Nel periodo natalizio, il Consiglio federale ha deciso che il completamento del traforo autostradale del San Gottardo, che permetterà di evitare al Ticino tre anni di isolamento dal resto della Svizzera, sarà accompagnato da una norma legislativa che sancisca l’impossibilità di utilizzare più di una corsia per direzione. Si tratta dunque di garantire che la capacità del traforo non verrà aumentata, così come stabilisce la Costituzione. Da notare che nessuno dei sostenitori del secondo tubo ha mai messo in discussione il rispetto della Costituzione.
Tre anni di isolamento a seguito dei noti lavori di risanamento al tunnel esistente avrebbero per il nostro Cantone delle conseguenze economiche pesantissime. Le aziende interpellate in un’inchiesta promossa dalla Camera di commercio parlano di un 20% dei loro posti di lavoro a rischio. Ma d’altra parte l’andamento dell’economia ed i posti di lavoro non sono mai stati una preoccupazione delle cerchie ro$$o-verdi che, per questioni ideologiche, si oppongono al secondo traforo il quale, è bene sottolinearlo, non costituisce un raddoppio, bensì un completamento.
Il referendum contro la seconda canna è stato da tempo annunciato dagli oppositori. Questi ultimi, sia detto per inciso, fanno credere di essere in molti utilizzando la collaudata tattica delle prese di posizione multiple da parte di tante piccole associazioni, che però rappresentano sempre le stesse persone. Un sistema che in Ticino non inganna nessuno. Per contro, Oltregottardo qualcuno ci casca. Nelle scorse settimane è stato il caso della blasonata testata economica romanda Agéfi, i cui redattori sono caduti nel trabocchetto come novellini, titolando “il Ticino contrario al secondo tunnel”. Che simili messaggi distorti “passino” nel resto della Svizzera è pericoloso per il nostro Cantone.
Niente pedaggio
Nelle scorse settimane è stata tuttavia presa dal Consiglio federale anche una seconda decisione: quella di non riscuotere pedaggi al Gottardo per finanziare il secondo traforo. Decisione corretta, in quanto il Gottardo “a pagamento” costituirebbe un unicum a livello svizzero – e quindi una discriminazione del Ticino. I pedaggi o li si mettono ovunque, o non li si mettono da nessuna parte. Introdurli solo al Gottardo significa penalizzare il nostro Cantone in maniera del tutto ingiustificata.
Né si può dimenticare l’aspetto, fondamentale, della sicurezza, drammaticamente balzato per l’ennesima volta agli onori della cronaca nei giorni prima di Natale a seguito di un nuovo scontro frontale con esito mortale. E’ ovvio che due tubi monodirezionali escludono il rischio di simili devastanti collisioni. E’ strano che proprio chi – sempre lo schieramento rosso-verde – ha inasprito il codice stradale con una serie di misure vessatorie ai danni degli automobilisti, inserite sotto il pretesto della sicurezza nel programma Via Sicura, chiuda gli occhi davanti alla trappola costituita da un tunnel bidirezionale di 17 km.
In più, un ulteriore aspetto della vicenda è particolarmente urtante. Non si capisce perché, mentre altre regioni godono in campo autostradale di investimenti importanti e non sempre giustificati – ad esempio, creazione in Svizzera interna di tunnel artificiali antirumore a tutela di due case e tre mucche, mentre un gioiello come Bissone viene devastato nei secoli dei secoli con mostruosi muraglioni, crasso esempio di sistema dei due pesi e delle sue misure – quando si tratta di investire anche per il Ticino (non solo: anche), allora bisogna inventarsi, e solo in quel caso, sistemi per non spendere: ad esempio pedaggi discriminatori. Come se il completamento del traforo autostradale del Gottardo non fosse un’opera di interesse Svizzero, e come se investire in Ticino fosse qualcosa di riprovevole, di cui bisogna quasi scusarsi di fronte al resto del Paese.
Oppure si ritiene che l’asse del Gottardo abbia già avuto a seguito della monumentale opera AlpTransit da 25 miliardi, con tanto di inutile secondo tunnel al Ceneri, e che rischia concretamente di fermarsi in dogana?
Al proposito un piccolo inciso: chi abita nei Comuni attraversati dai lavori di scavo di AlpTransit Ceneri non dorme di notte (e nemmeno di giorno) a causa dei brillamenti. Strano che nessuna testata giornalistica o associazione ambientalista si interessi alla situazione: si fosse trattato di un tunnel stradale, se ne sarebbero già sentite di tutti i colori. Perché la ferrovia è tutelata dal “politikamente korretto”; la strada, evidentemente, no.
Interessante poi, per chiudere il cerchio, l’annunciato referendum ro$$o-verde contro il secondo tubo autostradale al Gottardo. Ma se nella legge viene inserito il divieto di aumentare la capacità della galleria, cosa referendano i contrari? Questo divieto? E se vincono il referendum, salta il divieto di aumentare la capacità e quindi si aprono le porte per il Gottardo a quattro corsie?
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi