E ti pareva! Ecco arrivare una nuova conferma che i vicini a sud ci prendono sontuosamente per i fondelli. Ed infatti, stando a quanto pubblicato nei giorni scorsi sul CdT, per aggirare le norme vigenti da noi in materia  di padroncini e distaccati, le ditte italiche, trascorso il limite massimo di 90 giorni,  fanno assumere i loro dipendenti da agenzie di collocamento interinale. Le quali poi provvedono a piazzarli. E’ a seguito di questo escamotage che, nel 2017,  il numero delle notifiche di padroncini e distaccati è diminuito. Ma non certo l’invasione da sud. E nemmeno  la concorrenza sleale a ditte ed artigiani ticinesi da parte di operatori d’Oltreramina.

Senza contare che gli italiani stanno pure costruendo una nuova strada ad Arcisate, tanto per facilitare ulteriormente l’arrivo in massa in Ticino – naturalmente uno per macchina – di frontalieri, padroncini e distaccati.

La SECO è in letargo

Da notare che, stando a quanto dichiarato sul CdT dal presidente dell’Associazione interprofessionale di controllo (AIC) Renzo Ambrosetti, il trucco usato dai furbetti italici per aggirare le regole elvetiche su padroncini e distaccati è stato da tempo segnalato alla SECO, Segreteria di Stato dell’economia. La quale, ma tu guarda i casi della vita, come da copione non ha fatto un tubo. Chiaro: l’inutile SECO serve solo a produrre “indagini” farlocche e studi taroccati, mirati a far credere che sul mercato del lavoro ticinese in regime di devastante libera circolazione delle persone funziona tutto a meraviglia! Figuriamoci allora se i galoppini della SECO intervengono per sanzionare la concorrenza sleale da sud. Ma non sia mai! Poi i politicanti d’Oltreconfine strillano al “razzismo” per farsi riprendere dai media;  ed i padroni di Bruxelles – quelli a cui i camerieri dell’UE in Consiglio federale vogliono regalare 1.3 miliardi di Fr senza uno straccio di contropartita – ci rampognano!

Chi se la ride

Intanto, nella vicina Repubblica se la ridono a bocca larga. In casa nostra hanno trovato “ul signur indurmentàa”: “gli elvetici sono fessi e non si accorgono di niente!”.

Chiaro: artigiani e piccoli imprenditori del Belpaese sono abituati ad aggirare le regole. Altrimenti possono chiudere baracca. Dalle loro parti, è una questione di sopravvivenza. L’ex premier Silvio Berlusconi, quando era in carica, dichiarò che il lavoro nero, se non raggiunge il 20%, non è reato: è la normalità. E gli svizzerotti, quelli che seguono pedissequamente le regole, credono di potersi confrontare con una simile concorrenza, alla quale la partitocrazia PLR-PPD-P$$ ha spalancato le porte?

Unica soluzione

Questa ennesima presa per i fondelli a danno del  nostro tessuto economico dimostra che la libera circolazione delle persone deve saltare, altrimenti questo Cantone va definitivamente a ramengo.

Il letargo della SECO, e del ministro dell’economia PLR Johann “Leider” Ammann – quello che vuole l’accordo quadro istituzionale con l’UE ed il versamento degli 1.3 miliardi di coesione – dimostra per l’ennesima volta che Berna ha una sola preoccupazione: mantenere le frontiere spalancate e far entrare tutti. Così i padroni di Bruxelles sono contenti.  Difendere il mercato del lavoro ticinese? Il triciclo PLR-PPD-P$ insorge indignato: “Sa po’ mia! E’ becero populismo!”. E questo non solo sotto le cupole federali, ma addirittura a Bellinzona…

Sicché, tutti a firmare l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone!

Lorenzo Quadri