In Lombardia salgono i contagi, ma i camerieri bernesi dell’UE spalancano le frontiere
Se il Ticino si farà di nuovo IMPESTARE dal Belpaese sapremo chi ringraziare! Vero ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter?
Come c’era da aspettarsi, la Svizzera – e più precisamente la consigliera federale PLR Karin Keller Sutter (KKS, pronuncia Ka-Ka-eS) ministra di giustizia – ha calato le braghe.
Le frontiere con il Belpaese torneranno ad essere spalancate a partire dal 15 di giugno. Non che adesso dette frontiere siano chiuse. Diciamo che sono semi-aperte, e naturalmente a senso unico. Già nelle fasi più acute della pandemia, il collega di partito di KKS, l’italo-svizzero Ignazio KrankenCassis, si è bullato di aver chiesto al suo omologo e connazionale Giggino Di Maio di lasciar entrare in Ticino tutti i frontalieri in arrivo dalle zone rosse.
Chi rimane(va) fuori
I frontalieri entrano tutti “grazie” a KrankenCassis ed ai camerieri dell’UE in Consiglio federale (senza che il governicchio cantonale abbia mai fatto un cip al proposito). Ma c’è chi per fortuna rimane fuori dalla Svizzera. In particolare, come ha sottolineato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, rimangono fuori i padroncini, i lavoratori italiani in nero, e la criminalità transfrontaliera che al momento è azzerata. Quindi, anche la chiusura “parziale” porta comunque dei vantaggi rispetto alle frontiere spalancate a cani e porci che tanto piacciono alla partitocrazia PLR-PPD-P$$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi).
Resistenza di breve durata
Visto che la riapertura delle frontiere interne allo spazio Schengen era prevista per il 6 luglio; e visto che Paesi come l’Austria a spalancare i propri confini con l’Italia non ci pensano proprio, è chiaro che, ancora una volta, Berna, anticipando i tempi, ha calato le braghe davanti al Belpaese. Il quale, è bene ricordarlo, ha aperto unilateralmente le frontiere senza consultarsi con nessuno e solo per i propri interessi di saccoccia. Dopodiché, ha subito cominciato a mettere pressione sugli svizzerotti con la pretesa che facessero altrettanto. La resistenza elvetica è durata ben poco.
E com’è la situazione sanitaria oltreramina? Forse che siamo a zero contagi? No di certo! In Lombardia nella sola giornata di venerdì si sono registrati più di 400 nuovi casi covid. Qualcuno si è già dimenticato che questo sfigatissimo Cantone si è IMPESTATO per colpa delle frontiere spalancate con la Lombardia? Frontiere che i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale e la partitocrazia eurolecchina non hanno voluto chiudere per tempo? Tanti sacrifici, tanti morti, e la crisi economica che ci piomberà addosso non hanno insegnato proprio niente?
La seconda ondata
Sempre venerdì, giorno in cui il governicchio federale ha annunciato la CALATA DI BRAGHE con l’Italia, il medico cantonale Giorgio Merlani ha dichiarato che “la seconda ondata (di contagi) ci sarà, resta da capire come e quando”. A dire il vero non c’è molto da capire. Il “come” sarà lo stesso della prima ondata: frontiere spalancate con la Lombardia. Il “quando”: ben presto!
Dunque, grazie alla decisione del Consiglio federale, in Ticino non torneranno solo MIGLIAIA di padroncini e di lavoratori italici IN NERO, a tutto danno dei nostri artigiani e delle nostre piccole e medie imprese. Non tornerà solo la criminalità transfrontaliera. Tornerà anche il virus.
Quale interesse?
Spieghino inoltre i camerieri dell’UE in Consiglio federale che interesse avrebbe la Svizzera a spalancare le frontiere con il Belpaese già il prossimo 15 giugno. La risposta è semplice: la Svizzera ha solo da perderci! Il problema dei cosiddetti “ricongiungimenti familiari” era già stato risolto. Quello del turismo idem. E di sentire parlare di spesa in Italia ne abbiamo francamente piene le scuffie. Sono queste le priorità del Ticino in piena crisi sanitaria ed economica? La spesa in Italia?
Come già scritto, si può avere comprensione per chi ha necessità di risparmiare, ma:
- punto primo, ad andare a fare compere oltreramina ci sono fior di magistrati, liberi professionisti, imprenditori: questi signori dal borsello rigonfio, non hanno proprio più nemmeno un residuo di capacità di vergognarsi?
- Punto secondo, in Ticino – “grazie” alla devastante libera circolazione voluta dalla partitocrazia – di persone in difficoltà economica ce ne sono purtroppo tante. Però mica tutte vanno a fare la spesa in Italia (parecchie non hanno neppure l’auto): evidentemente riescono a far quadrare i conti anche comprando qui. Vista la situazione particolare, comperare in Ticino è un segnale di responsabilità nei confronti dei commerci che si trovano in grande difficoltà. E’ poi evidente che i negozi devono contraccambiare assumendo ticinesi e non frontalieri.
Sta di fatto che andare in Italia rimane sconsigliato. Se per disgrazia in Ticino dovesse partire un nuovo focolaio di coronavirus perché qualcuno si è voluto recare nel Belpaese senza necessità, chi l’ha originato farà poi i conti con la propria coscienza.
Lorenzo Quadri