dall’ex Macello e föö di ball da Lugano! Trasferirsi in un Comune a maggioranza di $inistra!
Lorenzo Quadri