Legge sul clima: anche in Svizzera i motori a benzina saranno proibiti dal 2035
L’avevamo detto e puntualmente sta accadendo! Sono passate due settimane dal sì alla disastrosa legge divoratrice di elettricità (LOCli) e già si mette in moto la tattica del salame.
I promotori della LOCLi, a partire dal governicchio federale, per mesi hanno raccontato al popolazzo – nell’evidente tentativo, poi riuscito, di infinocchiarlo – che la nuova legge non avrebbe comportato né tasse, né balzelli, né obblighi, né divieti. Come no. Peccato che nessuno sia stato in grado di spiegare come si pensa, senza simili misure, di raggiungere le zero emissioni di CO2 entro il 2050. I sussidi – pagati dal contribuente: i soldi per foraggiarli non crescono sugli alberi – non bastano.
Ed infatti adesso arrivano i primi DIVIETI. Il governicchio federale li annuncia in modo indiretto, imboscandoli in un comunicato dal titolo farlocco.
Lo stop ci sarà
Il comunicato è del 28 giugno e si trova sul sito della Confederella. I media di regime non l’hanno neppure notato. Esso annuncia fumosamente l’adozione (da parte del CF) del rapporto in adempimento al postulato “Trasporti a zero emissioni fossili entro il 2050”. Il titolo è: “Il Consiglio federale non vuole uno stop anticipato delle vendite per i veicoli a benzina e a diesel”. Ah, ecco. Questo significa “e contrario” (come amano dire i legulei) che lo stop non sarà “anticipato” (rispetto a cosa?); però ci sarà.
Quando? La risposta si trova nel testo del comunicato, dove si possono leggere le seguenti perle: “La Svizzera dovrebbe rinunciare ad adottare provvedimenti prematuri concernenti le normative per i veicoli se non sono in linea con la politica dell’UE, come ad esempio lo «stop alle immatricolazioni» o lo «stop alle vendite»”. E ancora: “La Svizzera dovrebbe invece attuare il passaggio a un sistema di trasporto a zero emissioni fossili di pari passo con l’UE e con le stesse misure”. Poi, in modo sempre più esplicito: “Gli obiettivi dell’UE per il periodo dal 2035 saranno adottati in una fase successiva”.
Sempre più asserviti
Capita l’antifona? Ecco dunque che il governicchio federale, ad appena due settimane dalla votazione popolare, ha deciso che anche in Svizzera, proprio come nella DisUnione europea, a partire dal 2035 sarà VIETATO mettere in circolazione nuovi veicoli a benzina o a diesel. Il primo DIVIETO è arrivato in tempo di record, e gli altri seguiranno! Com’era già la balla di fra’ Luca della “legge senza divieti”? Inutile dire che di PROIBIRE i motori a benzina prima della votazione sulla LOCli non se ne era mai parlato. Col piffero che esiste una volontà popolare in tal senso!
Da notare che, per l’ennesima volta, il governicchio federale corre ad asservirsi alla fallita UE. Del resto, nell’ambito dei trattati istituzionali (vade retro!) con gli eurobalivi, il CF vuole concludere un accordo bilaterale anche sulla corrente elettrica. Così l’UE potrà ricattarci pure in questo: volete la corrente (ammesso che Bruxelles ne abbia a disposizione da mettere in vendita, ma questo è un altro discorso)? Allora cedete la vostra sovranità!
“Green Deal” affossato
Mentre la Svizzera, che produce meno dell’uno per MILLE della CO2 globale, si martella sugli zebedei con un mazzotto in nome del “clima”, lo stesso Parlamento europeo sta invece facendo retromarcia. Ed infatti ha bloccato il cosiddetto Green Deal (uella). Ovvero la legge talebana sul ripristino della natura, partorita dallo squinternato vicepresidente della Commissione UE Frans Timmermans (Frans chi?).
La legge prevedeva la “restituzione alla natura” dei terreni coltivabili, il che avrebbe arrecato un danno micidiale al settore dell’agricoltura. Il “ripristino naturale” sarebbe avvenuto a tambur battente, previa l’adozione di obiettivi giuridicamente vincolanti; ad esempio sulla presenza di insetti impollinatori. Altro che impollinare, qui si deve impallinare! Quanto scommettiamo che anche alle nostre latitudini qualcuno se ne uscirà con qualche boiata analoga? Del resto tra gli obiettivi occulti della LOCli c’è la riduzione del 70% del consumo di carne. Quindi addio prodotti tipici del territorio! Tutti a strafogarsi di tofu e di insetti!
A Lugano
Infine, una chicca climatica. Il gruppo P$ in consiglio comunale di Lugano ha presentato una mozione che chiede che alle AIL venga imposta una tariffa minima per il ritiro dell’elettricità prodotta dagli impianti fotovoltaici privati che si trovano su territorio comunale. Peccato che poi il P$ in Gran Consiglio abbia tentato di eliminare la tassa d’uso del suolo cantonale prelevata sugli impianti: la conseguenza sarebbe stata la soppressione dei finanziamenti al fondo FER per la promozione delle energie rinnovabili e dunque l’impossibilità di attuare la richiesta presentata a Lugano. Fulgido esempio di coerenza $inistrata.
Lorenzo Quadri