“Diritto svizzero anziché giudici stranieri”: la casta ci vuole fregare di nuovo

La Commissione degli affari giuridici (CAG) del Consiglio degli Stati ha di recente asfaltato l’iniziativa “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”, detta anche “iniziativa per l’autodeterminazione”. L’ha infatti respinta per 12 voti contro uno (!). L’iniziativa chiede che il diritto costituzionale svizzero – e quindi la volontà popolare – prevalga sempre sul diritto internazionale. Fanno eccezione le norme cosiddette “imperative” (ius cogens). I trattati internazionali contrari alla Costituzione vanno rinegoziati; e, se ciò non è possibile, disdetti.

Squallidi giochetti

L’obiettivo dell’iniziativa è  dunque quello di impedire che, con la scusa di qualche accordo internazionale del piffero, la partitocrazia annulli le decisioni popolari sgradite. Perché questa  è la tattica dell’establishment. Oltre e più che i giudici stranieri, infatti, il problema sono le leggi straniere.

I risultati dello squallido giochetto li abbiamo visti con l’affossamento del “maledetto voto” del 9 febbraio ad opera del triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali. Lo sconcio spettacolo, come ben noto, è stato reiterato in Gran Consiglio a proposito di Prima i nostri:  la partitocrazia ha silurato la preferenza indigena votata dal popolo nascondendosi dietro il pretesto farlocco della presunta incompatibilità con il diritto superiore (internazionale). Il ritornello del “sa po’ mia”, insomma. Che è poi la solita scusa di comodo per prendere per i fondelli i cittadini. Non è vero che “sa po’ mia”. E’ la partitocrazia che non vuole. Perché la partitocrazia vuole le frontiere spalancate e vuole l’invasione da sud. Però, per non assumersi la responsabilità di simili decisioni deleterie, si nasconde dietro la foglia di fico del diritto superiore.

Diritti popolari sabotati

Gli esponenti della casta hanno già manifestato in più occasioni la volontà di rendere sempre più difficile l’esercizio dei diritti popolari. Perché il popolazzo becero che vota sbagliato non deve decidere, ma solo subire le “illuminate” decisioni pro-saccoccia dell’élite spalancatrice di frontiere.

La necessità (?) di ridurre i diritti popolari è stata sostenuta a più riprese dal  “think tank” (letteralmente: “serbatoio di pensiero”; più realisticamente: serbatoio di fregnacce) Avenir Suisse, vicino al PLR. I Nobel per l’Economia di Avenir Suisse sono tra l’altro quelli che ci vengono a raccontare che in Ticino non esiste alcun problema di soppiantamento di lavoratori residenti con frontalieri: sono tutte balle della Lega populista e razzista.

Comandano in casa nostra

E’ ora di finirla di permettere ai funzionarietti stranieri, non eletti da nessuno, di comandare in casa nostra tramite accordi internazionali. Accordi che naturalmente la casta si prodiga a spacciare per indispensabili, vitali, fondamentali. Esempio concreto: l’adesione allo SEE di 25 anni fa, senza la quale la Svizzera sarebbe andata incontro alla rovina. E invece…Ed è anche ora di finirla di fare i primi della classe in materia di genuflessione davanti a tutti i Diktat in arrivo da organismi internazionali o sovranazionali.

Leggi straniere prevalgono?

Asfaltando l’iniziativa per l’autodeterminazione, la commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati ha di fatto stabilito che  il diritto internazionale ha la precedenza sul diritto costituzionale svizzero. Il sogno della casta internazionalista e spalancatrice di frontiere, come ben si è visto. Le leggi straniere prevalgono sulle decisioni del popolo sovrano. Ma sarebbe interessante (eufemismo) sapere dove vigono regole del genere. Perché pare proprio che dappertutto le cose funzionino proprio al contrario. Ad esempio: di recente in Germania il Bundesgerichtshof (Corte federale di Giustizia) ha deciso che prima viene la  “nostra” Costituzione (tedesca), poi il diritto internazionale.

Tre semplici esempi

L’iniziativa “No ai giudici stranieri” non è un oggetto astruso o secondario. Il tema è anzi di primaria importanza. Il perché lo si può spiegare molto semplicemente con tre esempi.

  • Se l’iniziativa per l’autodeterminazione fosse stata in vigore, il triciclo PLR-PPD-P$$ non avrebbe avuto appigli per rottamare il “maledetto voto” del 9 febbraio. Stesso discorso vale per “Prima i nostri”.
  • Con l’iniziativa per l’autodeterminazione in vigore, i legulei dei tribunali non potrebbero usare i fallimentari accordi bilaterali come scusa per non espellere delinquenti stranieri (vedi il recente clamoroso caso del picchiatore 27enne straniero tedesco che gli azzeccagarbugli del tribunale cantonale zurighese hanno deciso di non espellere). La volontà popolare in materia di espulsione di delinquenti stranieri sarebbe applicata senza tante storie.
  • Con l’iniziativa per l’autodeterminazione in vigore, i Diktat UE per disarmare i cittadini svizzeri – contrari alle nostre leggi, alle nostre tradizioni, alla nostra volontà popolare – che la ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga brama di introdurre, sarebbero già morti in partenza.

Questi sono solo tre esempi (se ne potrebbero trovare molti altri) a dimostrazione dell’importanza dell’iniziativa che però i $ignori senatori della Commissione affari giuridici, camerieri dell’UE, hanno deciso di asfaltare. Loro vogliono che a comandare in casa nostra siano i balivi dell’UE. Non bisogna permetterglielo!

Lorenzo Quadri